Sembrava tutto finito per i fan italiani di Griselda Records quando poco prima di partire con il suo tour europeo Westside Gunn lo aveva annullato con un lungo post sui social ma, per fortuna, la Soulfood Promotions si è messa subito al lavoro per trovare un sostituto all’altezza e, senza alcuni dubbio, ci è riuscita chiamando al BIKO di Milano il suo fratellastro: Conway The Machine.
Ok, forse si è persa un po’ l’unicità scenica e artistica di uno come WSG, ma si è certamente alzato il livello tecnico e lirico, senza voler togliere nulla all’autore della apprezzatissima saga Hitler Wears Hermes.
Da Buffalo a Milano: Conway ha portato un live hip-hop che non scorderemo
Da quando ci sono state le riaperture dei locali post-pandemia, deve essere cambiato qualcosa nella mente degli organizzatori italiani e nell’interesse da parte dei management degli artisti stranieri, perché mai come negli ultimi due anni e mezzo ci sono stati così tanti big della scena rap internazionale nel nostro Paese.
Da Kendrick Lamar a 50 Cent, passando per Kid Cudi, Jack Harlow, Nas, Little Simz, di big ne sono passati qui da noi e tanti altri presto ne arriveranno. Un segnale di come l’Italia stia diventando sempre di più fondamentale nella promozione degli artisti al di fuori dei loro confini e non possiamo che gioirne, soprattutto se tra questi annoveriamo anche vere e proprie leggende di quell’underground statunitense che, ormai, definire tale è diventato restrittivo.
Sì, perché la Griselda Records ha creato quella sorta di unicum nell’ambiente, dove i dischi sono lontani dalle top 10 delle più ambite classifiche ma i nomi dei loro esponenti li troviamo sulla bocca di tutti, grandi e piccoli della scena e perfino in ambienti non proprio così affini alla doppia h, vedi ad esempio la Paris Fashion Week.
È la prova di come con il rap pieno di barre crude, metriche e affermazioni non scontate, sporche diventate un trademark, si possa veramente arrivare anche al pubblico che pensa che il rap sia quello che passa sui principali network nazionali e che con quello che fanno Westside e soci ha veramente ben poco a che fare.
Basta porre attenzione al Reject Mania European Tour di Conway per farsene un’idea, con doppie date nella medesima location quasi tutte andate sold-out e un’accoglienza calorosa da parte del pubblico che per assistere al live si è fatto chilometri e chilometri di strada. Solo alla seconda data di Milano, abbiamo potuto conoscere gente che è venuta da Venezia, dalla Sicilia e persino dalla Svezia. Più di 2000km per ascoltarsi Conway al BIKO, non so se avete capito. Anche questo è l’hip-hop.
Siamo certi che chiunque abbia assistito a una delle due date di Milano di Conway The Machine ne sia uscito ancora più innamorato di Griselda e orgoglioso di non essersi perso l’evento, a partire da ciò che c’è stato prima che non è affatto scontato: buona musica in sottofondo e performance di due connazionali che, in maniera differente, ci hanno sorpreso (vi consigliamo ad esempio di dare una chance a Brodie Fresh, che tra l’altro ha portato con sé sul palco il giovane e carichissimo italiano 22.
Poi il delirio, un live di un’ora di La Maquina che tra brani recenti e passati, strofe fatte per dischi di altri – da brividi Hood Blues del compianto DMX – dove non ne ha steccata una, senza l’aiuto di doppie o di voci sotto, nonostante un blunt costantemente in mano e qualche bicchiere bevuto qua e là lo abbiano sicuramente messo alla prova.
Il pubblico poi ha fatto il suo, merito anche di una location non troppo ampia che gli ha permesso di assistere a pochi metri di distanza a un vero e proprio maestro del rap con la r maiuscola, che tra punchline, incastri, messaggi d’amore verso la sua gente, strette di mano e vinili firmati, ha impresso nella memoria di molti uno dei concerti più hip-hop che dall’Oltreoceano si siano visti qui in Italia.
Lunga vita a Griselda Records.