«Il punto forte del disco è che è vicino alla gente» – Intervista a Lazza

Lazza intervista

A pochi giorni dall’uscita di Sirio e nel pieno degli Instore, siamo riusciti a raggiungere al volo Lazza tramite Zoom per parlare con lui del disco e farci raccontare alcune curiosità in merito.

Impaziente di scoprire cosa ci ha raccontato? Continua a leggere sotto per scoprirlo!

Sirio, curiosità e retroscena: intervista a Lazza

Ciao Lazza, benvenuto su Rapologia. Parto subito chiedendoti cosa sei riuscito a fare in Sirio che non avresti potuto realizzare ai tempi di Re Mida e Zzala e non mi riferisco solo ai feat internazionali.

«Sicuramente dei pezzi come Panico, Molotov e Senza Rumore. All’epoca stavo cercando di crearmi un’identità e brani simili avrebbero mandato probabilmente un po’ in confusione»

Tra i vari feat che compongono l’album, hai lasciato per ultimo l’annuncio di Sfera. Come mai questa scelta?

«Io sono molto amico di Gionata da anni, diciamo che ci siamo visti poveri entrambi. Dopo tempo finalmente siamo riusciti a fare un pezzo in cui lui fa una super strofa e non solo il ritornello. Piove alla fine è arrivato primo, senza far sfigurare Sfera che è sempre primo quando esce, ed è stato giusto spingerlo così. La seconda strofa, poi, inizialmente era mia ma gliel’ho ceduta volentieri. Abbiamo voluto illudere e trollare un po’ tutti (ride, ndr)»

Nonostante i grandi nomi chiamati a parteciparvi, Sirio mi è parso sin dal primo ascolto un disco che si regge benissimo da solo. Sei d’accordo con questa visione?

«Grazie. In parte sì, sono d’accordo. Le collaborazioni comunque sono una cosa giusta e un segno di rispetto nei confronti dell’artista che vai a chiamare. Ti danno forza e, nonostante io non abbia mai pensato alla convenienza, sicuramente hai un’altra fanbase che ti sostiene. Ad esempio Geolier, la cui forza è il dialetto, in automatico coinvolge la fanbase di Napoli; lo stesso accade con Noyz, che è una super novità per me»

“Oggi che il mio dramma è Oyster o Jubilee”: prima il tuo dramma qual era?

«Sai, a volte trovo io per primo stupido ridurre tutto ai soldi, però indica proprio che oggi ho dei drammi diversi. Una volta il mio dubbio era, non so, chissà cosa farò nella vita, chissà se e questo sarà il mio lavoro o rimarrà solo una passione, chissà se riuscirò a comunicarmi bene alla gente…»

La canzone di Sirio che più di ogni altra ti ha fatto pensare: “Ok, con questa mi sto davvero assumendo un rischio”.

«Panico e Molotov perché sono i più lontani dal mio immaginario di sempre, ma i più vicini a me oggi. Il mercato ormai è saturo di musica simile a livello di ispirazioni. Io qui sono andato a prendere due sonorità vecchie e poi rinfrescate. Per Molotov la mia reference è la colonna sonora di Scarface, mentre Panico è un pezzo che si rifà un po’ all’immaginario dei Police. Tutta roba vecchia. Ho cercato una chiave nuova di vedere la mia roba perché non mi bastava più solo il rap, la trap, la drill…volevo uno spunto nuovo per vedere la mia versatilità»

Pensi quindi che questa cosa si replicherà in progetti futuri?

«Se ci sarà una wave che mi ispira, perché non sperimentarla. Per me è sempre una sfida»

Quando penso a Lazza, vedo un artista completo e realizzato. Tu come ti vedi?

«Ti ringrazio intanto per questa cosa. Io non mi sento mai realizzato. Il giorno che mi sentirò realizzato probabilmente farò musica di merda. Completo probabilmente sì, perché mi piace curare tutti gli aspetti del mio lavoro, anche quando mi affido ad altri. Nonostante il team fortissimo, ci metto comunque del mio e cerco di esserci. Sarà questa anche un po’ la mia forza, il fatto che io sono molto presente»

Da alcune rime traspare una continua ricerca di sé e anche molti turbamenti: sei un’anima tormentata in un certo senso? Ti chiedo anche se hai mai pensato che il successo avrebbe colmato qualcosa e poi non è stato così.

«Il successo sicuramente mi ha colmato parzialmente il portafoglio e mi ha permesso di togliermi sfizi a livello materiale. Comunque sì, sono tormentato, ci sono tanti dubbi che mi pongo: su cosa potremmo fare ad esempio, e c’è poi la paura che domani esca qualcuno che fa dimenticare alla gente di te… Adesso il mio primo dubbio è: avendo avuto così tanti riscontri positivi con questo disco, con il prossimo che cazzo faccio? In generale tendo a pensare sempre al futuro e non mi godo mai il momento»

In Replay ripercorri un po’ il tuo percorso e momenti sicuramente meno idilliaci: c’è qualcosa che, nonostante tutto, ti manca di quel periodo?

«Mi manca quando uscivo con Zzala, il mio primo album, e non c’era niente da paragonare. I messaggi e i commenti della gente erano tutti positivi, anche se poi è con questo disco ho dato il massimo di sempre»

 Parliamo brevemente del marketing di Sirio.

«Io mi sono imposto, quando sono partito con Sirio, di arrivare e di essere vicino gente, che è poi il punto forte del disco. Quindi, sono tornato alla mia vecchia scuola e sono andato in giro a salutare le persone, sono anche andato in Darsena, nonostante fosse un rischio. Ho mostrato un lato di me che la gente forse non conosceva. Abbiamo ricevuto grossi complimenti per il marketing»

In cosa cosa Sirio è un punto di partenza e per cosa un punto d’arrivo?

«Un punto di partenza penso che possa esserlo nell’avvicinare a me quelli che o non mi conoscevano, o non mi avevano mai approfondito. In cosa invece è un punto d’arrivo in realtà non te lo so dire perché non mi metto mai un punto d’arrivo. Per me è sempre una nuova partenza, ma spero che possa essere un punto d’arrivo per una ripartenza dei concerti, spero di vedere facce nuove, rivedere le vecchie che sono sempre presenti, e che il tour sia ancora più emozionante dei precedenti»

Ringraziamo Lazza per l’intervista e vi lasciamo qui il link per acquistare Sirio, il suo ultimo album.

Grafica di Mr. Peppe Occhipinti