Addio a Groggs: gli Injury Reserve diventano By Storm

By Storm

Non pare che siano passati due anni da By the time I get to Phoenix. Forse dopo tanto fumo e dolore, c’era bisogno di digerire mesi di perfezionamento indefesso di un’opera desiderata da un morto, calibrata da un double trio fantasmatico. La musica di Parker e Ritchie però è sopravvissuta e si è incorporata sotto il moniker By Storm.

Injury Reserve e By Storm: un addio e un benvenuto

Bye Storm era l’ultima traccia del capolavoro postumo del 2021: era l’aria che si apre dopo i miasmi, le fiamme, le drums accatastate, i flow distopici che costringevano l’ascoltatore a rimanere rasoterra per la durata del disco, a chiedersi dove fosse l’uscita e se prima di tutto gli stessi Injury Reserve l’avessero trovata.

In questo contesto, la malinconica linea di basso che lamenta speranza all’inizio del brano già prevede che la pioggia si dissiperà e forse il momento è arrivato.

The show must go on, the show must go
Man, show must go on, shit I don’t know

It rains, it pours, but, damn, n****, it’s really pourin’
It rains, it pours, but, damn, n****, it’s really pourin’

The show must go on, ma verso dove? Parker Corey e Ritchie with a T mutano, lasciando cadere la “e” di Bye, l’addio, rimanendo By Storm, prodotti di una tempesta, intestazioni di una lettera eterna a Groggs. Il termine di By the time e la continuazione in Double Trio confluiscono l’uno nell’altro, il primo sotto forma di video spezzato dallo statico, il secondo tramite le assenze manifeste del titolo e nel letto.

L’inedito si aggrappa alla rarefazione delle precedenti Knees e Ground Zero, si affida nuovamente a ritornelli che sono cantilene spettrali di Ritchie in dialogo non corrisposto, che risale il dolore e ne risulta accerchiato da una produzione finalmente piena e uniforme.

The pain dragged me back, n**** I was wide awake (Ah)
“Now get off your ass,” is what your momma’d say (Anymore)

E ancora:

There was the rain, but the pain done went and washed the rest out
He was unconscious, the pain done brought him out his rest now

I due sembrano sentirsi pronti, perché, anche se fuori dalla stanza di legno del clip c’è decadimento e dentro ginocchia, mani, collo e piedi fanno male (di nuovo Knees), le loro atmosfere post-mondo incanalano la struggle e la disperdono, come succede nell’outro armonica quanto un break dei Black Country New Road e soffocante come un teatro silenzioso, un palco vuoto, un compagno assente.