Scaring the Hoes di Jpegmafia e Danny Brown è confusione ed energia

Jpegmafia e Danny Brown

Scaring the Hoes di Jpegmafia e Danny Brown è finalmente fruibile a tutti i vecchi fan e nuovi adepti dei due artisti americani. Dopo la distorsione accelerata di Lean Beef Patty e il sax con clapping della title track dell’album, siamo più che pronti a conoscere il risultato completo di un mix, sulla carta, letale.

Jpegmafia e Danny Brown: l’album Scaring The Hoes attrae più che spaventare

Chaotic energy come ci aspettavamo. Si parte e le produzioni sono 100% Jpegmafia, incontestualizzabili, contorte e in qualche modo catchy nello stratificare sassofoni e chitarre, synth inquietanti e percussioni agitate, traccia dopo traccia.

Nell’universo musicale del duo, le strumentali sono prime attrici, il fondo sale sul palco e corrode le voci dei rapper; ciò si sente anche nel mixing, che rende le strofe molto basse, ad un piano inferiore del palazzo costruito dai continui beat switch del disco.

In effetti, soprattutto per la prima parte dell’album, i momenti più distensivi sono i breakdown strumentali inseriti spesso all’improvviso al centro delle canzoni.

Non è un caso la scelta di questa simulazione confusionaria, del sovvertimento di ruolo tra voce e beat, anche dato il titolo del disco e certi testi come proprio quello di Scaring the Hoes, che vanno ad attaccare chi non fa musica per arte, per sperimentazione e miglioramento, ma che si fa dettare la linea da seguire da brand e fan.

A Peggy e Danny non frega nulla di spaventare le ragazze o di non poter ambire ad una fanbase ampia e popolare (lo stereotipo del seguace di Jpegmafia è in effetti quello di teenager bianco e weird): loro proseguono per una via nuova e godono senza ritegno della rispettiva libertà artistica.

Anche i dubbi pre-ascolto si dissipano velocemente: l’apporto lirico è suddiviso in parti uguali tra gli artisti, sebbene sia innegabile che il flow di Peggy sia più adatto ai labirinti sonori da lui creati rispetto a quello di Danny, che necessita più spazio per risaltare.

Detto questo, critica e pubblico sembrano decisamente d’accordo sul giudizio di Scaring the Hoes, voi che ne pensate?