Hanno davvero un senso le dichiarazioni di alcuni trapper che dicono di ispirarsi al metal?
Da ascoltatore di rap/trap ho sempre cercato un confronto/scontro con coloro i quali ascoltano altri generi musicali, per capire e per guardare il mio genere di riferimento con gli occhi di qualcuno che non solo non lo ascolta, ma lo guarda anche abbastanza male. Parlando poi nello specifico riguardo il topic dell’articolo, la mia ex coinquilina Giulia era senza dubbio perfetta per questo compito: metallara cresciuta a pane e rock n roll, aveva finalmente l’occasione per vendicarsi dei tanti momenti dell’anno passato, nei quali aveva cenato con un sottofondo musicale a lei indigesto.
Il casus belli è stato il fatto di leggere spesso online di artisti trap, che dichiarano apertamente di ispirarsi o avere influenze metal. Di recente infatti si è assistito, da parte di molti newcomers, ad un tentativo di reintroduzione del rock all’interno del panorama hip hop. Tutto ciò non è una novità, basta guardare il lavoro che fecero i Cypress Hill su Skulls and Bones, oppure il disco di Ill Bill e Vinnie Paz, Heavy Metal King. Ma mentre per questi casi il richiamo ad un certo tipo di immaginario è evidente, risulta più complicato associare all’immagine di un Lil Uzi Vert a quella di un rocker, nonostante egli abbia dichiarato a più riprese la sua stima per Marylin Manson.
Per questo ho selezionato per lei una playlist di quindici brani da cui partire, lasciandole poi la massima libertà di esplorare e conoscere i trapper più cafoni in circolazione. Questa playlist comprendeva canzoni di Lil Uzi, XXXtentacion, Trippie Redd, 6ix9ine, e Lil Peep.
Questo è il risultato:
«Nonostante mi fossi ripromessa di mantenere un atteggiamento il più possibile aperto, la mia prima reazione alla trap è stata di repulsione, seguita da noia, seguita da gratitudine nel vedere che la maggior parte delle canzoni dura meno di due minuti. Mettiamo subito le cose in chiaro: a me la trap non piace, né piacerà mai. Tuttavia, la conversazione avuta con Marco sulle supposte “influenze metal” di questi artisti mi aveva incuriosito e, per amore della scienza, ho continuato imperterrita ad ascoltare le tracce consigliatemi e ne ho aggiunte anche un paio.
Sono partita da 6ix9ine, il cui ascolto è stata una delle esperienze musicali più noiose della mia vita. Ho poi continuato con XXXtentacion e Lil Peep, con la promessa di contenuti migliori e qui ho cominciato a ricredermi: non mi piacevano comunque, ma almeno c’era un po’ di varietà interna. Con Lil Uzi Vert e Trippie Redd la sensazione di stare ascoltando la stessa canzone più volte è tornata rampante.
Per un outsider, la trap sembra essere fatta solo di stilemi ricorrenti, a partire dai testi. Il testo di una canzone trap media segue questi passaggi: l’artista trap di turno si vanta di essere diventato ricco, di essere il gangster più gangster del quartiere, di drogarsi tanto e male, di fare molto sesso. Di nuovo, Lil Peep e XXXtentacion fanno eccezione perché ogni tanto sforano in una sfera più intima e riflessiva, facendo riferimento alle loro relazioni sentimentali o ai problemi con la droga. Fin qui niente di particolarmente rivoluzionario: fama, droga e amore non sono una prerogativa dei testi trap, come non lo è l’uso di un linguaggio volutamente forte e volgare. Ciò non toglie che dal al punto di vista puramente musicale, le canzoni rimangano per lo più intercambiabili fra loro. La sensazione è di ascoltare sempre lo stesso beat, con una voce che varia da un biascichio monotono a un urlato monotono. E le influenze metal?
Fare un paragone fra metal e trap è difficile, innanzitutto per un problema di ampiezza delle due definizioni. La trap è un sottogenere del rap, relativamente nuovo e circoscritto. Il metal, invece, è un genere con una storia più che quarantennale, ramificato in una selva di sottogeneri interconnessi, eppure diversi l’uno dall’altro per tematiche, sound ed eventuali contaminazioni con altri generi.
Questa enorme differenza già rende molto difficile trovare delle corrispondenze dirette fra i due generi. Se anche volessimo andare a cercare degli stilemi nel metal, occorrerebbe fare le dovute distinzioni. Uno dei sottogeneri in cui precise tematiche e scelte musicali ricorrono di frequente è il power o epic metal. Generalmente le canzoni sono a tema storico, fantasy, fantascientifico o mitologico, si utilizzano molto cori e tastiere e c’è sempre un ritornello più o meno orecchiabile che il pubblico può cantare a squarciagola. Per fare un esempio: i Blind Guardian hanno iniziato la loro carriera con pezzi a tema Signore degli Anelli, ma si sono successivamente ispirati a una quantità di temi letterari, che vanno dalla mitologia classica alla letteratura contemporanea. Per quanto ricorrenti siano alcuni elementi, dietro c’è sempre uno studio profondo delle fonti e un’abilità tecnica musicale notevole. Il power metal non è mai troppo lontano progressive metal (i Symphony X sono un buon mix fra i due), sottogenere che si distingue per virtuosismo, sperimentazione e varietà interna, sia dal punto di vista dei testi che della musica.
Assodato che degli stilemi esistono anche del metal, viene da chiedersi: cosa intendono questi artisti trap per “influenze metal”?
Un connubio fra rap e metal è esistito dagli anni Novanta e per certi versi esiste ancora, ad esempio in gruppi come i Rage Against The Machine, Korn, P.O.D. e Limp Bizkit. Il rap metal era un tentativo di “svecchiare” un genere la cui popolarità stava cominciando a declinare, ma che raramente ha avuto risultati felici e duraturi. I Rage Against The Machine funzionano perché sono una band con un sound molto specifico e che tratta tematiche politiche di protesta che ben si adattano al genere. I Limp Bizkit sono degli intoccabili della musica, universalmente odiati da tutti (come i Nickelback) e ricordati solo per la colonna sonora di Mission Impossible 2 (il tema con la chitarra elettrica, non la parte rappata). Infine, gruppi come i Korn, i P.O.D. e i Linkin Park sono stati i gruppi “adolescenziali” di molti cresciuti fra gli anni Novanta e i primi Duemila (Numb/Encore con Jay-Z ce la ricordiamo tutti), specialmente per le loro tematiche legate appunto al senso di inadeguatezza e alienazione che si prova crescendo. Questi, però, fanno parte di quel magma non ben definito che è il nu-metal, a cui bisogna sempre avvicinarsi con cautela e sospetto. Nei migliori dei casi il nu-metal è un’alternativa più orecchiabile, ma relativamente inoffensiva, nei peggiori è sfociato è sfociato nella peggio emo-scream-core che tutti vogliamo dimenticare.
Se è questo che la trap intende per “influenze metal”, mi dispiace dare loro una brutta notizia: avete sbagliato genere. Quello che fa del metal il genere che è non è solo l’uso dello scream. Se proprio vogliamo vedere, alzare la voce per esprimere la propria rabbia è un fenomeno che esiste dalla notte dei tempi e, se è vero che lo scream è stato introdotto dal rock e dal metal, è anche vero che è poi stato ampiamente utilizzato in altri generi. È questo forse uno dei motivi per cui la trap non potrà mai piacermi: non è solo la mancanza di originalità o gli stilemi ripetuti all’infinito, ma è anche il fatto che dietro non ci sia lo stesso impegno e studio che c’è anche dietro ai generi più ripetitivi del metal».
L’esperienza della mia amica è senza dubbio interessante per diversi motivi.
Primo fra tutti permette di vedere quello che al momento è il genere di punta della scena rap (la trap), con un occhio diverso, più neutro e, in questo senso, è forse anche necessario farsi più di qualche domanda, su che genere di messaggio stia portando avanti la scena hip hop. Secondo, le presunte influenze metal sono forse un modo per farsi più pubblicità o crearsi un background atipico, piuttosto che una reale contaminazione. Infine che i Limp Bizkit non piacciono a nessuno.
Grafica di Matteo Da Fermo.