Libertadores: atto terzo della trilogia di Joe Monteverde & Luigi Bugia

Luigi Bugia

Dopo La Garra Charrua ed El Chino ecco Libertadores, by Luigi Bugia & Joe Monteverde.

Se El Chino e La Garra Charrua non vi fossero bastati, ecco a distanza di qualche mese il terzo e ultimo capitolo della saga molto sudamericana targata Luigi Bugia & Joe Monteverde. Libertadores è infatti il culmine di un cammino iniziato a Gennaio di quest’anno e forse non ancora finito, forse..

Come potete vedere sono dieci tracce. Due in più rispetto ad El Chino e addirittura quattro rispetto a La Garra Charrua: questa la differenza sostanziale con i precedenti lavori, perchè la ricetta è la stessa di sempre, ovvero barre su barre, figure retoriche come piovessero e zero ritornelli. Artwork rigorosamente manuale come in passato, che questa volta “consacra” il disco con la figura quasi angelicata del Pibe de Oro, casuale non di certo. Le citazioni al calcio sudamericano ed al calcio in generale infatti fioccano, partendo dai titoli El Mudo (Riquelme) e 8+1, ovvero il numero di maglia di Ivan Zamorano, per passare poi a Walter Sabatini e a Ronaldinho ai tempi del Gremio.

Insomma, dalla Garra Charrua sembrerebbe tutto in linea con la tradizione, se non fosse per l’ultimo pezzo del disco che è un vero schiaffetto per chi ascolta. E specifichiamo non correttivo (Big up Turi, ndr)!  Infatti, per andare a concludere questa trilogia in maniera anomala, ecco che il nostro duo si cimenta con un brano molto insolito. Campione Hard Rock/Metal perchè l’intento era proprio quello di rappare su “chitarre assassine” e così è stato, dentro il filone Truceklan per il sound ma con flow e contenuti distintivi del nostro Luigi Bugia.

Per finire un plauso anche a Joe Monteverde, direttore d’orchestra di questo progetto che riesce tutt’oggi a fare magie con il campionamento e senza l’808, a testimonianza che un certo genere di Rap non è appannaggio dei “vecchietti” ma scuote ancora le orecchie dei giovani d’oggi. Go check it!