Abbattendo la Quarta Parete con i Superfluido

Superfluido

Superfluido è “prolificità’; è l’idea di ‘esserci” – perché se non sei sempre presente, soprattutto quando sei un emergente, la gente dimentica in fretta – conciliata con l’idea di essere, innanzitutto se stessi.

Questo mini-progetto (quattro tracce), confezionato da Eric Draven e Martire – e prodotto egregiamente da Leony47 – segna un’evoluzione importante, nelle liriche e nella produzione, e li proietta nell’invitante banchetto della Nuova Scena, quella lontana da Netflix, e dentro la realtà.

Superfluido, oltre la Quarta Parete, col rap ad immagini

Di quanto Eric Draven e Martire siano in simbiosi tra loro al microfono, e perfetti insieme a Leony in produzione, emerge chiaramente dal disco di quest’ultimo, Stile, nella traccia Indicatori quantici, che anticipa il mood di Quarta Parete.

Un rap ad immagini, istintivo, quasi inconscio, che si fonde alla perfezione con le basi oniriche di Leony. Questo è Quarta Parete: quattro tracce nelle quali i due MC, a briglia sciolta, affastellano rime in metriche mai banali, complesse ed efficaci.

rompo la quarta parete, mi guardo negli occhi;

il malessere ha forma quando lo riformulo.

Con un approccio ‘neo-dadaista’, con parole in libertà ed immagini evocative, Eric e Martire ci trascinano nel loro immaginario, che mostra – senza farne mostra – i debiti che intrattiene con il cinema e la letteratura, con una profondità irriflessa che lascia cogliere, quasi di sfuggita, pensieri e speranze, fantasmi e mostri.

Quarta Parete è la prosecuzione ideale di un altro EP, sempre di quattro tracce, di cui costituisce una sorta di Secondo Atto: Quarto Potere. Partiremo dunque da questo ‘prequel’, per definire meglio l’evoluzione continua di chi – come i ragazzi della Superfluido – vive il pieno della maturità artistica e personale, in un momento storico in cui è difficile – ma necessario – essere sé stessi.

Primo Tempo: Quarto Potere

Difficile rimanere aggiornati sulle uscite firmate Superfluido. Ragazzi super-produttivi che, nel relativamente breve arco di 3 anni, hanno pubblicato una serie assurda di progetti. Fra le tante uscite, merita una menzione speciale Quarto Potere. Eric e Martire al microfono, produzioni di gg.Proiettili.

Tanto Quarta Parete è onirico e profondo, quanto Quarto Potere è crudo e veloce. Le produzioni – perlopiù loopponi, che girano, perfetti, all’infinito – creano un piacevole contrasto con l’atmosfera generale del disco, più rilassata, più chill.

I punti di forza di Quarto Potere sono le due tracce con i featuring: Casablanca, insieme a Slam aka Hysteriack

rimo come fossi una vecchia Kodak/la mia testa sottosopra, tipo Rally, testa coda su una Skoda/in giro c’è chi parla di spaccare e non ascolta/io rimetto insieme tutti i pezzi, tipo Exodia

e Warp, con gg.Proiettili in doppia veste di MC e produttore (“Scooby Doo toglie, il cappuccio al boia“), con un’alternanza perfetta al microfono tra Eric e Martire. Completano il quadro Palma Cava e Uomo Morto. Rilassati e sfattonanti, in Quarto Potere emerge il loro lato più ‘scanzonato’, più divertito, più istintivo. E, parafrasando Lord Bean, quando fai il rap così, d’istinto, è quasi un sostituto della psicoanalisi.

Secondo Tempo: Quarta Parete

Con Quarta Parete siamo oltre. Oltre l’inconscio, la bravura lirica. Oltre le skillz e la raffinatezza citazionistica. Siamo in una dimensione ‘altra’, a partire dall’intro, Sospensione dell’incredulità: a parte i ‘tu, tu’ finali, una traccia perfetta.

Produzione ipnotica, incredibile di Leony, con Eric e Martire persi eni propri soliloqui lirici, con un livello tecnico impressionante, e una personalità che straripa da ogni rima. Un approccio diverso, più libero, che fa emergere l’altro lato, quello profondo e ‘segreto’.

(Digressione personale. Le atmosfere di Quarta Parete mi hanno ricordato – in realtà, non so perché – da vicino un disco dimenticato, I racconti del Vinile infranto, di Domasan e Dj 2Phast. Un disco dominato dallo stesso ‘clima’ polveroso e ‘oscuro’, profondo e onirico, sia nei beat che nelle rime. Sensibilità che va oltre il tempo storico, ma che si dimostra matrice comune, a molti. Per fortuna).

La skit iniziale è totale:

Se fissi il vuoto, puoi diventare cieco…se non c’è un cervello che trasmette le immagini che vediamo, non vediamo niente…il mio cervello è rimasto indietro. I miei occhi lo sanno…bisogna cercare…sono fermo con i miei occhi in mano. Non c’è più tempo…ma io, sto cominciando a vedere…

Nelle altre tre tracce c’è tutto l’armamentario-Superfluido in grande spolvero. Ci sono Zeboh e Sonny Purini. C’è Cornea, che chiude il cerchio, con Stile. C’è poco altro da aggiungere. Possiamo solo concludere, a mo’ di postilla finale, con le parole dei due MC, che così definiscono Quarta Parete:

Quarta Parete rappresenta un grande velo dietro il quale imperversano i nostri pensieri, quelli più densi, sporchi, acidi e contorti. Non lo vedo come un disco triste, serio o aggressivo, piuttosto come un “ umore “ molto denso che fa appunto da parete o sottofondo ai nostri pensieri e alla nostra penna