Dj Shocca è Sacrosanto

Dj Shocca

In questo ultimo periodo, una delle colonne portanti dei piatti dell’hip hop nostrano, nonché mostro sacro del sound originale del rap tricolore, Mr. DJ Shocca, sta sempre più facendo un glorioso ritorno nella prima linea del panorama Hip-Hop. Il suo nuovo album è riassumibile con una sola parola, che definisce il ruolo dell’artista nello scenario, la sua legacy, e la necessità di avere un disco del genere oggi, e guarda caso quella parola è proprio il titolo del disco: Sacrosanto.

Il ritorno di DJ Shocca si è fatto attendere e sentire

A fine 2022 durante un’intervista a noi concessa da Shocca e Inoki il giorno del rilascio del loro EP 4 Mani, lo storico producer di Unlimited Struggle ha affermato:

Siamo qui nel 2022 per rockare, cioè per pompare, ed essere noi e solo noi al top della nostra forma

La voglia di rivalsa per Shocca è palpabile dalle sue nuove uscite, dal suo ritorno così incessante ed effettivo dopo un suo defilarsi da questo mondo durato quasi 10 anni. Tornare con produzioni gloriose nei dischi di Gué, Emis Killa, Jake La Furia, oppure lo stesso Inoki, mantenendosi vero al suo suono, spingendo le sue capacità e il suo talento dove i comuni produttori non arriveranno mai, perché, come Sacrosanto ci ricorda, per quanto disciplina e dedizione giochino una parte non indifferente nel gioco del rap, il talento e l’esperienza di figure come Shocca non può che essere solamente apprezzato, appuntato, studiato e applaudito.

Per quanto i pareri rimangano pareri, quindi soggettivi, i fatti sono fatti. 60 Hz è 60 Hz, e chiunque non riconosca a quel disco del 2004 la sua posizione tra le migliori opere di arte urbana in Italia, non può che fare una figuraccia.

Fino a pochi giorni fa quello restava l’unico album in studio ufficiale, firmato come DJ Shocca da solista: numerosi lavori collaborativi con altri rapper, soprattutto coi fratelli artistici Mistaman e Frank Siciliano, ma per quanto riguarda un album ufficiale firmato solamente col suo nome, l’unico progetto che segue 60 Hz è arrivato in questo 2023.

Dj Shocca

Sacrosanto di Dj Shocca è un disco che si autodefinisce – Recensione track by track

Nelle sue otto tracce super essenziali, Sacrosanto figura collaborazioni con la crema della crema, a partire dalla traccia che inaugura il tutto, ossia Shaq & LeBron, realizzata dalla ormai affiatata coppia Ensi & Nerone che sarebbe uscita poco dopo con l’album Brava Gente.

Segue 90, che accoppia assurdamente Kaos ed Emis Killa per un brano hardcore, con un beat che sembra uscito da It’s Dark and Hell Is Hot di DMX. Vediamo il duo alternarsi con un’inaspettata alchimia da campioni, e terminare con il fingerprint di RocBeats, i suoi inimitabili scratch, di cui il progetto è pregno.

Per quanto riguarda proprio gli scratch, il DJ ha affermato durante l’intervista a noi concessa:

Io non ho mai smesso di fare gli scratch, sono cicli. Adesso sono cose che ritrovano dell’importanza, fatte in un certo modo

Sembrava impossibile è un pezzo magistrale, con Big Fish e Shocca che uniscono le loro doti da artigiani della cassa, aggiunte alle capacità tecniche del leggendario Tormento e un Gemitaiz veramente in forma, il tutto contornato da un ritornello R&B della cantante Sissi, per un brano senza tempo.

Full Effect è puro, nudo e crudo hip hop dove Egreen e Danno calcano le loro abilità da parolieri rap su metriche scandite e precise su un incisivo boom bap del più classico Roc B. Questa traccia suona come se potesse essere una canzone mai uscita di 60 Hz.

Vera Struggle si guadagna uno dei posti più alti tra i brani usciti quest’anno. Il brano è uno degli episodi più lucenti dell’album, nonostante il panorama sonoro notturno di Sacrosanto resti intatto. Si tratta di un’altra perla, in cui Mostro, Ghemon e Mattak uniscono le forze per una traccia dove liricamente viene affrontata l’importanza delle passioni nel lottare contro le sfide personali più toste e cupe:

In testa il timore non sta nel viaggio ma nel decollo / E per colpa degli incidenti anche stanotte niente sonno / Fra’, come quando si mette un horror / E a chi mi dice “stringi i denti”, sapesse quanto lo faccio mentre dormo

Oltre alle strofe con un’importante profondità di messaggio, merita le lodi anche il fantastico ritornello canticchiato di Ghemon.

L’alchimia firmata Unlimited Struggle è celebrata nell’hip hop soul di Senza di te, traccia vergognosamente bella e intima, dove Frank Siciliano e Mistaman parlano di come una sofferta separazione amorosa sia necessaria per scoprire le esigenze della loro stessa persona e per la propria crescita personale:

Penso sia stato fantastico / Nessuno più di me vive il tuo panico / Ammetto, non riesco a tagliarti fuori, a farti fuori / Non siamo tagliati per restare soli / Lo devo fare senza di te / Con le mie forze e le mie debolezze /Capire chi sono e chi voglio essere, so solo che / Lo devo fare senza di te

Sono tracce come queste che danno un ulteriore bagliore di speranza nell’arte dell’Hip Hop contemporaneo, mostrando quanto questa arte sia capace di emozionare e di scavare nell’interiorità dell’ascoltatore, mediando con la capacità e il talento – necessari nella tecnica e nella matematica del rap – il sentimento, l’empatia.

Tracce come Il Resto è Storia con Inoki e Nitro sono invece tracce culturali per la cultura, dove viene creditato l’hip hop per quello che è, e non c’è tappeto migliore per farlo che i lavori di DJ Shocca.

Il disco si chiude con No Survivor / La Lezione e il gradito ritorno di MadBuddy, una doppia traccia dove il tratto scuro del breve disco raggiunge il suo momento più densamente nero, per poi fare una transizione verso un epiteto, possiamo forse dire, più East Coast.

Purtroppo, la narrativa che a volte viene offerta sul disco (o su lavori dallo stesso stampo) è quella di un album che cerca di portare un suono di altri tempi in un panorama sonoro diverso o evoluto che è quello di oggi giorno. Affermare ed accettare che il disco possa suonare vecchio e obsoleto alle orecchie dei più giovani, è un discorso culturalmente dannoso che va assolutamente rifiutato in quanto è una questione di educazione.

Se vuoi affermare che ti piace il rap devi essere educato a saper apprezzare un lavoro come Sacrosanto, perché (appunto) è sacrosanto. Non ha tempo, ha un’anima. Così come il Duomo di Milano ha un’età antiquata, la sua bellezza è attempata. Se qualcuno costruisse un “nuovo Duomo” oggi l’affermazione più aberrante che si potrebbe fare sarebbe sminimizzarlo ad un lavoro per nostalgici, dato che le nuove costruzioni non seguono la stessa schematica.

Sacrosanto è per tutti, ed è un disco meraviglioso.