Lil Kim, La Bella Mafia compie venti anni

Il 4 marzo 2003 approdava in tutti i record store La Bella Mafia, terzo album in studio di Lil Kim. Originariamente intitolato Hollyhood, il disco prese poi il nome attuale dopo che la rapper ebbe modo di vedere l’omonimo lungometraggio di David Greene.

Il cuore del progetto ruota attorno al concept di grinding e hustling: la narrazione de La Bella Mafia, fluida e coerente rispetto allo sfondo musicale scelto, permise all’artista di parlare della propria vita e carriera in una chiave gangsta e – fino a quel momento – inedita per una rapper.

Ricordiamo La Bella Mafia di Lil Kim a venti anni dall’uscita.

Nel 2000, Kim aveva pubblicato The Notorious K.I.M., il suo album più audace e sperimentale che l’aveva portata a sconfinare in generi differenti. L’anno successivo, l’artista avrebbe poi scalato le classifiche mondiali con la celebre Lady Marmalade con Christina Aguilera, Pink e Mya.

Con La Bella Mafia, Kimberly decise di ritornare alle proprie origini sia concettualmente che musicalmente parlando. Un disco rap a tutti gli effetti, in sede di registrazione vide la partecipazione dei migliori produttori dell’epoca: Timbaland, Swizz Beatz, Scott Storch e il debuttante Kanye West.

Le ricche e poderose sedici tracce che compongono la tracklist accompagnano l’ascoltatore in un viaggio alla scoperta dei bassifondi della Grande Mela. Sullo sfondo rimane la memoria di Biggie, ma Lil Kim è protagonista unica ed indiscussa dell’intera narrazione.

Ad anticipare il disco pensò The Jump Off, prodotta da Timbo, mentre il successo duraturo de La Bella Mafia venne assicurato da Magic Stick con 50 Cent. Il singolo arrivò alla #2 della Billboard Hot 100 e avrebbe sicuramente conquistato la vetta se non fosse stato per Lose Yourself di Eminem. Kim e Fiddy misero in cantiere anche un video, ma – a causa di dissapori personali che si protraggono ancora oggi – le lavorazioni non videro mai una fine.

Tra le altre perle segnaliamo sicuramente (When Kim Say) Can You Hear Me Now? con Missy Elliott, Thug Luv con Twista e l’intima Heavenly Father. In particolar modo, con quest’ultimo brano la rapper non lamenta solamente l’impossibilità di fidarsi di chiunque dopo la morte di BIG, ma celebra anche la propria legacy.

Sopra tutto, Lil Kim ci ricorda di essere la ragione per la quale nel rap game è venuta meno la distinzione tra uomini e donne:

“Lil’ Kim the first rap bitch to shake up the charts/Act like I ain’t the leader of this Million Bitch March/Who got y’all rockin’ the Prada/The Gucci, Dior, Chanel, Versace and Louis/Please, I’m the reason this rap game is unisex/I’m the reason bitches want bigger breasts/Show some respect where respect is due”

Con The Notorious K.I.M., parte del grande pubblico aveva storto il naso di fronte alla sperimentazione intrapresa dalla rapper. Con La Bella Mafia, Kimberly decise quindi di reclamare il proprio posto nel rap game dando vita ad un progetto che può essere considerato – a tutti gli effetti – un’evoluzione di Hard Core.

L’artista fu al timone della creazione del progetto dopo aver interrotto i rapporti professionali con il team di Diddy. Il risultato fu un album rap solido e coerente attorno al quale Lil Kim costruì un’estetica accattivante ed efficace. Se non l’aveste ancora fatto, non vi resta che recuperare questo gioiellino cliccando dal link che trovate di seguito… buon ascolto!