Il libro Kill Tha G Word – The Italian Years of P.H.A.S.E. 2, in uscita a novembre 2024, curato da Maurizio D’Apollo, racconta la storia del contributo alla scena italiana da parte di un writer iconico e legato alla nostra scena Hip-Hop.
P.H.A.S.E. 2: l’innovazione del writing e la sua eredità italiana nel libro Kill Tha G Word
Michael Lawrence Marrow, meglio conosciuto come P.H.A.S.E. 2, è stato uno dei pionieri del writing negli anni ’70 a New York. Nato nel 1955 e scomparso nel 2019, è ricordato per aver trasformato la scena artistica urbana, creando lo stile “Bubble Letters“, o “Softies“, che ha influenzato generazioni di artisti. La sua visione creativa andava oltre la semplice estetica: P.H.A.S.E. 2 è stato anche un fervente difensore della terminologia corretta per il suo lavoro, opponendosi all’uso del termine “graffiti”, considerato una semplificazione imposta dai media.
Dal suo primo arrivo nel 1984 per l’evento “American Graffiti” a Bologna, durante la mostra Arte di Frontiera: New York Graffiti, l’impatto sulla scena italiana di P.H.A.S.E. 2 fu profondo e duraturo. Il libro esplora il periodo che va dal 1984 al 2012, anni in cui l’artista influenzò profondamente l’evoluzione dell’Hip Hop italiano, collaborando perfino ad alcuni progetti di gente del calibro Neffa, Kaos, Gente Guasta e Chief & Soci.
Il contributo di P.H.A.S.E. 2 non si limitava alla sua tecnica. Fu un innovatore nella creazione di un nuovo linguaggio visivo, fondendo lettere, forme e simboli. Le sue lettere paffute, le frecce e le barre che univano i caratteri rappresentavano solo l’inizio di una continua sperimentazione che lo portò a esplorare forme più astratte, come linee rigide e riferimenti alla cultura egizia. Questo processo di destrutturazione e ricostruzione grafica è emerso con forza negli anni successivi, culminando in opere esposte in tutto il mondo, come a Wynwood Walls a Miami nel 2010 e nella mostra Frontier – La linea dello stile a Bologna nel 2012.
Nonostante i riconoscimenti ottenuti a livello globale, come le esposizioni in musei come il Groninger Museum e il Bronx Museum, P.H.A.S.E. 2 rimase fedele alla sua visione critica del termine “graffiti”, rifiutando l’associazione con una cultura che considerava riduttiva per il movimento del writing. In Style: Writing from the Underground (1996), espose chiaramente la sua posizione, affermando che il writing fosse un’espressione artistica autonoma e non un semplice atto vandalico.
Il libro, composto da oltre 300 immagini, schizzi e appunti inediti, è un tributo all’impatto culturale di P.H.A.S.E. 2 e alla sua eredità artistica. “Kill Tha G Word” rappresenta un’opera essenziale per chi desidera comprendere l’evoluzione del writing e l’importanza di preservare la vera essenza di questa forma d’arte.
Pre-ordinalo QUI. L’edizione è limitata a 1000 copie.