Chiude MTV: è la fine di un’era per il rap?

yo! mtv raps

Paramount Global chiuderà entro fine 2025 i cinque canali musicali di MTV: MTV Music, MTV 80s, MTV 90s, Club MTV e MTV Live. È una mossa che segna la fine di un canale iconico: MTV ha cambiato il modo in cui veniva consumata la musica e ha portato il rap dove prima non arrivava.

In Italia resiste solo MTV Music, almeno per ora, ma il segnale è chiaro: la musica ormai passa da social e streaming, non più dalla televisione.

Rap & MTV: chiude il canale che portò l’underground nelle case

MTV nacque nel 1981 come canale di video musicali 24 ore su 24 ma con Yo! MTV Raps nel 1987 scrisse una nuova storia.

La prima edizione fu in Europa su MTV Europe, ideata e condotta da Sophie Bramly, giornalista francese immersa nella scena hip hop di New York. Il programma mise davanti a milioni di occhi il rap che fino a quel momento viveva prettamente nelle radio locali, nei quartieri o nei club underground. Interviste, freestyle e videoclip che parlavano alle nuove generazioni: MTV trasformò il rap in un fenomeno mondiale. Inizialmente il programma veniva trasmesso in inglese con i sottotitoli in italiano. A partire dal 2003 fu introdotta la versione italiana condotta da Marco Maccarini e dal 2020 da Emis Killa.

Negli anni ’90 MTV lanciò anche MTV Jams, una fascia oraria interamente dedicata ai videoclip rap e R&B. Andava in onda al mattino e poi divenne un canale autonomo in rotazione continua. In un’epoca senza streaming né social, MTV Jams era la finestra quotidiana sulla musica rap e urban. Quando Yo! MTV Raps chiuse, fu MTV Jams a raccoglierne l’eredità visiva e a mantenere viva la presenza del rap sulla rete.

Nel 1998 arrivò Total Request Live (TRL) in diretta da Times Square che l’anno successivo arrivò anche in Italia e divenne un’istituzione. Per molti rapper la prima apparizione televisiva avvenne proprio lì. Portò il genere nel pomeriggio televisivo, diede spazio a quelli che erano i nuovi volti della scena e divenne un ponte fra l’underground e il mainstream.

La timeline continua…

Nel 1999 nacque MTV Base, il canale europeo dedicato esclusivamente alla musica black, al rap e all’R&B. Dalla sede di Londra diede visibilità alla nuova generazione di rapper britannici. Qui passarono Dizzee Rascal, Ms. Dynamite, Kano e Tinie Tempah.

Nel 2000 arrivò su MTV2 (ex M2) Sucker Free, un programma che rimetteva il rap al centro con interviste, video e classifiche. Era lo spazio per la “nuova” generazione: 50 Cent, The Game, Lil Wayne, Missy Elliott. Sucker Free rappresentò la transizione tra l’epoca del video-clip classico e quella digitale e ha mantenuto il legame con la cultura hip hop anche quando MTV sembrava averlo perso.

Con Run’s House nel 2005 MTV mostrò un altro volto del rap. Invece di concentrarsi solo su musica e performance, il programma era una sitcom sulla vita quotidiana di Rev Run, leggendario membro dei Run-DMC., e della sua famiglia nel New Jersey.  Attraverso momenti divertenti e leggeri questa serie fece vedere al grande pubblico che dietro l’immagine da rapper c’erano padri, madri e figli, il che contribuì a rendere il genere più vicino agli occhi di chi non lo seguiva.

Il 2011 è l’anno di MTV Spit, il talent show condotto da Marracash dedicato al freestyle, in cui il rap tornava alle origini. Marra conduceva un format che portava il freestyle in prima serata e che diede spazio a una nuova generazione di rapper.

Inoltre nel 2012, sempre su MTV2, prese piede The Week in Jams, l’unico blocco esclusivamente hip-hop del canale.

L’impatto del canale sulle carriere dei rapper

MTV è stato fondamentale per le carriere dei cantanti di tutti i generi, anche per i rapper.

Un esempio è Eminem: prima del ’99 era parte della scena di Detroit, conosciuto soprattutto nei dintorni della città del Michigan. Poi arrivò My Name Is. MTV lo portò nelle case americane e di tutto il mondo e in poco tempo passò da talento locale a superstar globale. Senza MTV quel salto sarebbe stato molto più lento e, probabilmente, molto diverso. Infatti, nel documentario Stans uscito al cinema quest’estate, Em ha dedicato un momento proprio all’importanza del canale nella sua carriera.

Grazie all’attenzione che MTV poneva sui videoclip, cambiò anche l’importanza che gli artisti e le case discografiche riponevano sui materiali audiovisivi. Da “semplice” canale nel tempo divenne una piattaforma che contribuì a definire stile, linguaggio e modo di comunicare.

Favorì anche diversi crossover e contaminazioni: pensiamo al video storico Walk  This  Way di Run‑DMC e Aerosmith, quando rap e rock si incontrarono. MTV permise anche a generi “opposti” di unirsi e acquisire spazio in TV sia negli USA che nel mondo.

La chiusura dei canali musicali di MTV: quali conseguenze per il rap?

Con l’annuncio della chiusura dei canali musicali di MTV sorge una domanda: cosa significa questo per il rap? Da un lato le ragioni sono chiare: audience in drastica discesa, frammentazione del consumo, ascesa di YouTube, TikTok, piattaforme straming. Il rap oggi vive in un ecosistema diverso, più digitale, più social. Ma dall’altro lato proprio per questo motivo la scomparsa di una piattaforma “istituzionale” come MTV può lasciare un gap per artisti emergenti che non hanno ancora abbastanza visibilità.

Ci chiediamo quanto sia giusto che i nuovi successi siano stabiliti da TikTok, dai social, o dalla moda del momento. Su MTV c’era una selezione, un filtro basato sulla qualità, non sui follower dell’artista o sulla viralità di un post. Ci troviamo in un momento di transizione: come lo è stato all’epoca fra la radio e la tv, ora è fra la tv e internet. E sebbene si debba stare al passo con i tempi, il cuore rimane legato ai decenni in cui MTV ci ha fatto compagnia.