Nas e Hit-Boy ampliano la portata con Magic 2

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Con il quinto progetto, Nas e Hit-Boy confermano di giocare in una league completamente inedita per il resto della scena. Non è chiaro se Magic 2 sia il match finale o solo una transizione verso altro ma una cosa è certa: stiamo assistendo ad un primis nella storia del genere.

Nuovi incantesimi per Nas e Hit-Boy in Magic 2

Quando parlano dei vestiti, guardami, quando parlano dei gioielli, del bling-bling. Io ho portato tutto questo in città, io sono l’ufficiale e originale, Don Dada.

L’apertura del re dei papponi Don Magic Juan alza il sipario al secondo round dello spettacolo di magia di Nas e Hit-Boy. L’errore fatto nel 2021 rappresentava la prima illusione: quel “questo è solo per alimentare l’attesa” che tutti abbiamo interpretato come progetto inferiore rispetto alla saga King’s Disease. Magic 2 oggi dimostra di appartenere allo stesso universe ma di esserne uno spin off di propria identità e dignità.

Il primo nostalgico capitolo ricalcava l’abilità di Hit-Boy di tramutare la propria drum machine in una macchina del tempo, ispirando Nas a solleticare il suo bambino interiore mettendolo a tavola con le conquiste odierne. Nas è un business man attratto dall’idea di catturare l’arte finché significativa e questa leggendaria run di progetti continua a porci due domande: come è potuto iniziare? Come potrebbe mai concludersi?

Le risposte non trovano voce tra noi pubblico sorpreso e ammaliato dalla rottura dell’eterna scelta tra qualità o quantità o forse la magia è proprio nel tenere nascosti certi misteri. Magic 2 è ricco di magia come il suo predecessore e come mostrato dal suo artwork, rappresenta un collegamento più solido tra il diciassettenne che ha scritto Illmatic e il veterano che fa mangiare polvere in una maratona di adolescenti.

Abracadabra, con un titolo prevedibile considerando il nome del progetto, ci presenta un ottimo Hit-Boy autore di melodie e atmosfere degne di uno spettacolo di Harry Houdini. mentre Nas approfitta dell’imprevedibilità del suo compagno di studio per sfruttare il suo elastico flow, più in forma che mai a questo punto. L’energia non tradisce il momento presente, seppur si lascia coccolare dal prestigioso passato del suo autore. Nas come nei precedenti progetti ha un occhio nel momento e uno nel passato, sfornando bars da storico di cultura Hip-Hop e da business man contemporaneo.

Se nel precedente spettacolo A$AP Rocky e DJ Premier lasciavano brillare le infinite facce della grande Mela, qui è 50 Cent l’ospite d’onore.

La storia tra Nas e 50 risale a ben prima dell’impero Shady/G-Unit/Aftermath a quando 50 Cent sotto Columbia Records era compagno di label di Esco. La storia li ha portati a dividersi finendo in uno dei beef più ignorati della storia ma oggigiorno i due sono quanto di meglio New York City ha da offrire nello sfornare milionari. Office Hours è una strizzata d’occhio che non soddisferà di certo i fan più fedeli di 50 Cent ma che farà felice chi ne apprezzerà il momento.

La magia può prendere pieghe oscure e così Hit-Boy mette le sue batterie in reverse mentre Nas con la sua didattica abilità nel raccontare storie tramuta notti da incubo in un invito a vedere la cultura nera oltre i peccaminosi traguardi del materialismo. Black Magic è tutto questo e una delle migliori offerte di Magic 2.

I punti di connessione con i precedenti lavori non mancano, What This All Really Means tra tutte suona come un seguito di First Time in cui la nostalgia della prima volta tocca più Nas che i suoi fans in questo brano. Nas ricorda di essere stato uno dei primi artistI  a cadere vittima del web con il leak del suo mitico doppio disco I Am…The Autobiography.

Abbiamo approfondito sullo storico incidente e la relazione tra Nas e la musica non rilasciata ufficialmente nei seguenti articoli:

The Lost Music: Nas Vol. 1

The Lost Music: Nas Vol. 2

Se nel precedente King’s Disease III si respirava un’atmosfera da “grand finale” (nonostante a questo punto un quarto capitolo non sorprenderebbe) in Magic 2, Hit-Boy sembra essere entrato in studio con l’obiettivo di provare nuovi trucchi di magia. Nello sperimentare non tutto è ovviamente risultato epico, la staticità di Earvin Magic Johnson è salvata solo da un Nas ormai ibernato nella poetica mentre il coraggiosissimo sample di Don’t Mess With Mister ‘’T’’ stuzzica per l’iconica melodia ma ci frena dall’esaltazione musicale dato che ormai anche chi non lo conosceva prima ora ha ben chiare le idee del sound di Hit-Boy.

Liricamente Magic 2 non tradisce affatto le pretese del primo capitolo, forse allontanandosi un po’ più dall’intenzione di toccare temi delicati come avveniva in Ugly o The Truth, ma l’intensità non si è abbassata di un grado. Nasir Jones non vuole “solo” essere considerato uno dei migliori rapper mai esistiti, Mr. Jones vuole essere il testamento personificato della capacità evolutiva del genere con racconti passati che mostrano una vita alimentata dal “Motion” fino ad arrivare ad un’età dove il tempo sembra scorrere come sabbia in una clessidra (Slow it Down). La celebrazione del orgoglio nero iniziata in Ultra Black nel 2020 continua con l’ottima Bokeem Woodbine dedicata al sottovalutato attore. Un brano intrigante anche per il fan più esigente di Nas in cui la spiritualità di Distant Relatives incontra l’arroganza del alter ego mafioso Nas Escobar.

Come nei precedenti progetti, la portata più grande arriva al traguardo (esclusa la bonus con 21 Savage che male non fa ai DSP), Pistols On Your Album Cover è la perfetta traccia tema dell’imminente 50esimo del Hip-Hop con tutti i suoi riferimenti e omaggi, Nas non ha lasciato spazi vuoti al fantastico tappeto musicale di Hit, performando una sorta di encore finale per chiudere anche questo Magic 2 in bellezza.

Purtroppo non sempre Hit-Boy riesce a stare al passo e lo stacco tra Magic 1 e 2 non è lontanamente paragonabile a quello titanico di King’s Disease I e II ma questo non deve confonderci.

Magic 2 è un altro ottimo lavoro di un duo che inizieremo ad apprezzare davvero tra diversi anni. È assurdo anche solo pensare di aver avuto 5 progetti nel giro di 3 anni, lavori in cui non è solo la quantità a fare la differenza ma anche la sua acerrima nemica: la qualità.

Digerire tutte queste idee, sample, beats, rime e vibes richiederà tanto e siamo sicuro che quando la magia svanirà, ne sentiremo la mancanza.

Don Juan nel intro avverte di essere Hip-Hop tanto quanto chi sputa rime dietro un microfono, il lifestyle lo precede e lo conferma. Un ideale testamento indiretto da parte di Nas nel dichiarare che, anche senza questi cinque progetti, a microfono spento Nasir Jones è l’Hip-Hop.

Per saperne di più, recupera ora le recensioni dei progetti precedenti:

King’s Disease

King’s Disease II

Magic

King’s Disease III