Il rap come strumento per costruire la comunità: va in scena Il Grande Teatro di Lido Adriano

Spettacolo Grande Teatro Lido Adriano

Sabato 1 giugno abbiamo avuto il piacere di assistere allo spettacolo organizzato da Il Grande Teatro di Lido Adriano sotto la direzione artistica di Lanfranco Moder Vicari. Un momento importante per la comunità di Ravenna che ha trovato nella musica il mezzo per unirsi.

Il Grande Teatro di Lido Adriano ci insegna a guardare la società anche attraverso il rap

Per definizione, il rap nasce dal malcontento e dalla rabbia delle categorie sociali che vedono i propri diritti calpestati. Nei decenni molte cose sono cambiate e il rap si è adattato anche a situazioni più agiate. Ma c’è una parte di quel rap che usa la propria voce per mettere in discussione lo status quo.

È quello a cui abbiamo assistito durante la serata di sabato 1 giugno a Lido Adriano, una frazione marittima della periferia estrema di Ravenna. Sotto la direzione artistica di Luigi Dadina (Teatro delle Albe) e Lanfranco Moder Vicari, uno dei maggiori esponenti del rap underground italiano, è andato in scena uno spettacolo teatrale che ci ha emozionato e ci ha fatto tornare a pensare al significato primo del rap.

Spettacolo Grande Teatro Lido Adriano

“Panchatantra o le mirabolanti avventure di Kalila e Dimna” in scena a Lido Adriano.

Attraverso la messa in scena di un’antica raccolta di racconti indiani narrati da animali antropomorfi, si discute dei valori morali che regolano la nostra società, dell’importanza della giustizia sociale e del pendio scivoloso su cui corrono i governi politici.

La cornice dello spettacolo lascia incantati: si inizia sulle rive del mare al tramonto e si conclude dentro al CISIM, la Casa del Popolo di Lido Adriano, uno spazio autogestito che da tanti anni accoglie la multietnica comunità ravennate.

Ed è proprio la comunità il cuore pulsante dello spettacolo. Gli attori vanno dai 6 agli 87 anni e sono tutte le persone che abitano le case di Lido Adriano e dintorni. Un gruppo vario ed omogeneo che si muove preparato sotto le luci, che recita e canta in coro con eccellente bravura. 

Lo stesso CISIM diventa la scenografia: i muri esterni sono dipinti da imponenti murales realizzati da Nicola Montalbini e dagli studenti e delle studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna

Sotto queste pareti, in mezzo agli attori, i musicisti. La trama viene accompagnata da una musica costante che conferisce ritmo alla narrazione e talvolta è più esplicativa delle stesse parole. Moder rappa accompagnato dai musicisti Emmanuele Ferraccio, Enrico Mao Bocchini, Francesco Giampaoli, Thomas Cangini Bertoli e Walter Tocco. Accanto la voce commovente di Jessica Doccioli.

Cisim

Il Teatro Comunitario

Appena finito lo spettacolo abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con Moder. Gli chiediamo come nasce l’idea di questo spettacolo.

Questa idea nasce da un gruppo di ragazzi con la passione per il rap che però si erano stancati di suonare nei locali. Così abbiamo creato uno spazio aperto a tutti con dei laboratori culturali dove il rap era solo uno tra i tanti elementi che portava qui le persone. 

Ci racconta dei primi progetti embrionali del Grande Teatro di Lido Adriano insieme all’associazione culturale Il Lato Oscuro della Costa. L’intenzione è quella di creare uno spazio comune in un luogo abbandonato alla periferia di Ravenna. Lido Adriano è un luogo multiculturale dove si parlano decine di lingue diverse e che da anni è abitato da persone provenienti da ogni angolo del mondo.

Si aprono così laboratori culturali dove chiunque può sviluppare nuovi interessi e si può avvicinare ad attività diverse, tra cui anche il rap. Però manca qualcosa, un fil rouge che unisca tutti questi momenti, così Luigi Dadina propone l’idea di teatro comunitario.

Lo ha visto fare nel quartiere Boca a Buenos Aires, così nel 2023 abbiamo iniziato a lavorare sul teatro. Abbiamo fatto un progetto triennale che è quello di proporre spettacoli che raccontassero storie orientali i cui precetti morali fossero attuali e riconoscibili da tutti.

Insomma, si cerca un punto di incontro nel melting pot culturale di queste famiglie e lo si trova nella giustizia sociale. Che alla fine non è altro che uno dei capisaldi del rap: riconoscersi nelle parole di un altro nonostante le differenze.

Il gruppo che fa vivere il CISIM è un gruppo che si autoalimenta e che va ben oltre all’idea iniziale di quei ragazzini che volevano fare rap ad inizio duemila. Il nostro sogno è che un giorno queste persone non avranno più bisogno di noi e che questo progetto si faccia spazio in autonomia, portandosi dietro quello che noi abbiamo lasciato.

“Panchatantra o le mirabolanti avventure di Kalila e Dimna” non è stato solo uno spettacolo teatrale che ci ha permesso di riflettere su quello che ci sta accadendo attorno in questo momento storico. Ci ha fatto ritrovare l’essenza sociale del rap sotto altre forme, più assimilabili e – in parte – ancora più complete.

Moder ci ha fatto un grande regalo, ci ha permesso di ritornare al valore primo del rap: la musica come strumento di costruzione di una comunità sociale solidale e realmente coesa. La strada da fare è ancora lunga ma un primo passo è stato fatto.

Qui il LINK per il crowdfunding Sostieni #IlGrandeTeatroDiLidoAdriano