Anger Management è il nuovo progetto pubblicato di Rico Nasty, interamente prodotto da Kenny Beats.
La rapper classe ’97 Rico Nasty ha pubblicato il suo primo album ufficiale Anger Management. Un album breve: 9 tracce per 18 minuti totali, in cui compaiono i featuring del duo di Atlanta EARTHGANG e del rapper texano Splurge.
Il progetto è stato interamente prodotto da Kenny Beats che ne ha seguito l’intera lavorazione.
Le nove tracce sono tutte inediti e ruotano intorno al tema della rabbia e di come cercare di renderla qualcosa di costruttivo. Il titolo significa letteralmente “gestione della rabbia” e il mood rabbioso è chiaramente percepibile già dal primo ascolto.
Cold apre l’album ed è tematicamente un classico del rap a stelle e strisce in cui si mostrano le skills parlando di soldi, abiti, droga, haters e quanto si sia più bravi degli altri rapper. Rico mostra subito il suo stile molto aggressivo sul beat, con le strofe veloci quasi urlate. I beat hanno influenze di suoni rock e accompagnano in modo giusto la voce ruvida e “sporca” dell’artista.
I successivi brani seguono questa linea e invitano gli altri rapper a non provare ad imitare il suo stile, sia musicale che di vita. Lo sfogo viene smorzato da una costante autoironia di Rico che usa molti giochi di parole e paradossi all’interno dei propri versi. In Hatin c’è un sample di Dirt off Your Shoulder di Jay-Z, e Rico riprende i versi di Hov nel ritornello invitando tutte le donne a diventare “boss bitch” e non accettare posizioni subalterne in famiglia.
“If you feelin’ like a boss bitch, gon’
Go to the club, leave that nigga at home
If you got your own shit you ain’t ever gotta listen to him girl
Ni-ggas be hatin’ on bitches
You know these ni-ggas be hatin’ on b*tches
You know these ni-ggas be hatin’ on b*tches
If you got your own shit you ain’t ever gotta listen to him girl
Ni-ggas be hatin’ on b*tches”
Anger Management è un album interessante, di un’artista che si è appena affacciata sulla scena con uno stile molto riconoscibile e personale. Un progetto con un concept che non nasce come una playlist di singoli, né come catalizzatore di streaming con maree di featuring , ma per raccontare esperienze, sensazioni e idee dell’artista.
Considerate le logiche dell’industria musicale del 2019 e le moltitudini di artisti che hanno successo solamente “cavalcando la wave”, non è poco.
