Sacky, Ernia, Neime Ezza – Triste (testo)

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Testo di Triste di Sacky, Ernia e Neime Ezza.

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Leggi il testo di Triste di Sacky, Ernia e Neime Ezza

Io mi sentivo una goccia che scivola sul mare
Quando in cielo c’è la pioggia, quando c’è il temporale
Mi vuoi male? Non m’importa
So che è il tuo modo di amare

Dimmi quella cosa che di più mi fa incazzare
Così poi me ne farò un mio punto di forza
Cadrò e mi rialzerò, come tutte le volte
Condannato ad essere forte

Perché il mio mondo non può accettare un debole
Io ho rinunciato al cuore per non essere vulnerabile
Se cammino, il mio oro dondola
Fa il rumore del grano

Se apro la mia botola, faccio un arcobaleno
Tiro su il mio sguardo quando prego
Dico graziе se ho riuscito ad evaderе
Il mio destino era triste

Triste perché mamma avrebbe pianto ai miei processi
Triste, triste perché … fanno sempre cose ingiuste
Triste

Triste, però ho finito le lacrime
Non posso più piangere
Non sono felice
Ma ora siamo dentro, non possiamo più evadere

Triste, però ho finito le lacrime
Non posso più piangere
Non sono felice
Ma ora siamo dentro, non possiamo più evadere
Ora sono

Triste, io c’ho mille fisse
Paranoie, vedo fosse
Forse dovrei morire
Andarmene via, altrove

Così nessuno mi trova
Cancellar le prove poi perdermi nella droga
Ma son davvero triste, non so manco il motivo
Vorrei che mi capisse ma io non mi capisco

L’umore è una giostra, io non so gestirlo
A volte me la rido, a volte fa tutto schifo
Mi sento così morto pure se sono vivo
Guardandomi allo specchio vedo il vero nemico

Sono io, che mi odio così tanto fino a darmi fastidio
Sono triste, come al ghetto dove abbiam fatto gli sbagli
Sono triste, ma so fingere quindi non preoccuparti
Io sono

Triste, però ho finito le lacrime
Non posso più piangere
Non sono felice
Ma ora siamo dentro, non possiamo più evadere

Ora sono triste, però ho finito le lacrime
Non posso più piangere
Non sono felice
Ma ora siamo dentro, non possiamo più evadere
Ora sono

Triste come a Natale, le luci
Come riempire d’oro il vuoto come il Kintsugi
Triste che non lo so, so soltanto che vorrei uscirne
Trieste in bianco e nero come Schindler

Scuro in volto, mercoledì
Come Salmo, sette giorni il mio lunedì
Cerco di trovare me scavo nel ghiaccio
Io non ho paura ma nemmeno coraggio, ah

Guarda come mi riduco
Dico che schifo il piattume di cui mi nutro
Sputo nel piatto ma come la mafia
Il pattume su quale lucro
Quindi deduco, che falso sorriso mentre gratto tartufo
Odio che ora produco

Triste, freddo sempre, cresciuto in Antartide
Mangiami la testa come un amantide
È questo che rende bravi ragazzi dei bastardi
In fondo Lucifero era un angelo come gli altri

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