Egreen – Incubi (testo)

Egreen 2022

Testo di Incubi di Egreen, brano prodotto da Fid Mella

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Leggi il testo di Incubi di Egreen

Came a long way motherf*cka

Era tutto un sogno, sfogliavo Elle nel soggiorno
A tredici anni senza un cazzo di problema attorno
Prima della figa le sostanze e delle delusioni
Quell’anno 107 mi blasfò i neuroni

Poi Ginevra un altra dimensione
Poco più di un anno senza il valore dei soldi o il rispetto a persone
In poche parole un borghese sbruffone
Torno in provincia di Varese da mezzo c*glione

Back to reality braccia conserte
Zarri alla fermata con Franchino a palla sul Taiful le penne
Ai piedi le silver TN le baffalo zeppe
Le panette basse marchiate pressate imboscate nelle sotto selle

Ci pigliavan per il c*lo per i baggy larghi
Chi parla a schiaffi guai a lamentarti o a ribellarti
Ordinaria provincia italiana col Woolrich e i grammi
E l’argilla nei parchi tasta bassa se parlan i grandi

Rap terzo mondo fotta acerba disperatamente
Alla ricerca costante di un confronto con la stessa provincia asfissiante
Come contorno classe media disagiata figli ingrati speed a mezzogiorno
Kaos e Deda primo live della mia vita è un segno

Col circolone che esplodeva fra senza ritegno
La grande truffa quando è uscita al pomeriggi in fissa
Con Nicolò e Giovanni al largo giardino con vista
L’indiano ho conosciuto Fritz Beppe
Mani che anni dopo si sarebbero ristrette

Onore liquo il primo amore giornate in priola
Primi baci raglie scopate me le ricordo ancora
Da qualche anno gli FK marchiavan la zona
Mauro lado in lungo linea come porno a Roma

E mentre io iniziavo col grato
Sandro Mazzafame narrava le sue connection con Zeno e Kauto
Kino e Zaio erano già leggenda
Prima che massi e gli altri prendessero in mano quella faccenda

Luca Rispo era un’icona un monumento
Quel che mi disse quel pome lo porto ancora dentro
Pischelli senza futuro e a casa il pasto caldo
Chi tornava dal Marocco o Olanda pesi in pancia o in c*lo

Io ritiravo e al supermercato pesa al fumo
Poi a far le bocce in cantina di qualcheduno
EHgià da un giorno all’altro in casa basta nogra
e guarda caso si divorzia io mi sono fatto roccia più che forza

prime spadellate con la camida e Leonardo in pompa
coi primi mostri che bussavano calmi alla porta
La scimmia a digiuno finto vissuto confuso e contuso
niente aiuto quindici anni scarsi sfigato e cocciuto

nel frattempo lo zarro menava il prof bocciava
mio padre che se ne andava mai rivisto e manco mi importava
Mia madre col primo incidente in fin di vita
sbattermene è stato il più grosso rimorso della mia vita

per questo 21 anni dopo quando è risuccesso
non ho esitato a fiondarmi al volo all’inferno
E a 16 anni stavo messo male
quel primo viaggio a Bogotà della mia vita ha fatto sragionare

Vagliele a spiegare ad un pischello con m*rda nel cervello
certe cose la vita anni dopo ha spiegato anche quello
E per me ….. era un padre
ma a pensarci forse un bene se a una certa il mio destino ha mischiato le carte

stava creando un mostro
ho pianto tanto quando se ne andato cosa avresti fatto tu al mio stesso posto?
Valentino che studiava all’Accademia in Brera
qualche volta mi portava a fumare i lotti di crema

oppure ero con …. col mio culo sul 306
sedili in pelle fumo nero e tekno kappa in play
Mezza Italia intanto bombardava la FN
Io andavo da Ugly, pace a Bionico e Stato Struggente

La True People, Busto Galla, prima TVM
Si preparavano a cambiare la storia per sempre
Poi quel cazzo di teknival a Bassano
Che quasi non ritornavo ragnatele in testa e sulla mano

Ha spinto troppo con tutto questo pisquano
E troppo presto mi guardavano, tipo “ti salutiamo”, già
E mentre stavo uscendo sfregiato da quello sfaso
Mi ha preso in braccio questa merda con Sen e Tommaso

So Fresh, anno zero, ho preso in mano carta e penna
Da Vez a Vigor, primo demo coi soldi dell’erba
Le ultime stagioni al treno, Lacustre Clan, Goedi e Medda
Robotflow, penso ai live di Kaso-Maxi e tremo

Mio fratello Palla su a Varese aveva la corona
Con quel cazzo di microfono per me era Maradona
E mentre a Milano si formavano i Dogo
Andavo a Torino da Paolito a fare cypha, bolle sangue nuovo

Nel frattempo studiavo tecniche e flows
E veri MC’s quando sul palco roccavano veri show, se
Una vita da fan e da spettatore
Prima che il rap mi pagasse, mi desse ragione

Prima che i buffoni si sentissero i migliori in campo
Prima che Mughini andasse a Controcampo
Quasi a diciannove col mio primo sfratto
Punto a capo, culo in strada, dormo in una fogna, manco diplomato

Dopo il demo via Farini, nuova linfa
Il confronto con Milano mi ha dato la vera spinta
Gli amici fan la bella vita l’università e la fica
Io scarico i camion pago i conti e sto in salita

Scrivevo e pensavo solo a farla finita
Sulla mia giugulare quella cazzo di matita
Colleghi mi passan d’avanti, perdo la speranza
Scrivo barre a nastro, cambio case ma non è abbastanza

Lavoro duro e l’odio logora insieme all’invidia
Ma piano piano senza accorgermi traccio la linea
Continuo a fare dischi e corro da solo
Aumentan serate su Milano, riconoscono il c*zzo di suono

…. e perdo le mie paure
Cresce il mio nome le skills si fan più mature, già
2013 ho la bomba in mano, se
Nicolino sforna un classico italiano

Indican quello di Busto Arsizio ovunque vado
E sul metallo mio fratello Faise è disumano, suono dappertutto
E ogni lunedì mattina timbro il cartellino sempre più distrutto
Doppia vita col lavoro mi divora finché a Lucca

Fuori da un cliente un mattino ho sboccato giallo e viola
La BH, Yari e Lillo dan fuoco ai pannelli
Mentre io divento una leggenda per questi pischelli
Ma non mi fermo e detesto sti complimenti

Per ciò che ho passato, sempre sul chi va là, sull’attenti
Coinvolgo gente, continuo a suonare in giro
Non abbasso tiro e non guardo mai l’erba del vicino
Inesperienza porta sbagli, mi sento un cretino

Per come ho gestito dei rapporti con testa da ragazzino
Spesso quando corri non ti accorgi che arrechi dei torti
Non è una scusa e mi dispiace, ho accusato i colpi
A qualcuno ho dato una mano senza secondi fini

Nonostante tutto ancora qua e voi odiate Fantini
La mia generazione perde colpi e c’ha i giorni contati
Non mollo, chi pensi che abbia creato C.A.R.A.T.I.?
Ma quella è un altra storia, avevo una visione diversa

Per certi aspetti comunque vittoria
Il rap in Italia nel frattempo cambiava
E non me ne è mai fregato un cazzo di cosa strac*zzo andava
Ho fatto le mie scelte, ho pagato
Fino al punto da passare per il cazzo di sfigato

Son stato male sono stato in qualche crew
Grato a vita a Jack, Bat e Kuno anche se non parliamo più
A Mista e Shocca, mi hanno messo sulla mappa
Sono ancora orgoglioso di esser stato in crew con Vacca

Forse non sono stato sempre un esempio
Ma Zonta, Antonio, Gccio e Teo san quello che porto dentro
Beati voi pezzi di merda che non vi sbagliate
Io vivo bene con i segni di ste coltellate

2016 settantamila euro
Senza Instagram o featuring o un cazzo di ritornello
Ancora adesso mi fischian le orecchie
Me ne fotto, fra’, di rime ne ho ancora parecchie
L’anno dopo ho rilanciato con più odio
Perché ho quello di Simone nel ’96 al Campidoglio

E con Costa ho omaggiato Primo nella maniera più pura:
Musica, senza speculare con la cultura
Rimpiango qualche fratellanza finita malissimo
Altre son nate: Tommy mi tatua la Y
Nel frattempo io riprendo vecchi vizi
La merce, Milano, donne, ritorno nei precipizi

Intanto il rap ha di nuovo voltato pagina
Arrivano i soldi, qualcuno baratta l’anima
Qualcuno si adatta con scaltrezza e visione
Mentre il business è in mano a una nuova generazione

Io faccio fatica a capire sta roba
Ce ne siamo innamorati senza social, né soldi, né moda
Da una zona dove l’aria non è buona
Forse per quello che ho preso e reccato T.O.M.A.

Ma la fame non si frena, freme e scalpita
Altro rap Craig G, Cassel, Bengala, Attila
Campo di rap, sperpero soldi e pecco d’arroganza
Sempre meno amici ma col rap non perdo la sostanza

A un certo punto, non so dove, perdo l’obbiettivo
Ma nonostante tutto, suca, perché ancora scrivo
Mi sento stanco, un po’ vecchio, col piede nella fossa
Frustrato un po’ affrettato, sbaglio qualche mossa

Ho un disco pronto ma sono senza energia
Mi affido a gente sbagliata, il progetto perde magia
Ho scritto “Ho sbagliato” perché il rap mi ha spezzato il cuore
Ma in un ritratto, l’ambiente è composto da persone

E in corsa arriva il deal con Sony, Fede ci crede
Io c’ho i nervi sotto i piedi e la mia testa cede
Il giorno dell’uscita a Bogotá muore il mio vecchio
Non ci credo sembra un incubo vissuto ad occhio aperto

22 Febbraio, volo a Bogotá col primo aereo
Torno due giorni dopo sconvolto, senza rimedio
“Fine Primo Tempo” appena uscito e sono a pezzi
Chiudono il mondo a chiave, niente euro, niente concerti

Mi dissanguano le tasche, strascichi di compromessi
Scazzi, avvocati e pago tutto con gli interessi
M’indebito e vedo un futuro pitch black
Prima volta che in vent’anni penso a smettere col rap

E a Settembre prendo accordi con Sony per il secondo
E faccio uscire un tape bomba, sorrido per un secondo
Fine 2020 un’altra tragedia in casa
Torno in Colombia con più buchi in testa che a Gaza

Mollo tutto in dieci giorni e torno nel mio continente
Qui la luce si spegne definitivamente
Tutto quello che è successo non ha precedenti
Dopo otto mesi rivivo lucido avvenimenti

Due anni senza respirare a un passo dal cedere
Fino a vedere scintille dalla cenere
Ho ancora palle, barre, merda ardente
L’ultimo Lord of Vetra torna a Milano da indipendente
Toma

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