Garelli racconta la sua Milano dai Mezzi

Garelli

Il nuovo album di Garelli è una sincera dichiarazione d’amore a Milano: con Mezzi, il producer torna a rappare e racconta la sua vita attraverso i mezzi pubblici della città, ma in questo viaggio non è solo.

Un viaggio sui Mezzi di Milano, il nuovo album di Garelli

Milano è tante cose. Per alcuni è casa, per altri è solo lavoro, per alcuni è opportunità e per altri ancora è un luogo da dove fuggire. Milano è diventato il centro del rap italiano e la scena milanese occupa ormai una parte a sé stante dentro al panorama musicale destinata a diventare preponderante.

Quindi l’uscita dell’ennesimo disco che parla di Milano non mi aveva entusiasmato fino in fondo. Credevo di aver già sentito tutto e di non dover aspettarmi nulla di nuovo, ma mai come ora sono felice di essermi sbagliata.

Mezzi è un racconto senza filtri, un viaggio attraverso il capoluogo meneghino narrato in prima persona da chi in quella città ci è nato e cresciuto. Garelli utilizza come concept le linee dei mezzi di trasporto pubblici milanesi per tracciare pezzi della sua storia e creare collegamenti tra i quartieri che lo hanno visto crescere come persona e come artista.

garelli mezzi

Da Lambrate a Corvetto e poi in tutta Italia

Nonostante la giovane età, Garelli è uno dei produttori italiani più prolifici. Alle spalle ha collaborazioni importantissime, da Bresh a Ensi fino ad Adriacosta, ma per lui era giunto il momento di tornare a scrivere e portare al pubblico un progetto completamente suo.

E in un mercato saturo e caotico il suo disco si distingue per la cura, la pulizia delle produzioni e la forza di un concept che nasce dalla vita reale, quotidiana, non artefatta. Il flow di Garelli non ha nulla da invidiare a quello dei grandi rapper italiani, pulito e semplice, ma mai semplificato.

In un’intervista, a proposito di Mezzi dice questo:

Un lavoro fatto dalla gente per la gente. Senza piedistalli su cui salire. Volevo distinguermi dalla scena odierna, che è molto autocelebrativa e oggi forse ostenta un po’ troppo.

Anatomia di una città

La scelta dei feat è ponderata ma efficace. Su 11 tracce totali, Garelli si è fatto accompagnare nel suo viaggio da rapper e dj che hanno arricchito il disco e la narrativa. La traccia con Armani Doc e RollzRois è a mani basse una delle migliori del disco: lo spaccato che rendono della città è accurato e ne esce il profilo di una Milano cupa e a tratti romantica.

Guarda in cielo – linea n25 con Jack The Smoker è l’ennesima conferma della fortuna che abbiamo ad avere la possibilità di ascoltare un certo tipo di rap. Maschio Alpha – linea novanta con Inoki invece tratteggia i contorni di una Milano cruda e senza scrupoli, senza mai perdere la credibilità di chi certe situazioni le ha vissute sul serio. E poi ancora DJ2P, Guesan, e Peppe Soks.

A livello di suono il progetto è tutto frutto della stessa mente e questo si sente. È un album coerente, che ha un senso dall’inizio alla fine, i beat sanno essere calibrati tra momenti più bassi e quelli di più respiro.

Mezzi è un disco fatto con onestà sia nei suoni che nelle rime. Garelli restituisce alla sua città un ritratto minuzioso delle sue contraddizioni e della sua realtà, raccontando la sua storia come se fosse la storia di chiunque. Siamo contenti che Garelli abbia deciso di tornare a rappare perché ci ha regalato un disco che è destinato a rimanere.