C’è anche del buon rap nel documentario Kobe – Una storia italiana

Kobe una storia italiana

Non è comune vedere brani rap italiani al fianco di un contesto che richiami agli Stati Uniti: è quanto avvenuto però con Kobe – Una storia italiana, il recente documentario (italiano) diretto da Jesus Garcés Lambert e pubblicato ieri su Prime Video.

Clicca QUI per vederlo.

Due inediti di Danomay nella colonna sonora di Kobe – Una storia italiana, curata da Matteo Curallo

Da venerdì 16 settembre è disponibile in tutti i digital store la colonna sonora di Kobe – una storia italiana per LANIMALE, una nuova e interessante realtà discografica ed editoriale italiana.

La colonna sonora è stata curata da Matteo Curallo, musicista con alle spalle lavori del calibro di Here We Are (in selezione ufficiale al Festival di Cannes 2020), oltre a candidature ai David di Donatello e ai Nastri D’Argento. Il compositore ha spiegato:

Kobe Bryant visse in Italia dal 1984 al 1991 e, per raccontare la sua storia nel nostro paese, è stato naturale attingere alle sonorità pop ed elettroniche di quegli anni, rendendole però contemporanee. Le musiche accarezzano delicatamente i momenti più toccanti ed emotivi del film, ma sostengono anche con energia la tenacia ossessiva del giovanissimo Kobe quando gioca a basket e si allena con il padre. Inoltre alcuni brani blues e funky tratteggiano il carattere dei Bryant, una famiglia molto unita alla scoperta dell’Italia.

Nella colonna sonora del documentario sul percorso in Italia di Kobe non poteva mancare però il rap: l’autore delle rime è un nome al quale abbiamo con piacere già dato spazio in passato: Danomay.

Il rapper toscano ha scritto infatti le tracce che accompagnano il lungometraggio: Infallibile e Mamba. Due brani che incarnano perfettamente il mood del documentario e la storia dell’iconico giocatore di basket tristemente scomparso. L’artista ha così raccontato il processo realizzativo:

Mi sono riletto le sue parole, guardato le sue interviste e ho ripercorso la sua storia. Volevo che le canzoni non parlassero soltanto del basket ed ho provato ad usarlo come metafora per qualcosa di più ampio. E’ impossibile essere all’altezza di un fenomeno come Bryant ma per fare canestro devi comunque tentare il tiro.

I due pezzi sono stati prodotti da Matteo Curallo assieme a Filippo Scandroglio, mixati da Andrea Alunno (The Shining Audio) e masterizzati da Eleven Mastering.