Marrageddon di Marracash: cosa è stato e non è stato

Marracash Marrageddon Milano
Foto di Nicola Braga

Siamo stati alla prima di Milano del Marrageddon di Marracash, un evento che fin da subito aveva il potenziale di entrare nella storia del rap italiano per svariati motivi: struttura, organizzazione, ospiti, scalette, sorprese, etc etc.

Lo è stato? Vi raccontiamo di seguito come è andata.

Il Marrageddon di Marracash, dal fango alle stelle

Le aspettative erano alte, altissime, peccato quella pioggia del primo pomeriggio poi diventata temporale, poi diventata grandine, a mettere i bastoni tra le ruote, soprattutto agli eroi in coda dalla mattina. Per fortuna se ne è andata poco prima dell’inizio dei dj set, lasciando solo una bella dose di fango che le sneaker di molti fan si porteranno dietro per ancora un bel po’ di tempo.

Dopo la pioggia, il sole, quindi, giusto per dare il benvenuto agli show di Radio Deejay + M20 e a quello più tecnico di TY1 e Zak con cui hanno omaggiato a loro modo i 50 anni dell’hip-hop. A un mese dall’anniversario, davanti a un pubblico che di questi anni ne ha vissuti poco più di 1/5, è sicuramente cosa buona, giusta e apprezzatissima.

È il turno ora degli MC, anzi per includere tutti meglio dire performer, anche se il primo a salire è certamente un talento da preservare, Kid Yugi. Ottimo inizio per lui, assistito poi dai meno memorabili Nerissima Serpe e Tony Boy.

Sapevamo che ci sarebbero state sorprese al Marrageddon di Marracash, ma non così presto, non così belle. Con l’ormai immancabile We Are The Champions dei Queen, fanno l’ingresso sul ring i pesi massimi Nerone ed Ensi, applauditissimi dal pubblico. E ci mancherebbe altro.

Dopo questa bella dose di barre, inizia il momento un po’ più “Generazione Z “con le performance di Anna ( + Artie 5ive), Paky ( + tentativo di vendere una busta a 20€ a un fan un po’ troppo spento sotto il palco), Shiva e il dj set di MILES.

Ci avviciniamo così, finalmente, al poker d’assi finale, ma ecco un’altra sorpresa: Tedua. “Ooooh, finalmente uno che canta bene” sentiamo dire vicino a noi. E siamo d’accordo. Peccato che avremmo solo preferito una selezione più rap nel suo breve set.

Sorprese finite? Per ora sì. Parte l’atteso Fabri Fibra, assistito dal sempre ottimo Dj Double S, con cui fa un tourbillon di brani della sua carriera, da Mr. Simpatia (ormai verso i 20 anni) al più recente Caos. Nota di merito per la maglietta del rapper di Senigallia con sopra la leggenda… Rey Mysterio. LOL.

Il mic arriva ora in mano all’ultimo “antipasto” prima del padrone di casa. Salmo Lebon che, incappucciato, fa la sua solita performance impeccabile, ormai in simbiosi perfetta con il suo Dj, Damianito. Ciliegina sulla torta la scelta degli ospiti da portare sul palco del Marrageddon: prima Fabri Fibra (con tanto di inchino nei confronti del collega) e poi, direttamente da Roma, la doppia N del rap italiano: Noyz Narcos, che ha sorpreso il pubblico con un potenziale inedito insieme anche a Marracash, salito per una breve comparsa sul palco con una discutibile ma sicuramente catalizzante berretto rosso.

E poi ecco, Marracash in pianta stabile sul palco. Finalmente è arrivato il suo turno.

Marracash Marrageddon Milano
Foto di Nicola Braga

Marracash è Popolare. Marracash è Santeria.

Ci si lamenta tante volte (e ci siamo lamentati) del fatto che in Italia non si hanno facilmente concerti con aperture degne di essere chiamate tali. Al Marrageddon di Marracash, invece, lo sono state eccome. Otto ore di live, sì di live, perché per fortuna sono stati pochi i momenti in cui la voce reale veniva surclassata da quella registrata. E visto il periodo, ci va bene anche così. Otto ore le cui ultime due sono state un tripudio emozioni, energia, sorprese e occhi lucidi per molte delle oltre 80mila persone accorse all’Ippodromo SNAI La Maura di Milano.

Quando, dopo una carrellata di ospiti variopinti, Marracash è salito sul palco con la sua prima vera e propria hit nazionale Badabum cha cha, la stanchezza e il fango che ci teneva incollati al terreno non si son fatti più sentire. Due ore di applausi a scena aperta per il tanto atteso padrone di casa che, dopo un tuffo nel passato con tanto di graditissimi evergreen come Popolare e Bastavano le Briciole, ha chiamato sul palco colui che l’ha fatto iniziare a rappare ormai più di 20 anni fa: Cosimo Fini, in arte Guè.

La loro Santeria era per molti il momento più atteso del Marrageddon, dopotutto stiamo parlando di uno dei progetti meglio riusciti degli ultimi dieci anni, sia in studio che dal vivo. C’era poi un titolo sulla bocca di tutti: Santeria 2. Ecco, sicuramente lo saprete già, il tanto bramato annuncio non c’è stato. Arriverà mai? Per ora non ci è dato saperlo ma visto quanto fatto ieri sul palco ancora una volta, sarebbe un altro tassello importante per il genere.

Niente Santeria 2 quindi, così come niente Festival, perché si è trattato a tutti gli effetti di un lungo e riuscitissimo concerto ed è un peccato visto il bisogno che ha il nostro Paese di avere eventi degni di questo nome (trovi QUI le nostre premesse iniziali).

Per noi fan del genere, però, va bene anche così, ci teniamo stretti queste ore di live, di sorprese sul palco (oltre a quelle dette prima, aggiungiamo Mahmood, Blanco, Lazza e Madame) di visual fighissimi capaci di tenerci incollati allo schermo mentre Marra era on stage e, bisogna sempre sottolinearlo, il lavoro di oltre 200 persone che hanno lavorato per mesi a un evento che entra di diritto nella storia del rap italiano.

Sulla nostra pagina Instagram trovi i video della serata.

 

Foto di Nicola Braga