Asher Kuno e Non Dire Chaz ci raccontano com’è stato cucinare Sapori Forti

asher kuno saporti forti

La sera stessa dell’uscita di Sapori Forti abbiamo avuto l’opportunità di fare una chiacchierata con Asher Kuno e Non Dire Chaz. siamo stati nel piccolo studio casalingo di Kunetti con la presenza in videochiamata di Chaz per parlare della nascita del disco, delle loro sensazioni e degli amici presenti nell’album. Una delle curiosità maggiori ovviamente risiedeva nello scoprire qual’è stata la molla che ha fatto tornare a Kuno la voglia di prendere in mano il microfono.

La nostra intervista ad Asher Kuno e Non Dire Chaz

La sensazione è che i ragazzi siano entusiasti di aver pubblicato il loro lavoro, quindi chiediamo subito come si sentono.

Sono passate meno di 24 ore dalla pubblicazione di Sapori Forti, voi come ve la state vivendo questa giornata?

NDC: «Per me oggi è stata una giornata meravigliosa, al di là di quelli che possono essere i numeri di Spotify oggi posso davvero dire solo good vibes. È bello aver pubblicato il disco e mi ha dato sensazioni positive, come dicevo good vibes.»

AK: «Ovviamente sono molto contento e soprattutto soddisfatto, poi la positività di Chaz è travolgente quindi l’entusiasmo è come se si moltiplicasse.»

La domanda più attesa ovviamente è questa: facciamo un passo indietro, come nasce il disco? Cosa ha fatto venire voglia ad Asher Kuno di tornare a rappare?

AK: «In realtà se me lo avessi chiesto dieci mesi fa io ti avrei detto che “una volta” rappavo, che quel periodo era concluso e che non pensavo che sarei tornato a farlo. Poi l’entusiasmo, la spinta positiva di Chaz sono riuscite a farmi salire la voglia, piano piano, un pezzo alla volta.»

NDC: «Dai dai raccontala bene»

(Ridono, ndr)

AK: «Io e Chaz abbiamo fatto l’abbonamento a San Siro per l’Inter e lui ha iniziato a stuzzicarmi: “Dai perché non facciamo un paio di pezzi?” ogni tanto me la buttava li ma io non ero per niente convinto, anzi ti dirò di più: ero sicuro di non volerlo fare. Poi in un momento di entusiasmo per un goal (non sveliamo di chi) ho detto “ma si dai facciamolo” senza pensarci sul serio. Dopodiché Chaz ha iniziato a girarmi dei beat, uno di questi mi piaceva molto (quello che poi sarà Safety Car) e ho iniziato a scriverlo. Io sono abituato a scrivere molto velocemente però per questo ci ho dovuto lavorare un mese prima di essere del tutto sicuro. Quando siamo andati in studio per registrarlo ci siamo convinti che suonava bene. Da li in poi abbiamo fatto My Life, quello è un pezzo importante dove racconto tanto di me, è stato una sorta di sblocco. Siamo partiti facendo un paio di brani alla volta e ad un certo punto siamo arrivati ad avere un intero disco.»

Chaz tu come l’hai vissuto questo processo?

NDC: «Partendo dall’inizio ma senza dilungarmi: dopo aver avuto le mie esperienze col rap, per motivi di lavoro sono stato negli Stati Uniti per qualche anno. La passione per il rap non è mai calata e quando sono tornato avevo ancora voglia di continuare. Ho cominciato a conoscere meglio Kuno grazie appunto alla passione per l’Inter, col tempo siamo diventati grandi amici e sono contento di essere riuscito a dare quella spinta, sono davvero orgoglioso di aver collaborato con lui lavorando assieme per questo disco. Quello che amo fare quando produco non è dare un beat singolo a un rapper ma collaborare per creare un progetto intero, capendo qual è la strumentale giusta per far rendere al massimo le capacità di chi poi su quella produzione ci deve rappare. Con Asher ad esempio all’inizio gli ho mandato una quarantina di beat con sound molto diversi per capire in che direzione muoverci.»

C’è stato un bello scambio di idee quindi?

NDC: «Esatto. Il disco lo si fa assieme, non possiamo agire indipendentemente l’uno dall’altro bisogna trovare l’alchimia che fa funzionare tutto al meglio. Per dire, un anno fa non avrei mai pensato di fare una serie di produzioni molto classiche, molto boom bap, io sono un fan della west coast, non pensavo neanche di riuscire a farlo bene un suono del genere. Confrontandoci era chiaro che quella era la direzione da prendere, poi ovviamente io ci ho messo il mio tocco, il mio gusto però ho capito che Kuno si esprime al massimo su quel tipo di sound.»

AK: «Il momento di svolta è stato in una sessione che stavamo facendo a Verona verso ottobre, mentre registravamo Mai stato conscious, il pezzo era quasi chiuso e Chaz, che in quei momenti modifica qualcosa, ha trovato il giusto mix di batterie e beat che ci ha fatto capire che quello era il suono che volevamo ottenere e sul quale rendevamo al meglio.»

NDC: «È così che deve funzionare: due musicisti che si parlano, non che io produco le mie cose senza parlare col rapper e impongo la mia presenza, serve un continuo scambio.»

AK: «Ma infatti, magari Chaz mi mandava un beat che non mi entusiasmava e glielo dicevo oppure io buttavo giù una strofa che secondo lui non era forte abbastanza e ne parlavamo, è stato un bel modo di costruire il disco. Per me tra l’altro era la prima volta con un singolo produttore e devo dire che mi sono trovato benissimo.»

Ad ascoltarlo si sente che è un disco fatto con entusiasmo e con divertimento…

AK: «Ma si, perché dopo la partenza un po’ a rilento poi tutto è venuto facile. Ti faccio un esempio: l’Intro è l’ultimo pezzo che abbiamo registrato, io avevo in mente una certa idea di brano, ne ho parlato con lui e dopo mezz’ora mi sono trovato il beat fatto e finito proprio come lo volevo. Meglio di così cosa vuoi?»

NDC: «Nel disco Kuno dice che “fare questo disco è stata una passeggiata” ed è vero, perché una volta che ci siamo capiti è tutto andato liscio e grazie arrivavamo facilmente a quello che volevamo ottenere, poi lui quando viene in studio è pronto e a fuoco: ha già il provino fatto, si è già studiato il pezzo provato e riprovato e quindi anche registrare diventa più easy.»

AK: «Anche se poi su certi beat mi hai fatto correre fin troppo che non ho più il fiato di vent’anni fa.»

NDC: «No no ma rendi bene, non preoccuparti.»

(Ridono, ndr)

Avete coinvolto tanti amici nel disco anche con qualche sorpresa. Ovviamente ci sono i ragazzi di Verona.

NDC: «Sono grandi amici poi, essendo di li, e lavorando in studio con loro è normale che poi in un modo o nell’altro finiscano del disco, che siano nella parte produttiva o nelle barre. In particolare ci tenevo a ringraziare Manny Mani che durante le sessioni in studio mi ha una grande aiuto.»

AK: «Le più belle serate della mia vita le ho passate proprio li e stare in studio da loro è bello perché tutti si rendono utili, poi convincere Zampa a fare un pezzo come Mai stato conscious è stata una chicca. Come diceva Chaz in studio con loro c’è davvero una bella atmosfera ed ognuno mette qualcosa nel disco, magari anche solo un idea, è una situazione splendida in cui registrare.»

Poi ovviamente c’è Jack the Smoker, con la sorpresa Ibo Montecarlo. 

AK: «Con Jack ci vediamo spessissimo, è un grande amico e in un mio album non può ovviamente mancare. Mentre per Ibo la storia è che ero in Sardegna a Natale ma non volevo stare fermo col disco quindi ho chiesto se potevo stare in studio da lui, dopo una giornata stupenda passata assieme gli ho chiesto se gli andava di buttare giù qualcosa, lui però non era per niente convito. Io però gli ho lasciato il beat e proprio quando stavo per tornare sul continente mi ha mandato il suo pezzo che tra l’altro è fighissimo secondo me.»

Ndc: «Dobbiamo anche ringraziare Jack perché nonostante sia preso dai suoi mille impegni è riuscito a farci il master in tempo record.»

Se Rido e Supa non hanno stupito molto come presenza, gli MDT decisamente si.

AK: «Beh guarda Supa vive ormai da qualche anno anche lui a Cantù e siamo praticamente vicini di quartiere, lui e Rido li conosco da una vita e per me sono sempre stati due mentori. Supa poi è uno che è capace di stimolarmi, nonostante lui non faccia un disco da tempo però è sempre attivo. Entrambi poi sono sempre sul pezzo, pensate anche alle riedizioni delle hit dei Sano Business con Bassi Maestro

NDC: «Supa quando lo senti nel disco sembra quasi Kurupt. Mentre la genesi del pezzo con gli MDT è tutta un’altra storia, tra l’altro hanno usato un beat che non mi convinceva ma alla fine ne hanno tirato fuori un pezzo bomba.»

Ak: «Quel pezzo li nasce davvero in maniera assurda. Nak un po’ di voglia di fare rime ancora l’aveva mentre per Coliche la questione era chiusa, nonostante ciò riesco a strappargli la promessa di una strofa nel disco. Beh insomma dopo una cena con loro e Jack quest’ultimo li convince con l’inganno ad andare in studio. Eravamo belli allegrotti e nonostante nessuno dei due avesse pronto nulla siamo riusciti a trovare la base giusta (Chaz si lamenta, ndr) e abbiamo buttato giù il pezzo. Il brano gira intorno a una gag che c’è da anni tra loro che sono Milanesi Doc e io e Jack che veniamo dall’hinterland.»

NDC: «Se ci pensi è un disco che sembra nato in modalità summer of love, serate tra amici che svoltano in serate in studio con tanto presobenismo e felicità di condividere e divertirsi e penso che si senta anche nel disco.»

Esulando un attimo dal disco invece come vedete il mercato attuale italiano, riuscite a seguire le uscite? C’è qualcosa che vi stimola?

AK: «Io effettivamente riesco a seguire poco, tra lavoro eccetera non riesco proprio a stare dietro. Chaz è molto più sul pezzo.»

NDC: «Si effettivamente riesco a sentire molto di quello che esce e trovo che sia un buon periodo, in cui ci si riesce a trovare spesso qualcosa di interessante. Per dire sono stato al Magnolia per la chiusura del tour di Shocca e l’entusiasmo per un disco rap classico era alle stelle, roba impensabile anche solo 15 anni fa. Semplicemente  se mi piace me lo ascolto, se ho voglia mi butto su Paky e mi gaso tantissimo. Anche se poi in verità ritorno sempre la G Funk e Gangsta Rap. Pero in Italia il talento c’è, certo, bisogna riuscire a selezionarlo tra le tantissime uscite.»

AK: « Tornando un attimo a quello che dicevi sul live di Shocca, in questo ultimo periodo c’è un po’ un ritorno a questo sound classico. Tra me e Chaz c’era questa gag di dire “Abbiamo fatto un disco nuovissimo che suona come nel 2007“. Poi quando abbiamo visto come il pubblico è impazzito per il disco dei Dogo che ha proprio quel tipo di suono ci siamo detti “Cazzo per una volta siamo al passo coi tempi”»

Visto che si parla di essere al passo coi tempi, e ultimamente si è tornati a stampare vinili e CD, avete in mente di fare qualcosa?

NDC: «Noi qui a Verona avremmo anche la possibilità di stampare i vinili si potrebbe anche fare.»

AK: «Sono sempre abituato ad avere in mano il supporto fisico, aver finito tutto e non poter avere niente da toccare un po’ mi manca, mi sembra quasi di non aver fatto niente. Lo farei quasi più per me che per le vendite o altro perché sono proprio feticista su questo fatto.»

Ragazzi io vi ringrazio è stata una bella chiacchierata e vi vedo davvero contenti

AK: «Si è vero, lo voglio dire proprio in maniera chiara. Sono felice di averlo fatto ed è stato sicuramente il disco che mi sono più divertito a registrare.»

NDC: «Aggiungo che io sono proprio entusiasta di come è venuto il disco e di come suona, la soddisfazione artigianale di aver fatto un buon prodotto.»

C’è anche una serata a brevissimo giusto?

AK: «Si esatto, sabato 9 siamo al Bundalinda di Brugherio per il Vibrarecords Party, ci saranno anche Zampa, Capstan, i Sano Business e tanti altri amici, una serata da non perdere.»