Kendrick Lamar incanta l’Arena di Verona con il suo Rap

Kendrick Lamar arena di verona
Foto di Roberto Graziano Moro

Era uno degli eventi estivi più attesi dai fan italiani del rap americano o semplicemente di Kendrick Lamar e, nonostante la calura e i prezzi dei biglietti probabilmente non alla portata di tutti, l’Arena di Verona ha risposto più che presente alla seconda data italiana nel giro di un anno dell’autore di Mr. Morale & The Bigger Steppers.

Se non hai avuto modo di esserci, te lo raccontiamo qui.

Kendrick Lamar è il mezzo, il Rap il fine: all’Arena di Verona la protagonista è la sua musica

Quanto è bello andare a un concerto e potersi concentrare esclusivamente su ciò che ha da dire il cantante in questione. Lo abbiamo provato settimana scorsa da Loyle Carner al Circolo Magnolia ed è successo nuovamente ieri sera, in una cornice ancora più imponente che ha ospitato nientedimeno che K-Dot.

A distanza di un anno dalla discussa (non lato suo) data all’Ippodromo di Milano, il nativo di Compton ha rimesso piedi sul suolo italico per diffondere ancora una volta quella moltitudine di messaggi che ha trasmesso nel corso della sua inestimabile discografia.

Un’ora e un quarto di live senza pausa, con il microfono tenuto fortemente in mano e interazione con il pubblico ridotta al minimo. Non c’è tempo per le distrazioni, se si parla di Kendrick il rap è una cosa seria, è fatto per un fine preciso: condividere, trasmettere e, perché no, in alcuni casi aprire gli occhi su alcune questioni delicate.

Lo ha fatto ancora una volta ieri, portando sul palco un ampio repertorio, dal più recente N95 a Bitch, Don’t Kill My Vibe, passando per King Kunta, HUMBLE. Money Trees e tante altre hit, comprese piacevolissime collaborazioni passate con Pusha T e The Weeknd.  Il tutto con lui come primo, se non unico, attore dello show. Sul palco, infatti, è spesso da solo, accompagnato a volte da una manciata di ballerini con le sue sembianze.

La semplicità della scenografia e dello stesso corpo di ballo significa solo una cosa: oltre a Kendrick e alle sue parole, non c’è altro da vedere. Dopotutto, con la sua presenza e bravura, il palco non è mai sembrato vuoto: i riflettori erano tutti per la sua voce, accompagnata dall’inizio alla fine da un pubblico preparato, anche nel censurarsi quando deve.

A colorare il palco ci hanno pensato esclusivamente due drappi differenti, di cui ci piacerebbe sapere di più su autore e raffigurazioni.

Kendrick Lamar by © Roberto Graziano Moro-34
Foto di Roberto Graziano Moro

La chiusura della data di Kendrick Lamar all’Arena di Verona, come è successo al live dell’anno scorso all’Ippodromo, è toccata a Savior, uno dei brani più di impatto di  Mr. Morale & The Bigger Steppers, in cui rinnega lo status di Salvatore del rap o di qualsiasi altra cosa. Kendrick è semplicemente Kendrick e a noi va bene così.

Prima di salutarci ha poi detto: “Siete stati il pubblico più caldo del tour, ricordate queste parole: tornerò“. Lo stesso aveva fatto anche a Milano e, come abbiamo potuto vedere, ha mantenuto la promessa.

A buon intenditor poche parole

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