Maury B presenta The Legacy: una vita dietro le barre

Maury B
Foto di theycallmemendez

Finalmente, dopo una serie di singoli e a dieci anni dall’ultimo album – Book of Rhymes -, Maury B pubblica The Legacy. Un ritorno in grande stile per Maury, originatore del suono italiano, sempre al passo nonostante il tempo e le frustrazioni, che la vita inevitabilmente porta in dote.

Tredici tracce che arrivano come Uppercut sul mento – senza le skit che avevano caratterizzato il precedente disco -, con featuring di prestigio e liriche impeccabili. Semplicemente Hip Hop, “dal produttore al consumatore”.

The Legacy di Maury B è il rap senza tempo che cerchiamo

Ma in fondo questa musica ci ha dato la risposta (Soul Pirates)
Dieci lunghi anni in cui le difficoltà dovute alla dipendenza da sostanze stupefacenti hanno costretto Maury a lunghe e dolorose soste, a periodi difficili di vita reclusa, alla privazione della libertà, a passare del tempo in comunità, in carcere e agli arresti domiciliari, esperienze brevi ma intense e penalizzanti soprattutto a livello mentale e di ricerca di motivazioni.

Così si legge nel comunicato stampa. Nell’epoca della leggerezza, dove si gioca a nascondersi dietro un’immagine di sé illusoria, Maury B si mette a nudo. Non c’è vergogna nella verità. Questo insegna e tramanda l’Hip Hop.

E l’Hip Hop è il filo conduttore, del disco come della sua carriera: la penna scava, e aiuta ad analizzarsi. Gli aspetti che in altri artisti vengono colorati (ed edulcorati) per Maury sono neri, come la poesia e la realtà. Il suo rap è la sua vita.

Maury B è

Un pazzo selvaggio di Nichelino, che è l’essenza di come dovrebbe essere un rapper.

Le impressioni che The Legacy ci ha suscitato non seguiranno un filo logico. Non vorremmo togliervi il gusto di sentirlo dall’inizio alla fine.

The Legacy: Impressioni varie (I)

Il pezzo che colpisce di più è probabilmente Mai odiato: prodotta da Oyoshe, la canzone esprime al meglio la motivazione alla base delle sue rime. Il ritornello è uno slogan, un appello, una dichiarazione (d’amore) che vale come monito collettivo:

Ne ho fatte ma non ho mai odiato…mai odiato/toccato il marcio consapevolmente in un silenzio assurdo trattenendo il fiato…

È riuscito a trattare un argomento potenzialmente banale in maniera seria e personale. Dobbiamo tutti imparare da questa lezione: il contenuto può ancora accompagnarsi degnamente allo stile. E il contenuto principe del rap, è l’individuo.

Non è un discorso troppo complicato. Non è una complicazione intellettualistica. Ognuno, per raggiungere la consapevolezza della sua condizione sociale – perché di questo l’Hip Hop si è occupato per anni -, può solo partire da sé.

The Legacy: impressioni varie (II)

Certo, non c’è solo questo costante ‘mettersi a nudo’. Non gli renderei giustizia. The Legacy è un disco variato e scorrevole, col giusto dosaggio di riflessioni e skillz, e con i nomi giusti a completare il quadro. Al microfono appaiono infatti Davide Shorty, Masito, Mattak, EGreen, Charlie Muscle, Tormento, Esa e il graditissimo ospite internazionale Planet Asia.

La produzione, curata per lo più da Dj Douglas e Chryverde, prevede, tra gli altri, la collaborazione di Dj Skizo, Mastafive e Dj Shocca.

The Legacy è il disco che forse mancava. Ed è arrivato nel momento giusto. Si parla già da un po’ di una certa inversione di tendenza, e di un ritorno all’essenza, alle radici del rap. Il nome di Maury B avvalora certamente questa tesi.

Certo, per chi quell’approccio lo ha sempre fatto degnamente e senza ricalcare passi altrui, la tesi apparirà ridicola. Nel mondo della rete c’è spazio per tutti, dicono (ma l’algoritmo non è dello stesso parere…). Allora c’è, e ci sarà spazio per questo rap.

Adulto, sincero, e intramontabile.