“Angelo Blu” è un brano dalla natura molto particolare.
Ma cosa si nasconde dietro?
Molti di voi saranno scettici nel leggere un titolo simile. Lo stesso scetticismo che in molti avranno provato ascoltando “Angelo Blu“, la prima traccia di “Pour l’Amour“, che avrebbe potuto trovarsi nel mezzo della tracklist così da nascondersi dentro il progetto intero. E invece no, è lì, posta in cima, come a dire: “Questo disco non è ciò che ti aspettavi. Se provi a capire il viaggio bene, altrimenti puoi tranquillamente ascoltare qualcos’altro”.
Deve essere difficile per un paese come l’Italia accettare un fenomeno come quello di Achille Lauro e Boss Doms. Un paese che – storicamente – ha avuto come riferimento principale del rap un determinato tipo di approccio che abbraccia un decennio di storia, che va da “Quelli che Ben Pensano” sino all’impegno ostinato dei centri sociali. Un decennio di storia dove si aprivano sì strade interessanti ma – al contempo – un decennio indietro rispetto allo sviluppo del genere nel resto del mondo. Ecco, Achille Lauro e Boss Doms si collocano proprio all’opposto dei benpensanti.
Achille Lauro e Boss Doms sono tante cose: fuori di testa, provocatori, disturbanti e fuori dagli schemi, vero. Ma sono italiani al 100%. E con Italiani intendiamo un concetto a 360° gradi che abbraccia il loro stile, l’amore per la moda,l e loro influenze musicali, il concetto di comunicazione e lo sviluppo della propria persona. Tutto quello che filtra da Achille Lauro e Boss Doms è equiparabile ad una collezione esclusiva di Gucci. La guardate e penserete “non mi metterei mai quella roba” ed invece dentro di voi il desiderio per quell’oggetto aumenterà a dismisura, a vostra insaputa. Desideriamo sempre ciò che non riusciamo ad avere o a capire, la strana natura dell’essere umano. E la loro musica è lo specchio della nostra società, che oggi ha paura di rivelarsi, quasi a vergognarsi di sé stessa.
Perché dovremmo discutere di un video in cui gli artisti si conciano in modo discutibile ed oltre ogni senso dell’etica, quando nessuno si preoccupa di come mai l’adolescente medio italiano spreme le carte di credito del padre fino all’ultimo centesimo pur di comprarsi quelle Balenciaga o quelle Yeezy per considerarsi accettato o al passo coi tempi?
La musica del nostro Paese è sempre stata abituata male. Male perché il concetto di empatia che ha ricercato nel suo periodo post-cantautori è ormai superato. Dai cantati pop che cantano dell’amore perduto passando per dei personaggi che sono prodotti del sistema ma che cantano contro il sistema stesso. Achille invece guarda a quel pop sincero ed originale – a volte poco ricordato – che attinge a personaggi e stili degli anni ’80, a brani culto come “Amore Disperato” di Nada e (perché no!) “Figli delle stelle” di Alan Sorrenti. Sound e stilemi “all’Italiana” ma che nella musica di Achille lauro ricorrono in modo più sofisticato guardando intelligentemente al futuro.
“Angelo Blu” porta quindi a compimento un processo inverso che nessuno in Italia ha mai avuto il coraggio di osare. Se è vero che l’Hip Hop vivrà per sempre perché camaleontico nella sua natura, questa ne è una dimostrazione chiara. I synth anni 90′, il drop insolito delle batterie e le voci di Cosmo ed Achille che diventano anche loro degli strumenti in grado di impreziosire il contesto psichedelico nel quale prendono forma, sono un’esclusiva nell’attuale contesto italiano.
La musica deve essere in grado di interpretare la realtà in cui vive, a prescindere se questa sia conforme o meno ai nostri schemi mentali. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile credere che un disco come “Pour L’Amour” potesse esser prodotto da una major come la Sony, eppure è successo. È successo che in classifica non ci sta più la mediocrità dell’italiano medio bensì la classe sognante del ragazzo che è costretto a farsi da sé, privo di qualsiasi valore o legame con una realtà che non gli appartiene più. È un concetto ormai superato quello del ceto sociale. Ciò che esiste oggi è soltanto un’enorme classe media che guarda alle stesse cose con il medesimo spirito critico. Ascoltare “Angelo Blu” provoca la stessa sensazione di quando giri per Milano e ti accorgi che non ci sia un solo individuo che non curi in modo maniacale la propria immagine.
“Angelo Blu” è il coraggio di osare e di andare oltre. Se l’indie rap è l’alternativa italiana all’imitazione degli stilemi esteri, la samb–trap di Achille Lauro e Boss Doms è l’alternativa alla musica italiana stessa, la narrazione non scontata di una mentalità perversa e lussureggiante, materialista e senza regole. Una realtà non facile da accettare, ma pur sempre una realtà.