Suerte si presenta con “Buena Suerte”, il suo primo album ufficiale

Suerte

Abbiamo scambiato qualche parola con Suerte, per presentarvi al meglio il suo album ufficiale, ricco di temi e spunti di riflessione.

Dicembre è stato un mese molto importante per Suerte: ha sancito il suo esordio ufficiale nel mercato discografico con “Buena Suerte“, il suo primo album ufficiale disponibile in streaming su Spotify e con all’interno sedici tracce, un segnale del fatto che il ragazzo di cose da dire ne ha molte.

Sopra un tappeto musicale prodotto da gente come Squarta, Dr Cream o giovani come Raw e Andrew Right, Suerte parla di sé stesso e non solo, con stili che variano da un brano all’altro:

«”Buena Suerte” è un groviglio di 16 tracce dove ho sperimentato il più possibile e penso che l’elasticità artistica sia alla base di questo disco. Molto probabilmente i miei prossimi progetti in lavorazione saranno molto più specifici, con una scelta stilistica più omogenea.

Perchè ascoltare “Buena Suerte”? Perchè con tracce come “King Kong” o “Ducati” ho affrontato argomenti seri come il razzismo e gli attacchi di panico. E ancora, in brani come “Ogni notte”, “Grigio” o “Alaska” si crea un’ atmosfera unica. Invece in “Bla Bla Bla” , “My geisha” o “Netflix n’bitch” non perdo la mia giovinezza e la voglia di divertirmi»

Un album molto vario, quindi, pubblicato da poco più di due settimane e che permetterà a Suerte di cominciare al meglio questo 2018, per cui ha già prefissato alcuni importanti obiettivi e, a dircelo, è lui stesso:

«Ho diversi obiettivi, in primis naturalmente vorrei avere un impatto mediatico maggiore per poter veicolare la mia musica e la mia vita a più persone possibili. Poi mi piacerebbe farmi carico, come fanno artisti come Loretta Grace o Tommy Kuti, della voce degli afroitaliani e di tutti i giovani di seconda generazione in Italia, vorrei dar loro una speranza di rivalsa ma non potrò raggiungere il secondo traguardo senza il primo, e sono convinto sia solo questione di tempo: la musica parlerà per me»

Artisti come lui, Tommy Kuti, Laioung o altri ancora, hanno a cuore la questione dell’immigrazione e del razzismo e lo si nota nei loro brani realizzati di recente, come per esempio “Fuori Posto“, in cui domina il tema delle seconde generazioni:

Gli abbiamo voluto chiedere, perciò, quali fossero le difficoltà che deve ancora affrontare per il colore della pelle. Ci ha risposto così:

«In realtà nulla di eclatante se non i soliti episodi d’ignoranza quotidiana. Il vero problema è la sensazione costante di incomprensione da parte delle persone a farmi sentire “Fuori Posto”, la superficialità data dalla paura nei confronti del diverso. Non si può dare tutta la colpa solo alla popolazione ma anche alle istituzioni che ogni giorno danno spazio alla “caccia alle streghe”, le stesse istituzioni che vogliono far passare il concetto di clandestino e di immigrato regolare come la stessa cosa»

Parole forti per questo ragazzo classe ’95, senegalese di origini ma italiano al 100%, con la propria casa a Genova e con una voglia matta di dar voce ai propri pensieri, difficoltà e sogni grazie alla musica rap che lo ha aiutato molto nell’affrontare anche il razzismo:

«Ho iniziato a fare musica per questo motivo e nello specifico non parlo solo di razzismo ma di sfogo. Penso che la musica sia un mezzo più che essenziale per i giovani, che siano ascoltatori o artisti, per poter gridare al mondo “Io sono qui “, per andare controcorrente e far sì che la gente possa aprire gli occhi su tutto ciò che riteniamo sbagliato»

Noi ci auguriamo che il “grido” di Suerte possa arrivare il più lontano possibile e, nell’attesa di sapere quali novità li servirà quest’anno da poco inziato, guardiamoci assieme il videoclip ufficiale di “Grigio“, ultimo estratto da “Buena Suerte”.