Cordae cerca di vedere la vita da prospettive diverse in From a Birds Eye View

Cordae

Sembrano passati 10 anni da The Lost Boy, il drastico cambiamento che i lockdown hanno portato nelle nostre vite ha considerabilmente alterato la percezione del tempo e accerchiato la carriera di artisti come Cordae. Due anni di crescita professionale ma soprattutto umana hanno partorito l’ambizioso titolo From a Birds Eye View, l’artista sarà riuscito a tenere testa al poetico titolo?

From a Birds Eye View è un valido ma confuso secondo round per Cordae

From a Birds Eye View è un titolo che ambisce a far volteggiare Cordae non solo sulla sua vita ma anche su quelle delle persone che gli stanno intorno. “Un prodotto della pandemia” così come lo ha descritto Cordae in persona ritrovandosi a cercare l’ispirazione quando le porte di tutti erano letteralmente chiuse. È evidente già dalla lettura della tracklist che quest’ultima sia stata creata puntando ad una essenzialità artistica che privasse qualunque ascoltatore di noia.

I temi affrontati in From a Birds Eye View riflettono la chiarezza di acque passate a differenza di quelle torbide di The Lost Boy. L’introduzione e l’Interlude mostrano l’altra faccia della moneta che Cordae ha lanciato prima di iniziare questa vita in cui Shiloh Young, amico di infanzia del rapper, ha occasione di mostrare al mondo libero le abilità che non ha mai avuto modo di espandere a causa del suo incarceramento. Un momento in cui si mette a nudo il motore dietro questo lavoro: la volontà di percepire la presenza di chi ci sta vicino, ricercando prospettive inedite.

Nonostante questo, tutto il progetto risulta dannatamente personale, superando anche lo storytelling di The Lost Boy e vomitando adosso all’ascoltatore un liricismo fatto di punchline e flow variegati di spessore.

Brani come Jean-Michel e Want From Me sono il testamento di un MC che ha annotato con penna ogni momento in cui artisti come Kendrick Lamar e J. Cole regalavano la seconda Golden Age di questo genere. Così come nel precedente album, le influenze rischiano di rappresentare un’arma a doppio taglio ma la personalità dietro le strofe di Cordae gli permette di ambire ad un percorso inedito tracciato dalla brutale onestà che spesso nasce dalla sua rete di rime.

Haunted by these goals that I’m tryna accomplish. Underrated, over-hated, I’m tired of the nonsense (…) I’m my worst critic, such an overthinker, I’m so self-reflective

Questo non basta a riempire di significato il poetico titolo dato che i migliori momenti di From a Birds Eye View provengono da un solo paio di occhi, quelli di Cordae.

La perdita di uno dei suoi migliori amici dà peso all’intensa Momma’s Hood in cui l’artista del Maryland combatte con la propria nostalgia, riscoprendo la preziosità di avere la propria gente vicino a lui specialmente in questi ultimi anni.

Chi ha assistito alla scorsa decade ed ai pilastri del Rap che si sono elevati dal terreno, saprà trovare connessioni più acute con alcune delle strofe che Cordae presenta in C. Carter o in Today.

I used to dream about a new Hummer, back when G.O.O.D. Music dropped Cruel Summer, back when n**** wondered If I’d do numbers

Un vero peccato assistere alla poca attenzione data nella scelta delle collaborazioni. Eccezione fatta per Lil Wayne e H.E.R., le strofe di Gunna e Lil Durk non aggiungono nulla al concept delle loro rispettive tracce. Con un artista del calibro di Cordae ci saremmo aspettati performance di spessore dagli ospiti, spinti magari a entrare nel mondo di uno dei liricisti più promettenti degli ultimi anni.

In realtà è successo il contrario, ritrovando un Cordae ostento a replicare i flow e le melodie della trap su cui viaggiano i due artisti sopracitati. Questo avviene specialmente nei ritornelli, un vero peccato considerando che sin dai primi progetti le abilità melodiche di Cordae hanno sempre regalato soddisfazioni.

Siamo anni luce indietro dagli incredibili momenti di Anderson .Paak in RNP dove la sensibilità Pop poteva trovare un giusto compromesso con la coerenza musicale del progetto di appartenenza. Nonostante questo, Cordae non sacrifica mai la qualità delle sue strofe riconfermandosi anche nei momenti più bassi del progetto, uno dei migliori MC sulla piazza.

Il dualismo tra l’assistere ai proprio miti e diventare un loro collega viene espresso da banger come Super. Momenti che presentano una notevole versatilità e che riassumono i trionfi dell’artista nel durissimo 2020 ma ci risulta ancora ignoto il motivo che lo collega al titolo.

L’ascolto di From a Birds Eye View fila liscio grazie alla diversità dell’offerta ma fin troppo spesso ci si dimentica dell’obiettivo a cui l’artista ambiva.

Quello che poteva essere uno dei brani più importanti dell’intera carriera di Cordae, risulta alla fine in un piccolo disastro per motivi in parte ancora sconosciuti. Champagne Glasses, una bellissima traccia seguito spirituale di Family Matter, trova Cordae nella situazione opposta alle vicende descritte in Lost Boy.

Se prima la sua salita allo stardom aveva oscurato problemi con cui la sua famiglia stava facendo i conti in silenzio, oggi Cordae interna i suoi dolori celandoli tra bicchieri di champagne che scricchiolano in sua celebrazione.

Tell my n**** that I’m happy, happiness manifestin’, even though It’s quite the opposite but shit, I’m disgressin’, okay

Destinato ad essere uno dei momenti più grandi del progetto, grazie anche ad un elegantissimo outro suonato da Stevie Wonder, il brano si ritrova ad essere rovinato da un Freddie Gibbs completamente fuori binario con i sentimenti espressi da Cordae. È probabile che la traccia sia stata mandata a Gibbs senza la strofa di Cordae. Inoltre l’improvvisa scomparsa di Nas dopo la sua presenza nella tracklist non fa che rendere Champagne Glasses un misterioso punto interrogativo nella discografia di Cordae.

Le due bonus track sono i singoli che non hanno funzionato arricchiti unicamente dalla presenza di Eminem in Parables Remix.

La strofa di Marshall rientra in quelle in cui la sperimentazione del suo pattern di flow prende il sopravvento sulle atmosfere del brano anche se il principale problema è dovuto al mixing sulla sua voce. Probabilmente l’aggiunta di Em è avvenuta all’ultimo minuto considerando che le due precedenti strofe di Cordae rimangono invariate e ci sembra strano considerando l’aggiunta successiva di uno dei più grandi.

L’impulso del sophomore album è spesso alimentato dal desiderio di fare l’encore perfetto in termini di successo e qualità, Cordae sembra aver fatto un passo avanti e due indietro con tante potenzialità ancora inespresse.

L’EP precedente al progetto aveva mostrato un rapper capace di avere chiunque sul beat (Q-Tip) o di far esprimere anche ad artisti come Young Thug un liricismo ricercato.

In From a Bird Eye View abbiamo una crescita in termini musicali soffocata dalla necessità di includere i nomi del momento al costo della qualità dello show. C’è comunque maturazione in questo progetto, la capacità di creare un album con l’ottima scelta dei beat, dei flow e degli argomenti e una tracklist che va dritto al punto.

Il titolo From a Bird Eye View poteva far presagire qualcosa di gigante ma Cordae non sembra ancora pronto a rendere la sua penna anche la voce della gente.