All’inizio del mese di aprile è stato annunciato a sorpresa un concerto del leggendario pioniere dell’hip hop Afrika Bambaataa nella città di Bari.
Con pochissimo preavviso siamo riusciti a raggiungerlo nell’hotel per farci raccontare l’hip hop da uno di quelli che l’ha creato ricevendo anche spunti molto interessanti su svariati argomenti.
Intervista ad Afrika Bambaataa, uno dei padri dell’hip-hop
Good afternoon Afrika Bambaataa! You’re a pioneer of the hip hop genre, you literally created it. You, Grandmaster Flash and DJ Kool Herc are the holy trinity. I’d like to ask you what was the vibe when hip hop was being created? Was there rivalry between neighborhoods or was hip hop already a source of unity for people?
«In the beginning there was no such thing as the word hip hop, we were just doing it to do. The vibration was coming off from the civil rights and the human rights movement, we still had little confrontations when the people were into street organizations, better known as gangs. It (hip hop ndr) was kind of changing vibes for that, plus there was the black power movement and the drugs and all that stuff that was being brought into the community. It was that vibration that made us want to bring people together and form this culture, this movement with the b-boys, dancers, DJs, MCs, the aerosol writers, the graffiti writers, putting them all together under one nation, the Universal Zulu Nation and making culture and spinning it all around the city and throughout the different states throughout cassette tapes at that time, those were like albums.»
Buon pomeriggio. Lei è un pioniere del genere hip hop, l’ha letteralmente creato. Lei, Grandmaster Flash e DJ Kool Herc formate la sacra trinità. Vorrei chiedere com’era l’atmosfera nel periodo in cui l’hip hop è stato creato? C’era rivalità tra quartieri o l’hip hop era già una fonte di unione per le persone?
«Innanzitutto a quei tempi la parola hip hop non esisteva nemmeno, noi facevamo solo quello che facevamo. L’atmosfera di quel periodo derivava dai movimenti per i diritti civili e umani, avevamo ancora piccoli scontri quando le persone si riunivano nelle organizzazioni di strada, meglio conosciute come gang. Quello che sarebbe diventato l’hip hop stava cambiando la situazione, c’erano anche i movimenti per il potere nero e il problema della droga nelle comunità. Era quella situazione che ci ha fatto venire voglia di unire le persone e formare una cultura, un movimento con i ragazzi che creavano i beats i ballerini, i Djs, gli MCs, gli aerosol writer, i graffiti writer, messi tutti sotto un’unica nazione, la Universal Zulu Nation, creando un’unica cultura e portandola in tutta la città e in tutti gli stati tramite le cassette, che a quei tempi erano gli equivalenti degli album di oggi»
Why do you think this art was so needed at that time?
«Well, it was needed because, like I said, coming off the backs of the black power movement and the civil rights, they needed something in the communities to do among the young people, the youth. This was the answer to send to the great supreme forces called by many names. So, in different times, the different communities saw jumping up Grandmaster Flash, Kool Herc, Afrika Bambaataa, D.J Breakout, Disco King Mario and all the other DJs that came before in the disco era, all the different music bands used to play before the DJs, so… It was something that was cultural and was into black people’s DNA so that they keep making something with music as it was for the latinos brothers and sisters and indigenous brothers and sisters throughout the United States of America Republic.»
Perchè pensa che ci fosse bisogno di quest’arte a quei tempi?
«Beh, perchè, come ho detto, tornando dai movimenti per i diritti civili e dei neri, c’era bisogno di fare qualcosa nelle comunità per i giovani. Questa era la risposta da mandare alle forze supreme chiamate con vari nomi. Perciò, in diversi periodi, le varie comunità hanno visto l’ascesa di Grandmaster Flash, Kool Herc, Afrika Bambaataa, D.J Breakout, Disco King Mario e tutti gli altri DJs arrivati prima nell’era disco, con tutte le band che suonavano da prima, quindi… Era un movimento culturale ed era nel DNA delle persone di colore affinchè continuassimo a fare qualcosa con la musica, proprio come lo era per i fratelli e sorelle latinos e indigeni intorno a tutta la Repubblica degli Stati Uniti d’America.»
I saw Grandmaster Flash in concert too and he spoke very highly of you during the whole gig, giving you your flowers, he was great. What was like your relationship with him? Are you still in touch?
«Yeah that’s my brother for life, him and Kool Herc. We talk and get together every now and then.»
Ho visto anche Grandmaster Flash in concerto e ha parlato molto bene di lei per tutto il live, è stato grande. Qual era il vostro rapporto? Siete ancora in contatto?
«Certo, è il mio fratello a vita, lui e Kool Herc. Ogni tanto ci sentiamo e vediamo.»
In the 70s did you expect hip hop to be as big as it is now? Are you happy with the status of hip hop right now?
«We didn’t know that was going to become a world phenomenon, when we were doing it we were just doing it to do, like I said. You know like James Brown said (laughs ndr). We just made things happen being live and being real. We knew through the Universal Zulu Nation, as we started to travel from city to city and town to town, that we were onto something big. Then once we started to become a wordwide movement we understood we had to bring love and peace all around the world.»
Negli anni 70 vi aspettavate che l’hip hop sarebbe diventato tanto importante come lo è adesso? Lei è contento dello status dell hip hop in questi tempi?
«Noi non sapevamo che sarebbe diventato un fenomeno mondiale, a quei tempi facevamo quello che facevamo, come ho detto e come diceva James Brown (ride ndr). Facevamo solo in modo che le cose accadessero essendo presenti e fedeli a noi stessi. Abbiamo poi compreso la grandezza del genere quando abbiamo iniziato a viaggiare di città in citta e di Stato in Stato con la Universal Zulu Nation. Nel momento in cui siamo diventati un movimento mondiale abbiamo capito che il nostro compito era portare pace e amore nel mondo attraverso di esso.»
Do you think that the purpose of the Universal Zulu Nation has been achieved or is there something left to do?
«We always still have something to do: bringing knowledge, wisdom, understanding, freedom, justice and equality, peace and love, having fun overcoming negative with positive and bringing the faith of God in the people. So you know, as we become a galactic people, we’re going to be spreading it throughout galaxies, you see extraterrestrial brothers and sisters already flying all over the place and still people show different things on their phones… What we said years ago is in everybody’s face now.»
Pensa che l’obiettivo della Universal Zulu Nation sia stato raggiunto o c’è altro da fare?
«Abbiamo sempre altro da fare: portare conoscenza, saggezza, comprensione, libertà, giustizia e uguaglianza, pace e amore, divertimento superando tutte le negatività con qualcosa di positivo e portando la fede in Dio nelle persone. Quindi sai, mentre diventiamo un popolo universale, il nostro obiettivo sarà portare questo messaggio nelle galassie, vedrai i fratelli e le sorelle extraterrestri volare con noi, d’altra parte le persone adesso possono mostrare tutto con i loro telefoni… Quello che dicevamo anni fa è davanti a tutti adesso.»
What’s your take on hip hop nowadays?
«About hip hop, you have people who follow the music and the ones who just follow the rappers, but there are people who are really doing the culture of hip hop: the bboys, the fly-girls, the DJs, the MCs, the aerosol writers ecc… plus all the elements added to them. So you’ve got the realest people that follow hip hop culture and then you got the ones that just follow rap.»
Qual è la sua opinione sull’hip hop di questi tempi?
«Nell’hip hop hai le persone che seguono la musica e quelli che seguono solo i rapper, ma ci sono anche altre persone che compongono davvero la cultura hip hop: i b-boys, le fly-girls, i DJs, gli MCs, gli aerosol writers ecc… più tutti gli altri elementi da aggiungere. Quindi hai le persone più vere che seguono tutta la cultura hip hop e poi ai quelli che seguono solo il rap.»
And who are your favourite rappers?
«There are so many old and new, we can go from Chuck D and the whole Public Enemy to Ice Cube, Queen Latifah, MC Lyte, but you can also jump to the people happening now with all the gangsta stuff, the bling bling, the mumble (laughs ndr). It’s the groove, whenever they’ve got the groove that makes you move, like trap music or hip house or whatever has the vibration, I respect it all. Because there are all these fantastic people that make all styles of music, I can’t get into just one style: there’s slow-paced hip hop, electro-funk hip hop, Miami-bass hip hop, Bahali-funk hip hop, jazz style hip hop, soul hip hop, R&B hip hop, reggae hip hop, Italiano hip hop, La Francais hip hop, so many different styles…»
E quali sono i suoi rapper preferiti?
«Ce ne sono tanti vecchi e nuovi, possiamo andare da Chuck D e tutti i Public Enemy a Ice Cube, Queen Latifah, MC Lyte, ma ci sono anche alcuni più nuovi con il genere gangsta, il bling bling, il mumble (ride ndr). È il groove che ti fa muovere ciò che importa, come per la musica trap o la hip house, qualunque sia la vibrazione, io rispetto tutto. Perchè ci sono tutte queste fantastiche persone che creano vari stili musicali, non riesco a parlarti solo di uno stile: c’è l’hip hop lento, l’electro-funk hip hop, Miami-bass hip hop, Bahali-funk hip hop, jazz hip hop, soul hip hop, R&B hip hop, reggae hip hop, hip hop italiano, hip hop francese, tantissimi stili diversi…»
Speaking of influences, your style has been influenced by many genres, in particular funk and techno. I’d like to know what was the role of people that you’ve collaborated with, like James Brown or Kraftwerk, in this process?
«Nothing but the funk, the funk is the life, the funk is the thing, the funk makes you just do anything in this universe. You just need a beat that slaps you in the face and just funks you up!»
Parlando di influenze, il suo stile è stato influenzato da tanti generi, in particolare da funk e techno. Mi piacerebbe sapere qual è stato il ruolo di persone con cui hai collaborato, come James Brown o i Kratwerk in questo processo?
«Nient’altro che il funk: il funk è vita, il funk è la realtà, il funk ti fa fare di tutto in questo universo. Hai solo bisogno di un ritmo che ti tiri uno schiaffo e ti faccia sentire il funk!»
Do you think that the so-called “culture vultures” are a real problem in hip hop?
«Well, you know, like they say in Christianity, Islam or Buddhism and everything, the prophets came to the so-called “certain people” at a certain time, then the message spread to the rest of the world. So the same is with hip hop, the message came to the so-called “black people” then it spread all around the world for all types of people, so it’s like a religion.»
Pensa che i cosiddetti “culture vultures” (appropriatori culturali) siano un vero problema nell’hip hop?
«Beh sai, come si dice nel Cristianesimo, Islam o Buddismo e il resto, i profeti sono andati da certe persone in un certo momento, poi il messaggio si è diffuso in tutto il mondo. La stessa cosa è con l’hip hop, il messaggio è arrivato prima alle persone di colore per poi diffondersi in tutto il mondo per tutti i tipi di persone, come se fosse una religione.»
What about Italy? What do you like about it?
«This has been my home for over 30 years so, you know, I had so many good times over here in Italia doing all the festivals and going to all the amazing places that I visited. One of the most amazing things I did was in Asiago where I was playing on a mountain, I put my hand in the air and felt like I could touch the clouds. Plus I’ve had vacays here, eating all the great food with all the good people and the vibration… Feel the vibe, everybody come alive!»
Cosa le piace dell’Italia?
«Questa è stata la mia casa per più di 30 anni, perciò sai, ho vissuto tanti bei momenti qui in Italia facendo tanti festival e andando in posti meravigliosi. Una delle cose migliori che ho fatto è stata ad Asiago, quando stavo suonando su una montagna e, alzando la mia mano al cielo, sentivo come se potessi toccare le nuvole. Ho fatto anche delle vacanze qui, mangiando cibo buonissimo con tutte le belle persone qui… Una sensazione stupenda, ti faceva sentire vivo!»
Do you know and listen to any Italian artists?
«I can’t remember all the names I used to listen back then, but my main good friends are from Napoli, like Tullio and Enzo. From the early days I listen to Joe Venuti, then Shoek and all the Italian rappers in the early Universal Zulu Nation. Every know and then I hear some of the groups that come in the international radio stations, and that’s what’s beautiful about satellite radio station and internet radio stations, that you can hear hip hop, funk, soul, R&B, jazz, reggae, reggaeton and all the different styles happening from around the world.»
Conosce e ascolta artisti italiani?
«Non riesco a ricordare tutti i nomi degli artisti che ascoltavo, ma i miei migliori amici sono di Napoli, come Tullio e Enzo. Ai vecchi tempi ascoltavo Joe Venuti, poi Shoek e tutti i rapper italiani appartenenti alla Universal Zulu Nation. Ogni tanto mi capita di ascoltare dei gruppi nelle radio internazionali, e questo è il bello della radio web e satellitare, puoi ascoltare hip hop, funk, soul, R&B, jazz, reggae, reggaeton e tutti i diversi stili musicali da tutto il mondo.»
The interview is over, thank you, it’s been a honor!
«Thank you, peace!»
L’intervista è finita, grazie, è stato un onore!
«Grazie a te, pace!»
Grafica di Mr. Peppe Occhipinti