Virux ci presenta in anteprima Vota Devil, il nuovo album – Intervista

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Vota Devil è il titolo del nuovo album di Virux, presto fuori per Dystopia Industry / 404 Music Group. Abbiamo avuto il piacere di poterlo ascoltare in anteprima e di poter fare una chiacchiera con lui.

La nostra intervista a Virux in attesa della pubblicazione di Vota Devil

Il disco Vota Devil esce più o meno a un anno di distanza da Operazione Drago. Che cosa li accomuna e in che cosa differiscono?

«Operazione Drago è un disco che è stato prodotto e scritto tra la fine della quarantena e il periodo che stavamo metà dentro e metà fuori con il coprifuoco. Purtroppo ha sentito l’influenza in negativo di tutta quella situazione. L’ho prodotto tutto io eccetto un beat di Kappa-O e uno di L17 e registrato tutto nell’Hard Record Studio. Causa quarantena ci siamo dovuti adattare ai ritmi di ripresa, ad una certa volevo solo pubblicarlo e prendermi una pausa. Su Vota Devil ci sto arrivando con una mentalità molto più serena, principalmente per il fatto che mi sono preso la “sbatta” di produrre un solo beat anche per poter dedicare più tempo ad altri aspetti del  progetto. I due lavori di conseguenza si differiscono per tanti aspetti, quello che li accomuna è che continuo a portare avanti la mia ricerca stilistica per quanto riguarda lo studio delle barre, flow, metriche e nuove formule che provo a proporre sempre in maniera differente ma credibile».

Hai realizzato diversi progetti insieme a Kappa-O, questa volta invece sei solo. Per altro, sappiamo che anche Kappa-O è al lavoro su un progetto solista. Come mai questa scelta?

«Con Kappa abbiamo realizzato probabilmente una decina di progetti. Da Senza Esclusione Di Colpi in poi abbiamo avuto la fortuna di avere un riscontro più grande del solito e quindi le persone spesso associano il nostro gruppo a quel preciso periodo, ma da sempre le nostre formazioni artistiche sono “mutaforme”. I nostri primi dischi vedevano principalmente me come rapper e Kappa-O come produttore. Abbiamo sempre canalizzato l’attenzione su singoli dove eravamo insieme perché ci teniamo a proporci con dei progetti che rappresentino l’immaginario della nostra crew. Ma per me fare un disco da solo non è una scelta, è un evolversi del percorso. Kappa-O ha appunto prodotto un beat per Vota Devil che è veramente fortissimo e seguito una parte della realizzazione tecnica, così come ha seguito tutto il lavoro tecnico di Operazione Drago. Oltretutto condividiamo il palco da più di 10 anni, stesso discorso per il disco al quale sta lavorando. Per capirci: lo registra nella camera di fianco. Io sto ovviamente collaborando alla realizzazione dell’immaginario, anche con semplici consigli».

Quali sono gli aspetti positivi di lavorare da solo e invece in quali contesti è meglio lavorare assieme a qualcun altro? Lavorare in coppia è un limite all’espressività o piuttosto uno stimolo a superarsi?

«Lavorare da solo ti mette nella condizione di decidere praticamente ogni aspetto del tuo progetto, quindi di conseguenza puoi fare tutte quelle cose che vanno ad esaltare le tue caratteristiche stilistiche. Però attenzione, nessuno lavora mai veramente da solo. Ho lavorato con 7 produttori diversi in Vota Devil e collaborato alla realizzazioni dei video e della “Campagna Elettorale” con altrettante persone. Per quanto le idee e le scelte del disco siano mie, mi sono lasciato parecchio aiutare. Per quanto riguarda il lavorare in coppia, tra me e gli altri sicuramente ci sono dei limiti. Tra me, Kappa-O e pochi altri assolutamente nessuno: siamo cresciuti insieme in questa sh!t e ne abbiamo ancora un sacco da dare».

Come funziona il tuo metodo di lavoro, in termini di scrittura dei testi, realizzazione delle basi o scelta dei beat? Quanto hai impiegato in tutto per realizzare Vota Devil?

«Vota Devil è sceso giù come un bicchiere d’acqua, mi sono divertito a scriverlo, perché le persone che lo hanno prodotto sono stare tutte super infottate e mi hanno proposto il meglio delle loro produzioni. Ho un metodo di scrittura molto semplice: scrivo e basta. Scrivo sempre. Almeno un paio di strofe a settimana. Lo ritengo molto liberatorio ed è una delle attività che mi diverte di più insieme alla fase di recording e ai concerti. Mi viene molto difficile avere periodi neri. Ci sono periodi dove scarto molto perché scrivo male, ma difficilmente dove non scrivo. Per quanto riguarda i beat ho i miei “maestri” che mi mandano sempre dei beat bomba quindi ho l’imbarazzo della scelta».

Parlaci dei producer del disco: come li hai scelti? Hanno realizzato i beat dietro una tua precisa indicazione?

«Praticamente i beat sono prodotti tutti da persone con le quali ci sono a stretto contatto da anni, quindi sono andato nello studio di ognuno di loro è gli ho spiegato che volevo realizzare un disco con determinate sonorità e con un concept oscuro ma satirico. Fortunatamente ho avuto la possibilità di lavorare con persone che ci tenevano a darmi delle produzioni di qualità e, in molti casi, ho messo pure mano agli strumenti insieme a loro. Kappa-O, Clubsmokas e Bargeman sono della mia stessa crew e li conosco tutti da 15 anni. Due beat sono stati prodotti da Kique Velasquez che conosco anche lui da una vita e ci promettevamo di fare delle robe insieme da tantissimo tempo. Lui ha anche curato tutto il lavoro di mix e master del disco. JTR che ha prodotto tantissime tracce di amici e non avevo avuto possibilità di collaborarci fin ora, mi ha dato un beat esplosivo. Infine Cevasco Syntharsi che mi ha mandato il beat di quello che forse è considerabile il miglior pezzo del disco».

Nella scena rap underground, quanta fatica e quanto investimento c’è dietro alla realizzazione di un disco? Immagino che dalla stesura dei testi, allo studio, la pubblicazione, magari la realizzazione delle copie fisiche/merchandising, organizzazione dei live, ci sia dietro un lavoro assurdo. Al giorno d’oggi si riesce ancora a fare tutto in maniera indipendente? Si riesce ad avere un tornaconto o è la passione a muovere tutto?

«Per quanto riguarda scrivere, registrare, produrre, missare, nessuno del nostro giro ha problemi. Perchè la realtà underground offre mille possibilità creative diverse, e nessuno dei “nostri” permetterebbe mai che un disco di uno dei “nostri” suoni male per budget e altro. Quando ho avuto bisogno di “fare” ho sempre potuto contare sugli amici. Se porti rispetto per questa roba sicuramente qualcuno ti aiuterà a realizzarla. Per quanto riguarda tutto il resto è un grandissimo casino. Quello che tiene in piedi il tutto sono i live. Le copie, così come il merch, sono uno sbattimento immane. Fortunatamente con questo disco mi sto muovendo insieme a Dystopia/404 che mi sta dando una grossissima mano nel realizzare i miei piani malefici ma soprattutto mi mette nella condizione di focalizzarmi principalmente sugli aspetti artistici del progetto».

Si dice spesso “le crew non esistono più” eppure Hard Squat Crew e Arena 051 continuano a resistere nonostante il passare degli anni. Quanto è importante la presenza delle “crew” nella scena rap underground? E quanto sono state importanti per te?

«Interroghiamoci su chi è che dice che “le crew non esistono più”. L’hanno mai avuta veramente una crew? Hanno mai levato dagli impicci uno della loro crew? Sono mai stati al matrimonio di uno della loro crew? O al battesimo del figlio? O a dare supporto ad uno detenuto della propria crew? Perché sta li la differenza. Io in Arena 051 ed in Hard Squat ci posso contare anche per tutto quello che sta al di fuori del rap. Anni fa mi sono trovato con il culo a terra per un fattaccio che tutti sanno, sono stato aiutato dalla mia crew. Quindi penso che chi in questo ambiente non vede l’importanza delle “crew” non sia intellettualmente onesto e dovrebbe farsi una lezione di cultura Hip Hop. Ma soprattutto interrogarsi su cosa nel proprio piccolo abbia dato umanamente al movimento. È troppo facile dire che le “crew non esistono più” quando si hanno solo interessi di riscatto personale. Lì nessuno probabilmente sarà disposto ad aiutarti, ma è quanto lo si fa per un riscatto collettivo che il nostro movimento si evolve e diventa più grande».

Al momento ascolti rap italiano? C’è qualche artista o label che secondo te porta avanti il rap underground come avete fatto voi negli ultimi 10-15 anni?

«In questo periodo “ascolto solo i master” e non ho avuto tempo per aggiornami troppo. Potrei farti la lista di “amici e nemici” ma preferisco non farti nomi per due motivi. Primo: perché molta gente è stupida e permalosa. Secondo: perché nel loro piccolo tutte le realtà, di successo o meno hanno contribuito alla continuità del movimento. I nomi già li sapete. Esistono crew che non hanno avuto mai riscontro mediatico ma che organizzano i live dei big americani ed italiani da sempre. E se noi siamo cresciuti è anche grazie al loro lavoro».

Tu hai sempre rappresentato (e continui a farlo!) il rap hardcore come pochi altri in Italia. Quali sono state le tue ispirazioni musicali quando hai iniziato?

«Io sono arrivato a Bolo che ancora nell’aria si sentiva in profumo di Zona Dopa. In quel periodo mi hanno influenzato probabilmente più degli altri tutti i lavori di Neffa, Deda, Kaos, Gruff, Inoki, Lugi, Esa, Turi. Mi sono sentito tantissimo ispirato da tutta quella generazione di ragazzi della mia stessa età, come Kiave, Clementino, Jack the Smoker, Ensi che nel periodo del 2thebeat hanno spaccato in due la scena facendogli fare il level up».

Segui la scena attuale? C’è qualche giovane che vedi come “tuo erede”? Chi porterà avanti il rap hardcore?

«Posso dirti che se ci sono MC giovani che spaccano. Probabilmente ci ho già collaborato, magari ci sto collaborando o sicuramente ci collaborerò. Non puoi sfuggire dal mio radar. Negli ultimi anni avrò collaborato almeno con 20 realtà hardcore giovani ed ho svariati featuring in prossima uscita con dei soggetti che sono veramente crazy. Per me ha un’importanza primaria collaborare con chi porterà avanti il movimento. È per rispetto del movimento che non faccio i nomi. Preferisco fargli il featuring e supportarli nel concreto».

Ringraziamo tantissimo Virux per averci concesso questa intervista.

Non vediamo l’ora che possiate ascoltare anche voi Vota Devil.