Euphoria di Kendrick Lamar: le migliori barre del dissing a Drake

Kendrick Lamar Drake dissing

Si è fatto attendere ma aspettare Euphoria di Kendrick Lamar ne è valsa assolutamente la pena: tra cambi di beat e di flow, il rapper di Compton si è tolto decisamente più di un sassolino dalla scarpa, facendo capire a tutti quanto lui e Drake siano non solo due artisti ma, soprattutto, due persone diverse.

Approfondiamo insieme le barre di una traccia che rende ancora più spettacolare questo incredibile beef.

6 minuti, 3 beat e svariati flow: ecco Euphoria, il diss di Kendrick Lamar a Drake

Intitolata così forse per un collegamento con l’omonima serie TV per adolescenti della HBO prodotta da Drake, Euphoria è una interminabile sequenza di schiaffi sulla faccia del rivale, scaturiti da innumerevoli pretesti, quasi tutti accomunati da riferimenti diretti sulla sua persona. Non c’è spazio per il gossip o per speculazioni già affrontate o riportate in auge senza dire nulla di più di quanto già fatto. In questi sei minuti Kendrick Lamar si scatena invece sull’identità razziale di Drake, sulla sua misoginia, sulla sua falsità, sul suo opportunismo ma anche sul suo essere un rapper a dir poco discutibile, sia per come affronta i beef che per come si approccia alla produzione dei propri brani.

Euphoria di Kendrick Lamar non è rap con barre scritte per TikTok o per le migliori frasi su Instagram, questo è rap per fare male, per distruggere il proprio avversario, per mettere le cose in chiaro una volta per tutte e, soprattutto, per sottolineare come lui e Drake siano totalmente due persone diverse:

You’rе not a rap artist, you a scam artist with the hopes of being accеpted

K.Dot non vuole raccontare balle, vuole solo raccontare la sua verità. Tutti stanno parlando da settimane del suo rapporto con Drake, di questo beef, della sua discografia, lui però eccetto alcune barre in Like That ancora non si era espresso più di tanto e, si sa, Kendrick se deve parlare lo fa sopra il beat. Così, eccoci finalmente qui:

This ain’t been ‘bout critics, not about gimmicks, not about who the greatest
It’s always been about love and hate, now let me say I’m the biggest hater
I hate the way that you walk, the way that you talk
I hate the way that you dress

Kendrick Lamar odia Drake. Punto. Nonostante le collaborazioni in passato, con il passare del tempo si sono rivelati essere non solo due artisti agli antipodi, ma anche due persone lontanissime, sia per come utilizzano la propria immagine e il proprio ruolo nel music business, sia per come affrontano la propria vita privata.

Su quest’ultimo tema Kendrick ci tiene infatti a precisare una cosa: la sua vita non è 100% rap music; lui prima di tutto è un padre, prendendo così ancora una volta le distanze dal suo rivale:

Why would I call around trying to get dirt on n***as?
Y’all thinking my life is rap? That’s ho sh*t
I got a son to raise but I can see you don’t know nothing ‘bout that

Bellissimo, poi, il modo in cui Kendrick specula un po’ sulle accuse di interventi chirurgici su cui ci ha giocato, ad esempio, parecchio Rick Ross in Champagne Moments. Ok, le tira in ballo anche lui, ma come? Combinandole a una metafora sulla discografia di Drake, secondo K.Dot priva di classici:

Yeah, my first one like my last one, it’s a classic, you don’t have one
Let your core audience stomach that
Didn’t tell ‘em where you get your abs from

La questione razziale

Dalla blackface di Pusha T all’artwork di Rick Ross, si è parlato a lungo del colore della pelle di Drake e del suo collegamento con la black culture. Di appigli per attaccarlo, volendo, ce ne possono essere parecchi da parte di chi questa cultura la rappresenta, valorizza e tutela con la propria musica da svariati anni.

Tralasciando le simpatiche bars sulla sua capigliatura – e su cui già il rapper dei Clipse ci aveva già calcato il polso ai tempi di The Story of Adidon – o sull’utilizzo da parte di Drake di un brand nato per le minoranza, come FUBUTommy Hilfiger stood out, but FUBU never had been your collection – l’accento preferiamo metterlo un attimo su queste barre:

You know that we got some shit to address
I even hate when you say the word ‘n***a,’ but that’s just me, I guess
Some shit just cringeworthy, it ain’t even gotta be deep, I guess

e sulla conclusiva:

We don’t wanna hear you say n***a no more

Kendrick ci suggerisce un punto di vista differente su questa tematica: non vale la pena immergersi in un pensiero sulla n-word quando si parla di Drake; è imbarazzante il modo in cui la utilizza, nient’altro da aggiungere. Deve quindi semplicemente smettere di utilizzarla.

Kendrick Lamar vs Drake vs J Cole

Surprised you wanted that feature request
You know that we got some shit to address

Fermi tutti: Kendrick ci sta forse dicendo che Drake e J Cole volevano inizialmente fare una “big three track“? Magari proprio First Person Shooter ed è per questo che Cole li nomina nella sua strofa?

È un pensiero che alcuni ascoltatori stanno facendo e trattando online, così come si sta parlando parecchio delle altre barre in cui il rapper di Mr. Morale & the Big Steppers vuole prendere ancora una volta le distanze da entrambi, a maggior ragione dopo che si sono uniti per fare un tour insieme:

I hurt your feelings? You don’t wanna work with me more?
Okay, there’s three GOATs left, and I see two of them kissin’ and huggin’ on stage

Le scuse di J Cole, quindi, pare non siano servite a nulla, il dado ormai è tratto e lo capiamo meglio in questa “selfish bar” di Kendrick, in cui tira in mezzo il discusso rapper YNW Melly, attualmente in carcere e sotto processo per aver presumibilmente ucciso i suoi stessi amici.

Cole and Aubrey know I’m a selfish guy, the crown is heavy
I pray they my real friends, if not, I’m YNW Melly

Insomma, Kendrick la tocca piano…

kendrick lamar nuovo album

Kendrick vs Drake’s ghostwriterssss

Se si attacca Drake, è facile attaccarlo per l’aspetto relativo ai ghostwriter. Non è facile però farlo in maniera originale. Kendrick lo fa, con una delle barre più apprezzate del pezzo:

Ain’t 20-v-one, it’s one-v-20 if I gotta smack n*ggas that write with you

Drake non ha un ghostwriter, secondo K.Dot ne ha venti, se non di più, e tra questi pare ci sia stato anche Lil Yachty, in particolare per la traccia Jumbotron Shit Poppin. Non ne aveva ancora parlato nessuno in questo beef? Eccovelo servito:

I’m allergic to the lame shit, only you like bein’ famous
Yachty can’t give you no swag neither
I don’t give a f*ck ‘bout who you hang with

Gli altri dissing

Chi ha seguito nel corso degli anni i beef che hanno coinvolto Drake, sa che non sono stati affatto pochi e sa che ne è uscito a volte vincitore altre volte vinto.

I don’t like you popping shit at Pharrell
For him, I inherent the beef
You fuck all that Pushin P, let me see you Push-a T
You better off spining again on him, when you think about pushing me

Kendrick Lamar ne è ovviamente a conoscenza e, partendo dalle non richieste frecciatine che il Certified Lover Boy ha tirato a Pharrell in Meltdown di Travis Scott, rispolvera poi il mai-risposto diss di Pusha T e l’avvincente faida con Meek Mill, in cui ammette di aver apprezzato il banger Back To Back di Drake.

Ma in che modo lo afferma? Rivelando che, a quanto pare, qualcuno – forse lo stesso Drake – ha provato a non far uscire la strofa di Kendrick Lamar in Like That di Future e Metro Boomin

Try cease and desist on the “Like That” record?
Ho, what? You ain’t like that record?
“Back To Back,” I like that record
I’ma get back to that, for the record

Abbiamo affrontato solo una parte dei temi trattati da Kendrick Lamar in Euphoria. Ne potremmo approfondire tanti altri, come quest’ultimo, ad esempio.

“Don’t speak on the family, crodie
It can get deep in the family, crodie
Talk about me and my family, crodie?
Someone go bleed in your family, crodie”

K.Dot in queste barre ha scelto di mescolare insulti ad avvertimenti utilizzando il gergo delle gang canadesi, per deridere – e screditare – i presunti legami di Drake con la mafia. Perché lo fa? Lo spiegano meglio quest’altre barre:

I hate when a rapper talk about guns, then somebody die
They turn into nuns, then hop online, like ‘Pray for my city’
He fakin’ for likes and digital hugs

Ipocrisia e prese di posizione per secondi fini non piacciono a Kendrick Lamar, così sbam, schiacciate in faccia a Drake in una traccia che entra di diritto nella top 10 dei migliori dissing rap della storia.

Ad apprezzare la traccia ci sono stati subito diversi colleghi e vecchi amici, a partire da Punch TDE, Jay Rock e Top Dwag, sì proprio quello che aveva tirato in mezzo Drake in Taylor Made Freestyle. Metro Boomin se la ride su X, mentre Denzel Curry, 9th Wonder e Reason compiaciuti si godono lo spettacolo.

Sebbene Rick Ross nelle sue storie gli abbia sconsigliato di rispondere, Drake risponderà mai a questo potente attacco di Kendrick Lamar? Stando a quanto postato da Akademiks e apprezzato dallo stesso @champagnepapi, potremmo presto saperlo.

Staremo a vedere. Intanto, dopo una pubblicazione a sorpresa su YouTube nel pomeriggio di un martedì qualunque, Euphoria di Kendrick Lamar è sbarcata anche su Spotify, Apple Music e via dicendo.

Quanto è bello il rap.