I venti dischi che secondo HipHopDX hanno fatto la storia del rap in rosa

Rap femminile

HipHopDX ha stilato una lista dei venti migliori album rap femminili di tutti i tempi: vediamoli insieme.

Parlare del rap femminile non è mai semplice. Di questo tema abbiamo già discusso a lungo in altri nostri articoli e, questa volta, abbiamo voluto commentare una lista stilata da HipHopDX.

Il celebre blog americano ha infatti redatto un elenco dei venti migliori progetti rap pubblicati da donne, basandosi su qualità, visibilità ed impatto. In apertura, gli autori hanno voluto giustificare l’assenza di alcuni grandi nomi dalla lista: nonostante alcune non siano state inserite, si riconosce comunque l’influenza che queste hanno avuto sulle loro colleghe.

Noterete senza dubbio l’assenza di The Miseducation of Lauryn Hill: il motivo? Gli autori dell’articolo lo ritengono un album r&b più che un disco rap vero e proprio, ma questo nulla vuole togliere al suo status di “classico” della musica.

Il nostro percorso non ci porterà a commentare ogni scelta fatta dal team di HipHopDX, ma cercheremo di dire la nostra su alcune posizioni assegnate ai dischi in questione.

Partiamo dalla #20, conquistata da Broke With Expensive Taste di Azealia Banks. Gli autori hanno evidenziato l’organicità del disco insieme all’originalità e creatività della rapper di Harlem. Pur meritando di essere presente in questa lista, il disco della signora Banks si distingue sì per creatività ed originalità, ma – ad avviso di chi scrive – non per il suo essere coeso: la rapper è sicuramente una delle femcee più versatili dell’intero rap game, ma BWET è un lavoro sperimentale che mischia hip hop, musica elettronica, jazz e tanto altro. Il risultato? Un progetto futuristico, ma a tratti di difficile ascolto.

Foxy Brown occupa due posti: la #19 con il debutto Ill Na Na e la #12 con Broken Silence. L’ottima posizione conquistata dal secondo è del tutto meritata: BS rappresenta a pieno la maturità artistica della rapper newyorkese ed è caratterizzato da barre impegnate e suoni variegati. Ill Na Na di contro – pur rimanendo un buon esordio – non riesce a distinguersi dagli altri dischi pubblicati in quegli anni (1996-1997): insomma non uno dei migliori di tutti i tempi.

Tre posizioni sono state invece occupate da Lil’ Kim: la #16 con La Bella Mafia, la #11 con The Naked Truth e la #5 con Hardcore. Indiscutibile il valore del primo e del terzo: Hardcore costituisce una pietra miliare del rap in rosa e grazie ad esso è stato sdoganato il porno rap, carta vincente di molte rapper a noi contemporanee. Altrettanto valido è La Bella Mafia, il quale – ad avviso di chi scrive – rappresenta il lavoro migliore di Kimberly: produzioni coese, ospiti eccezionali e una Lil’ Kim da paura lo rendono un classico. Discutibile l’alta posizione raggiunta da TNT: pur concordando con gli autori in merito al fatto che questo disco mostri il “lato più brutale” di Kimmy, è comunque troppo lungo e poco originale. C’è di peggio, ma anche di meglio…

Nicki Minaj ha conquistato la #14 con The Pinkprint. Il terzo disco della rapper della Young Money è sicuramente il suo lavoro più profondo: Onika si è infatti spogliata di parrucche ed orpelli per mettere i propri sentimenti in primo piano. Pur presentando forti influenze pop ed r&b, questo album ha tracce rap epiche e molto valide: tra le molte ricordiamo Only, Shanghai, Want Some More e Feeling Myself. Ingiustificabile di contro l’assenza del debutto di Nicki Minaj, Pink Friday. Questo progetto ha avuto il merito di resuscitare il rap femminile dopo un oblio durato diversi anni: con PF, Onika ha riaperto le porte del rap game alle donne grazie al proprio stile unico e al proprio suono. Questa femcee potrà anche non piacervi, ma bisogna tributarle il giusto credito.

Non ci stupisce affatto trovare Invasion of Privacy di Cardi B alla #6. Il disco è finito accanto ai grandi nomi visti fino ad ora grazie agli ultimi due criteri sopracitati: visibilità ed impatto. Se da un lato non possiamo negare l’impatto mediatico di Belcalis Almanzar, dall’altro non possiamo non sottolineare per l’ennesima volta la qualità non eccelsa di questo progetto. Di Cardi B abbiamo già avuto modo di parlare altrove e non ci dilungheremo per evitare di scadere nella polemica gratuita.

Squillo di trombe, arriviamo al podio interamente occupato da Missy Elliott: Miss E…So Addictive (#3), Under Construction (#2) e Supa Dupa Fly (#1). Sfidiamo chiunque a negare la legittimità di queste posizioni, guadagnate e meritate pienamente: Melissa Arnette Elliott è la rapper più grande di tutti i tempi e – prescindendo dal genere – una dei più grandi. Period.

Una menzione d’onore meritanono Laila’s Wisdom di Rapsody che ha conquistato una #4 meritatissima e Funkdafied di Da Brat, arrivata ad un’altrettanto meritata #9. Scorrendo la lista troverete anche – tra le tante – giganti come MC Lyte (#13), la prima donna a pubblicare un album da solista nel 1988, Queen Latifah (#17) e le Salt-N-Pepa (#15).

Nonostante qualche assente ingiustificato e qualche presenza fuori luogo, vi invitiamo ad ascoltare tutti gli album presenti in questa lista. Che questo articolo sia un’occasione per vincere un po’ l’ignoranza che permea i nostri orizzonti musicali: buon ascolto!