«Vera Pelle perché è un’eccellenza italiana» – Intervista a Nex Cassel

Nex Cassel vera pelle intervista

Vera Pelle è il nuovo disco di Nex Cassel ed in vista dell’uscita ne abbiamo parlato in una piacevole intervista.

Vera Pelle è il nuovo album del generale Nex Cassel, prodotto da St. Luca Spenish e con i featuring di Izi, Nitro, DrefGold, Dani Faiv e Quentin40 che danno vita a cinque collaborazioni inedite.

Come il suo predecessore, Vera Pelle è l’unione tra i sound più freschi e le barre più crude, una delle mille sfaccettature di uno degli artisti con più spessore nell’underground che, lavorando a quattro mani con St. Luca Spenish riesce sempre a servire all’ascoltatore materiale da pompare a tutto volume in giro coi finestrini abbassati.

Via corrispondenza abbiamo chiesto a Nex Cassel dei suoi mille side projects, della birra targata Adriacosta, del disco e tanto altro: il risultato è stato una piacevole intervista piena di spunti e chicche per gli appassionati: Buona Lettura!

Ciao Nex, benvenuto su Rapologia. Per rompere il ghiaccio vorrei chiederti di parlarci dei tuoi vari side project musicali. Considerando che sei una delle figure più eccentriche della scena tra la serie di dischi con Spenish, il tuo lato di produttore, i Fratelli Freschi… Vorrei chiederti di spiegarci in breve in quanti progetti hai le mani in pasta, in modo da far scoprire al tuo pubblico lati di te che, probabilmente, non conoscono.
«Sono parecchi anni che faccio musica e a un certo punto mi sono accorto che l’ascoltatore vuole identificarti in una sola cosa, ma c’erano vari stili e aspetti del rap che mi piaceva seguire. Per cercare di non creare troppa confusione ho deciso di dividere le mie uscite. Inoltre ho moltissima musica unreleased che amo, ma che la gente farebbe fatica a ricondurre a quello che è percepito come il mio personaggio. C’è la Trilogia di Mixtape Tristemente Noto in cui raccolgo il mio materiale che rimane al di fuori dei progetti ufficiali e prima o poi uscirà la trilogia sequel. Ci sono i miei dischi ufficiali Come Dio Comanda, Rapper Bianco e Vera Pelle che sono prodotti da Spenish (il primo in parte) e racchiudono il sunto di tutto quello che mi piace fare come rapper. C’è il progetto Fratelli Freschi in coppia con Gionni Grano in cui facciamo musica da spiaggia solitamente West Coast o party in generale. Inoltre io produco da sempre, per anni ho prodotto vari stili, ma da quando lavoro con Spenish mi limito a produrre la musica che mi diverte maggiormente produrre, cioè musica basata su sample stile Soul Assassins, Wu Tang, Griselda e HC in generale. Lo Ve può essere un esempio di questo.»

 “Fuori dalla musica abbiamo dei business più grandi”

Uno degli aspetti che più mi ha colpito è stato scoprire che insieme all’Adriacosta produci una birra. Ci parli di com’è nato questo progetto?
«Quella barra lasciava anche intendere altro… una battuta delle mie. La birra Adriacosta nasce dall’amore per le birre artigianali. Volevamo una birra che ci rappresentasse, la scelta era tra una birra strana, ricercata, per intenditori e una birra sempre per appassionati e intenditori, ma non così strana. Cioè, abbiamo voluto produrre una birra che potesse essere realmente bevuta per un’intera serata ed entrare nella vita delle persone. Applico lo stesso ragionamento alla musica, ci vuole ricerca, qualità, impegno, originalità, ma senza essere pretenziosi e snob… una via di mezzo tra arte e bene di consumo, nel senso buono.»

Passando al disco: dove nasce l’idea per il nome? Ci parli di come si è svolta la lavorazione?
«Vera Pelle perché sono storie vere vissute sulla mia pelle. Vera Pelle perché è un’eccellenza italiana. Vera Pelle perché è bella, anche fashion, ma forte e resistente. Abbiamo lavorato questo disco assieme suono per suono, rima dopo rima, nello stesso studio o nello stesso salotto. Io e Spenish abbiamo bisogno di bere e fumare oltre a 2 laptop, 2 casse e 2 divani. Stop.»

In un periodo in cui il rap trova sempre più spazio sotto i riflettori, hai mai pensato o hai avuto la possibilità di far uscire questo disco sotto una major?
«La mia generazione ha aiutato ad arrivare a questo punto, ma tranne pochissimi non ne ha goduto. Per me non è un problema, sono abituato. Comunque la possibilità di uscire in major per questo disco c’era, ma il mio manager ha preferito fare così e a me va bene quello che decide lui in queste cose.»

Leggendo un’intervista di qualche tempo fa ho scoperto che tutti i featuring in Rapper Bianco sono venuti a registrare la loro strofa in studio da te, una figata. Le collaborazioni in Vera Pelle hanno seguito lo stesso iter oppure il Covid è stato di intralcio?
«Il Covid ha veramente rotto il cazzo, comunque due dei feat sono stati fatti da zero in studio tutti assieme. Per gli altri abbiamo cercato di lavorare nel modo più simile possibile a una vera session, rimbalzandoci varie volte i file, lavorando assieme ai produttori di fiducia dei rapper e ragionando su ogni aspetto assieme.»

In alcuni pezzi del disco, come Tutto Passa, tu e Spenish avete attinto in pieno dal sound moderno di NY o sbaglio?
«Abbiamo sicuramente attinto a un suono moderno, non so se definirlo propriamente newyorkese.»

Uno dei pezzi che più mi hanno incuriosito è stato Polizia. Ci parli di com’è stato ideato, partendo anche dal ritornello che in parte ricorda, forse, la storica hit Eins, Zwei, Polizei?
«Certo l’idea viene da Eins, Zwei, Polizei, ne abbiamo una versione con il campione di quella traccia choppato nel ritornello al posto del ritornello che si sente nel disco, poi abbiamo scelto questa versione… non so perché»

Se vuoi scrivere dei libri becca questi personaggi” – Uso questa barra per chiederti quali letture o ascolti hanno influenzato te e Spenish durante la lavorazione del disco. E se dopo anni continui a leggere solo libri di ex carcerati.
«Il mio scrittore preferito è Edward Bunker, ma ormai ho letto tutti i suoi libri, per cui…
Mentre lavoravamo a Rapper Bianco per staccare leggevamo vangeli apocrifi e scritti ermetici. In quella barra però mi riferisco al fatto che le nostre vite potrebbero essere raccontate in un libro per la quantità di situazioni assurde.»

Ultima domanda. In un periodo storico in cui la musica è fast food, Vera Pelle ha le carte in regola per restare negli anni?                                                                    «Guardandomi indietro vedo che da Colpo Grosso in poi ho messo nei miei dischi il sound di quegli anni, in ogni disco, la mia mission è continuare a fare questo restando coerente con il mio passato e facendo musica che invecchi bene. Spesso ci sono riuscito.»