Lo ‘spara-barre’ Lord Madness e il suo Heath Ledger

Lord Madness

Ogni artista ha le sue ossessioni. Per Lord Madness, la macro-tematica che nutre i suoi dischi (migliori) è certamente il suicidio: dopo l’Underground-Masterpiece Suicidio e Suicidio Fallito, ecco a voi Heath Ledger (attore canadese morto suicida): black humor, citazionismo, shottini di Prozac, follia chimica e rime assassine.

Lord Madness è Heath Ledger: intrappolarsi nella propria maschera

Ogni personaggio vuole motivazioni. Il personaggio-Lord Madness è un ‘Mr.Simpatia’ portato alle estreme conseguenze, in estreme condizioni esistenziali. E ciò sia detto non per sminuirne l’originalità, ma per individuarne una radice comune, una genealogia. Una matrice che oltrepassa il tempo, perché profondamente umana.

La figura del pagliaccio, del clown, ha il suo fascino nella sua doppia faccia. È la legge pirandelliana dell’umorismo: il riso nasconde sempre la tragedia. In Heath Ledger, la doppia faccia del clown-Madness viene messa in risalto a partire dalla tracklist.

Madness e Michele – l’uomo dietro la maschera – messi in contrasto, in un Side A (traccia 1) e Side B (traccia 9): due lati, come nei dischi dell’era analogica, che simboleggiano i due lati del personaggio. A tutto tondo perché umano nella sua finzione/funzione.

E, se Madness si introduce evidenziando le (oggettive) difficoltà di un Rapper Underground, personaggio, e in quanto tale soggetto all’inevitabile legge dell’essere etichettato (“è quello degli incastri, il misogino, il pazzo, il violento, il sessista, l’omofobo“), Michele va oltre, mostrando le difficoltà (universali) di essere se stessi:

Il mio dolore. Le mie pene, le mie lacrime. Le mie mancanze, la mia musica, il mio cuore, il mio battito. La mia anima, la mia borgata, le mie dipendenze, le mie ansie, la mia depressione…

“Il prossimo Heath Ledger”

Prendersi maledettamente sul serio, come Heath Ledger. E riuscire sempre a stemperare grazie al flow, terapeutico strumento di auto-comprensione, come Lord Madness. Due anime in contrasto, ma in equilibrio. Impostazione vicina a uno dei suoi migliori lavori, Suicidio. Lavoro dove convivono pacificamente pazzi come La costola di D’Annunzio e 28.05.99.

Madness e Michele. E in Heath Ledger ciò emerge con la stessa forza. Ai pezzi di ‘repertorio’ – come Smoking Session pt 4, più di 12 minuti di rap senza interruzioni, apoteosi del Rapper da Cypher; Madness chiude…rime in…barre, pezzo ‘diss’ dal sapore classico; o Massinfony, divertito pezzo da club Underground – si alternano pezzi di cuore.

Troviamo così Nirvana, cornucopia di frasi da incastonarsi nella mente per leggere e capire i deliri di Maddy- rapper black humorist; 3.15, insieme a Brainco-autore, con Madness, di Settimo Cerchio, disco da ri-scoprire immediatamente – che firma una strofa incredibile (“la depressione era roba da ricchi ed io non me la potevo permettere“). Ma anche E sarà Musica, con Kiave e Suni e Il pezzo Commerciale, insieme a Vaniss.

Pezzi che andranno ad arricchire una bacheca già ricca di Hit – come Il Talento della Strada, Polvere alla Polvere, Lo PsycoMondo, 100 Megatoni – e di perle meno conosciute, e forse anche più preziose – come La favola dell’artista povero che svolta, La mia musica, Problemi, Tornassi Indietro – che partono da lontano (dai primi due dischi – capolavori – con Gli Inquilini, Benvenuti nel paese dei mostri e Bentornati nel paese dei mostri).

Nello PsycoMondo

Più che parlare direttamente del disco, abbiamo voluto raccontarvi parte dello PsycoMondo, dell’universo personale di MDMAdness. Con Heath Ledger torna a livelli incredibili – dopo una fase meno brillante, fase quiescente, di apparente riposo, come un ricalibrarsi (e ri-equilibrarsi) – con un disco fatto a mestiere.

Vorrei poter disquisire ancora a lungo sull’importanza del suo rap per molti della nostra/mia generazione; sull’esperienza dal vivo della Crew CARATI; dei dischi de Gli Inquilini, bestiario di figure inquietanti e reali messe su carta e proiettate in un microfono. Si dovrebbe approfondire meglio la sua figura.

Intanto, oggi, il suo ultimo disco è fuori. Potrete partire da qui. E per documentarsi, e morire, c’è sempre tempo.

Ai piani alti droga e figa/ma da ste parti, tutta in salita/tu non pensarci, fai su una riga/che l’Underground puzza di sfiga

Puoi ascoltare Heath Ledger di Lord Madness, prodotto da Promo L’inverso (che ha curato anche tutta la direzione artistica dell’album), Stoma, BellaEspo, Gian Flores, Libberà, Dr Testo e Daniele Esperanza, qui sotto: