Un viaggio nell’Immaginario di Halba e Foldino – Intervista

Halba Foldino

La storia di Halba e Foldino è una storia che ha a che fare con l’amore per la musica. Immaginario, il loro ultimo album, è un disco curato alla perfezione nelle liriche e nelle produzioni, come ce ne sono pochi nel mare di nuovi prodotti che escono quotidianamente.

La nostra intervista a Halba e Foldino

I due rapper di Cinisello Balsamo hanno alle spalle diversi lavori, insieme e da solisti, ma Immaginario sembra essere la carta d’identità perfetta da presentare a chi non conosce il loro universo. Il modo di scrivere dei due artisti ha un doppio volto: da un lato è diretto e fluido, dall’altro nasconde barre con un significato più che profondo. Secondo alcuni sono la versione lombarda della famosa Lovegang e forse qualche somiglianza c’è, ma una cosa è certa: meriterebbero più considerazione. Abbiamo voluto intervistarli.

Quando e come nasce il progetto Halba e Foldino?

«Il progetto Halba x Foldino è nato ufficialmente 4/5 anni fa in maniera molto naturale. Ci conosciamo da più di vent’anni e abbiamo sempre avuto la passione della musica, finché non siamo arrivati a scrivere e abbiamo capito che volevamo fare un disco insieme, da lì è cominciato tutto».

Senza nulla togliere ai vostri lavori passati, Immaginario sembra essere un lavoro più pensato e maturo rispetto ai precedenti (solisti e non). Cosa c’è stato di diverso nella lavorazione?

«È sicuramente il nostro lavoro più maturo, di diverso nella lavorazione principalmente c’è stato il tempo che ci abbiamo messo per portarlo a termine. Non è stato voluto del tutto ma a causa della pandemia e altri fattori abbiamo dovuto ritardare l’uscita, e alla fine è stato un bene perché ci ha permesso di completarlo al meglio e senza dover correre».

Semplicemente Halba e Foldino - Rapologia.it

Il suono del disco è super fresco e omogeneo e probabilmente buona parte del merito è di ydn: com’è nato il rapporto con lui?

«ydn è indubbiamente 1/3 di questo disco, è stato fondamentale per la riuscita di tutto e per l’apporto che ha dato a “immaginario”. Anche con lui siamo amici stretti da quando siamo piccoli e musicalmente ha iniziato con noi, siamo decisamente fortunati».

@Halba: cosa intendi con la barra “Voglio farlo con la testa non basta arricchirmi”?

«Halba: per me questa frase vuol dire che per fare musica e farne il proprio lavoro non bisogna per forza scendere a compromessi che ti portano nella direzione contraria a quella che stai percorrendo. Onestamente non giudico chi lo fa, anzi la ritengo una cosa normalissima in questo mondo, ma penso che per me questa via sia meglio».

Credo che Vegas in Piano A vi abbia lasciato una grande strofa, mi ha colpito molto il coraggio di raccontare di esser stato dipendente da qualcosa, pur avendone raramente (o forse mai) parlato nei suoi brani. Al netto dell’immaginario rap e dei suoi crismi, cosa pensate di chi ostenta esageratamente l’uso di droghe, anche pesanti, nei brani e sui social?

«Quando Veggie si mette a registrare non sai mai cosa aspettarti, stupisce sempre anche noi. Pensiamo che il grande potere mediatico di alcuni artisti sia un po’ trascurato. Se il rap, come la musica in generale, è il mezzo per trasmettere ogni tipo di stato d’animo, ogni tipo di vissuto, ci spaventa pensare che c’è chi millanta così tanto le droghe da non rendersene conto nemmeno. Ognuno è libero di fare della sua vita ciò che vuole ma, forse, alcuni aspetti di vita privata è meglio tenerseli per sé».

Le vostre capacità di scrittura sono innegabili. Avete mai pensato di fare anche gli autori per altri?

«Certo, è un altro sogno che ci accomuna e ora come ora stiamo provando a buttarci anche in quello ma, come sospettavamo, è un mondo forse ancora più intricato dell’essere frontman. Quando nei crediti vedi testi scritti da sei o sette persone capisci che non è facile, ma ci stiamo lavorando».

Alcune barre del disco lasciano trasparire il fatto che siate persone abbastanza riflessive ed attente al proprio lato più intimo. È così? Ci sono dei lati del vostro carattere invece che sono agli opposti?

«Siamo due persone introspettive, questo non vuol dire che passiamo le giornate a fare a gara a chi è più triste anzi. Però si, il lato più intimo riusciamo a tirarlo fuori con la musica e, tante volte, è proprio quel lato dove ragazzi/e si rivedono e, proprio come noi, solo attraverso certe note riescono a farlo venire a galla».

“Non paragonarmi agli altri, sono un’altra pasta/Non posso arrivare a tutti come banda larga”: avete mai avuto la sensazione che il significato di alcune vostre rime potrebbe non essere colto o che la vostra crescita possa essere penalizzata dal fatto che la maggior parte degli ascoltatori rap italiani ascolta contenuti più usa e getta?

«Ce ne siamo accorti subito eppure quanto è bello avere la possibilità di scrivere qualcosa che rimanga nel tempo? Un pezzo che a distanza di anni viene colto nel suo essere dall’ascoltatore? Non ci spaventa e non ci tenta la musica usa e getta, c’è già chi la fa e anche bene onestamente, quindi lasciamola fare agli altri».

Halba x Foldino, ecco "Immaginario" traccia per traccia | Billboard Italia

Qual è l’artista americano dal quale traete maggiore ispirazione?

«Fare solo un nome è difficile, ma sicuramente J. Cole, Kendrick Lamar, Isaiah Rashad. Ce ne sono mille, le influenze straniere sono tante e, fortunatamente, tutte con un appeal diverso tra loro».

Prossimi live?

«Grazie a Plasma Concerti ci stiamo muovendo anche da quel punto di vista, abbiamo un sacco di sorprese e piano piano ve le tiriamo fuori tutte ma, finalmente, ci saranno nuove city in cui ancora non siamo stati. Non vediamo l’ora guys!»