Non solo rap americano, inglese, francese e italiano su Rapologia, quest’anno espandiamo i confini geografici del genere e approdiamo in porti inaspettati: da up & coming artist a talenti di fama certificata su larga scala, di seguito vi proponiamo dieci brani stranieri da ricordare.
Nonostante da sempre la scena hip hop statunitense fagociti le altre a livello internazionale, potrete accorgervi della varietà sommersa di influenze e punti di vista da parte di musicisti extra-anglofoni (e non italiani) e magari sviluppare passioni incomprese, come quella per il rap sperimentale giapponese.
Ecco alcuni dei migliori brani rap stranieri del 2022
E proprio da un gruppo rap sperimentale giapponese partiamo. I Dos Monos sono un trio di Tokyo composto da Zo Zhit, Taitan e Botsu, formatosi prevalentemente su rock e jazz fino al debutto nel 2019 con il rap progressivo di Dos City per l’americana Deathbomb Arc.
Lo stile del gruppo è decisamente interessante: ascoltiamo rappate iperattive e energetiche su beat sghembi e quirky, senza mai abbandonare una ricerca sonora che gli ha permesso di collaborare con band rap iconiche come clipping. e Injury Reserve. L’ultima traccia pubblicata nel 2022 si chiama DOG EATS GOD, presenta il featuring dello scrittore giapponese Yasutaka Tsutsui, e conferma tutte le loro particolarità.
Rimanendo in Asia, passiamo alla Cina e quindi alla rapper VAVA. Classe ’95, la ragazza di Ya’an sale al successo tramite lo show The Rap of China, diventando tra le esponenti di maggior spicco dell’hip hop nazionale.
Primo album nel 2017, blocco della cultura hip hop e dei tatuaggi nella tv cinese nel 2018 e firma con Warner Music China nel 2019, la parabola di VAVA pare sempre in ascesa e ben decisa a incorporare nella tradizione hip hop elementi musicali prettamente cinesi. Proprio con il progetto del 2022 V-Mistery la rapper accoppia brani drill come OK a influenze meno conosciute in Occidente.
E ora Corea, il panorama artistico più celebrato dell’Asia grazie alla pervasività del k-pop e delle sue band principali, primi tra tutti i BTS. Proprio dai BTS in pausa forzata per completare il servizio militare obbligatorio esce j-hope, che quest’anno ha pubblicato il suo primo album ufficiale da solista (Jack in the Box).
Arson è il secondo estratto di questo (sottovalutato) progetto, e merita una certa attenzione: la produzione battente è un allarme continuo che segue le strofe strepitate dell’artista, le quali a loro volta impressionano per la personalità del membro di un gruppo associato a tutt’altro genere.
Per finire la gita in Asia torniamo in Giappone con quella che vorrebbe diventare (e c’è vicina) la regina del rap giapponese, Awich. Già con Partition del 2020 era entrata nei nostri radar, ma l’album Queendom è una dichiarazione di intenti forte e chiara, così come la title track esaltante ed estremamente personale, che fa rivivere la morte del marito ad Atlanta nel 2006.
Avvicinandoci a culture più influenti sulla musica americana, sia a livello musicale che testuale, vi proponiamo Residente con la sua This is not America. Il brano rivisita ovviamente la celebre This is America di Childish Gambino, ricordando a Donald Glover che quelli che menziona nella sua hit sono gli Stati Uniti, mentre l’America è tutto un continente.
Residente è il sangue dell’hip hop portoricano e si contraddistingue fin dagli inizi di carriera per il suo impegno relativo all’educazione e i diritti in America Latina. This is not America è solo l’ultimo sforzo di awareness del rapper.
Tokischa è meno conosciuta, ma ancora per poco. Ha già collaborato con Ozuna, Madonna e J Balvin e, benché abbia uno stile più irriverente e scanzonato di Residente, tratta spesso temi identitari e sociali, quali la liberazione sessuale e la diffusione della droga in Repubblica Dominicana.
Qui la troviamo con un featuring nella canzone La Combi Versace di Rosalìa, ma restano altrettanto valide canzoni come Sistema de Patio insieme al rapper Treintisiete.
Fama non indifferente invece per il cantante tanzaniano Diamond Platnumz, primo artista dall’Africa a raggiungere un miliardo di views su Youtube. Nella nuova hit Fresh, Platnumz canta e rappa, assistito da Focalistic, Costa Titch e Pabi Cooper, nella magia dell’afrobeat ormai globale.
Unica scelta di madrelingua inglese, dall’Australia è un must listen Genesis Owusu. Autore di uno degli album più vari e ispirati del 2021 con Smiling with no Teeth, l’artista del ’99 è un talento inondato di risorse musicali e capacità compositiva, che è riuscito all’esordio a congegnare un concept album diviso tra jam, ballate, banger e alt rock.
Il primo singolo della nuova era di Genesis (il quale tra gli album cycle cambia personaggio, stile e concept) è GTFO, comprensivo di videoclip e nuova girandola di ossessioni, dai Black Dogs agli scarafaggi. Musicalità, flow, ritornelli, ballabilità, inventiva, il nativo del Ghana proveniente da Canberra sembra avere tutto e ci chiediamo solo quando verrà conosciuto anche in Italia.
Yung Lean al contrario non è madrelingua inglese, ma, nonostante sia nato in Svezia, è innegabile la sua influenza sull’emo e cloud rap fin dal 2013 con la virale Ginseng Strip 2002, ora tornata in auge grazie a Tiktok.
Quest’anno Yung Lean ha fatto seguito a Starz del 2020 con Stardust, assoldando tra i vari collaboratori anche Fka Twigs, che lo accompagna nella splendida Bliss. C’è del post punk, c’è del rap, c’è la voce di Twigs che squarcia il brano e soprattutto c’è tanta confusione, ma di quella ben congegnata.
Per finire la carrellata di tradizioni rap poco diffuse al di fuori della nazione d’origine andiamo in Russia, con un rapper che si è schierato in modo indefesso contro l’invasione dell’Ucraina da parte del suo paese. L’artista è Oxxxymiron e la canzone si chiama Oyda (traslitterata dal russo, significa Oh Sì).
Dopo il 24 Febbraio scorso Miron ha cancellato numerose date del suo tour sold out in Russia per protesta contro la guerra, sostituendole con alcuni concerti di beneficenza per le vittime in Ucraina. Tornato in Russia solo di recente, il rapper è stato dichiarato foreign agent e ha deciso di rispondere al regime con questo brano fortemente impegnato.
Speriamo sinceramente che possiate sviluppare un interesse per la musica al di fuori dell’America e dell’Italia, d’altronde di tradizioni e tecniche inesplorate ce ne sono tante e chissà che da uno di questi paesi non esca la prossima star o la prossima nicchia di portata globale.
Intanto ascoltatevi questi dieci brani stranieri del 2022 e fatevi un’idea di quello che c’è intorno a noi!