Metamorfosi. “When I turned twenty-three, that’s when pubеrty finally hit me/ My facial hair started growin’, my clothing ain’t really fit mе”. Il cambiamento fisico descritto nei primi versi di MASSA è soltanto la manifestazione superficiale di un cambiamento più profondo, prima emotivo e poi musicale, che ha investito il rapper e produttore Tyler, The Creator a partire da CHERRY BOMB, il suo quarto album ufficiale.
Attorno al 2015 comincia a sbiadire la forza del personaggio – o dei personaggi – al centro della trilogia Bastard, Goblin e WOLF. Ace T, Sam, Wolf, Dr. TC, Troncat: marionette sboccate, fuori dagli schemi a ogni costo, Tyler le ha mosse per anni.
A metà decennio appaiono fantocci senza vita e tagliarne i fili è una scelta obbligata per il loro creatore.
Viaggio nella discografia di Tyler The Creator, scalo a traccia numero dieci
Da allora Tyler di album ne ha pubblicati altri tre: Flower Boy, IGOR e CALL ME IF YOU GET LOST, inanellando un successo di pubblico e di critica dietro l’altro. Tra gli applausi scroscianti non è mancato chi intravedesse a ogni nuovo disco un’inedita maturità artistica, un equilibrio raggiunto una volta per tutte. Peccato che quello stesso equilibrio veniva puntualmente sgretolato dal disco successivo.
Si è ripetuto lo stesso cortocircuito anche con CALL ME IF YOU GET LOST, settimo lavoro in studio di Tyler, uscito pochi mesi fa.
Il pop distorto di IGOR – premiato con un Grammy nel 2020 – viene liquidato senza troppe cerimonie da “Tyler Baudelaire”, alter ego nuovo di zecca del nostro. Per l’occasione l’ex-Odd Future veste i panni di un dandy dal cuore spezzato, valigia e passaporto sempre a portata di mano, e una ritrovata voglia di fare rap. Un’altra trasformazione per un altro grande disco da aggiungere al catalogo personale.
È chiaro ormai: Tyler, The Creator ha dato il via a un processo di rinnovamento permanente, senza traguardi definitivi all’orizzonte. Ma mentre tutto è in movimento, fin dai tempi di Bastard l’ascoltatore può contare almeno su di un punto fermo.
Basta scorrere fino a traccia dieci di ogni suo album, guardare il titolo e il minutaggio, e premere play. Non c’è album di Tyler, infatti, che alla decima traccia non contenga due pezzi distinti (nel caso di WOLF addirittura tre!), a volte strettamente collegati, altre volte no.
Il doppio brano ricopre una posizione centrale nell’economia di ogni suo disco. Può essere il sintomo più evidente della trasformazione in corso (911/ Mr. Lonely, GONE GONE / THANK YOU) o lo spazio dove avventurarsi verso soluzioni compositive più elaborate (FUCKING YOUNG / PERFECT, SWEET / I THOUGHT YOU WANTED TO DANCE), ma il ruolo di spartiacque è sempre assicurato.
Per tutti e sette i brani si può parlare di pezzi che non solo tracciano un percorso artistico in evoluzione, ma anche un percorso umano di crescita. Dalle suggestioni adolescenziali da snuff movie di VCR (Bastard) o persino morbose di Fish (Goblin), si passa difatti a break up songs agrodolci frutto di una maturità emotiva innegabile, testimoniata dalla doppia GONE GONE / THANK YOU (IGOR) oppure dall’ultima SWEET / I THOUGHT YOU WANTED TO DANCE (CMIYGL).
Proviamo a ripercorrere le tappe una alla volta:
VCR, Fish (Bastard, Goblin, 2009-2011)
L’attitudine che traspare da questi due doppi brani è ancora quella che caratterizza tutta la prima parte della carriera di T.: suggestioni splatter, immagini morbose, amori tormentati che sfociano in ossessione o addirittura in violenza. Ogni esagerazione verbale è insistita però a tal punto da degradare in caricatura, e il sangue è solo salsa di pomodoro:
I don’t want to play you
I just want to tape you undressing
And I’ll lay you down and record soft porn
If it’s romance then it’s hardcore
If it’s horror, pop the popcorn
The thoughts to rape you really turns me on
La parte strumentale è ancora elettronica e minimale, eppure già in VCR Tyler mette alla prova le proprie capacità compositive e attorno a una bassline che si ripete per tutto il brano costruisce un paesaggio sonoro impalpabile, scontornato da echi e riverberi.
PartyIsntOver/Campfire/Bimmer (WOLF, 2013)
Se WOLF è senza dubbio il disco più a fuoco del Tyler “prima maniera”, anche il triplo brano al suo interno è il più riuscito fin qui. L’intero album mostra spiragli che fanno intravedere possibilità espressive nuove – Treehome95 con Erykah Badu ne è un esempio – mostrate al massimo delle loro possibilità proprio con PartyIsntover/Campfire/ Bimmer.
La composizione si apre con una ballata sonnolenta che volge al termine (PartyIsntOver), e forse c’è ancora tempo per stare assieme, un po’ più in là, e uscir di scena durante un intermezzo dai toni incantati (Campfire), animato da un coro di voci bianche, incorniciate dalla voce eterea della francese Leatitia Sander che cala il sipario su un mondo forse solamente sognato.
Bimmer, ultima parte del brano, è un brusco risveglio, sintetico e aspro. In soccorso a Tyler qui troviamo anche Frank Ocean, per mettere in piedi un’ode a una relazione che con alti e bassi ricorda le prestazioni di una BMW, o forse il contrario.
F*CKING YOUNG/ PERFECT (CHERRY BOMB, 2015)
Qualcosa è cambiato, anzi sta cambiando. CHERRY BOMB è una rappresentazione plastica (sfocata secondo i detrattori) di una mutazione in corso. Il disco ha tante anime, all’apparenza inconciliabili, ma tutte accomunate dall’intenzione di trovare una dimensione artistica nuova. FIND YOUR WINGS con Kali Uchis suona perciò quasi come un’esortazione che Tyler rivolge a sé stesso.
F*CKING YOUNG / PERFECT è probabilmente il primo risultato che va a segno delle aspirazioni RnB e Pop che Tyler, The Creator non ha mai nascosto, forse rincorrendo il suo idolo Pharrel. Il doppio brano è per stessa ammissione dell’autore ispirato a molta musica black degli anni settanta e si avvale di numerosi contributi esterni: Toro Y Moy, Syd, Kali Uchis e persino Charlie Wilson, frontman del leggendario gruppo funk The Gap Band.
Il doppio brano mostra una maturità compositiva pienamente raggiunta, che permette a Tyler di confrontarsi senza problemi anche con altri generi. Ma l’atmosfera RnB è distorta da un testo che ancora preserva l’ironia scorretta che ha fatto la fortuna di Tyler fin qui.
911 / Mr Lonely (Flower Boy, 2017)
Dopo Flower Boy nulla sarà più come prima per Tyler Okonma. Questo è il disco dove cade ogni maschera, ogni eccesso gratuito scompare e le doti da songwriter di Tyler vengono pienamente allo scoperto. Il disco ha la struttura di una colonna sonora e la doppia 911 / Mr Lonely ne è probabilmente il vertice espressivo.
La prima parte, che vede i contributi vocali di Steve Lacey e Frank Ocean, riprende nel ritornello una canzone dei The Gap Band (di nuovo loro). La composizione è nella sua interezza un racconto di solitudine declinato in una chiave inusuale, quasi strafottente, persino divertita. È soprattutto la riflessione di un artista che ha spiccato finalmente il volo, e forse si sta rendendo conto di cosa ha dovuto lasciare a terra:
I need love, do you got some I could borrow?
Fuck it, I could find some tomorrow
But that never comes
Like a vasectomy, what have I done?
I got the talent, the face and the funds
Found myself long ago but I haven’t found someone
GONE GONE / THANK YOU (IGOR, 2019)
Con l’ennesimo cambio di rotta segnato da IGOR, Tyler confeziona la break up song perfetta. Su tutto l’album incombe lo spettro di un amore burrascoso ormai alle spalle. GONE GONE non fa eccezione e gronda malinconia a ogni nota; forse c’è spazio anche per il rimpianto ma THANK YOU lascia il campo libero a un Tyler riconoscente per il tempo passato assieme, nonostante tutto.
Non c’è traccia della frustrazione adolescenziale di Goblin per quel che è andato male. Tyler Okonma è diventato adulto.
SWEET/ I THOUGHT YOU WANTED TO DANCE (CALL ME IF YOU GET LOST, 2021)
Il ritorno al rap di CALL ME IF YOU GET LOST non è affatto un ritorno. Un Tyler, The Creator così convincente al microfono, a dire il vero, non si era mai sentito prima. Neppure ai tempi di WOLF. L’espediente di rievocare l’atmosfera e la struttura dei mixtape Gangsta Grillz, con l’aiuto dello stesso DJ Drama, permette all’ex-Odd Future di esplorare territori musicali anche molto diversi tra loro senza far perdere coesione al progetto nella sua interezza.
Pochi ascolti sono sufficienti per capire che la confezione del mixtape è un inganno. Il disco è sì una celebrazione dei risultati raggiunti da Tyler fin qui, ma non si tratta di autocelebrazione fine a sé stessa. Tyler vuole invitare l’ascoltatore a seguire le proprie intuizioni, anche se folli, seguirle fino in fondo e, infine, perdersi.
In questo frullatore di influenze SWEET / I THOUGHT YOU WANTED TO DANCE è una brusca frenata in un disco che va a centocinquanta all’ora. Da qui in poi l’album rallenta, gli interventi di Dj Drama si diradano e il racconto intimo prende un’altra volta il sopravvento. Con i suoi dieci minuti di durata SWEET / I THOUGHT è un brano ricco negli arrangiamenti che di nuovo riflette su una relazione finita male. Oltre alla maturità musicale e compositiva – ormai evidente anche ai più distratti – assistiamo nella seconda parte a un dialogo a due voci con la cantante Fana Hues, aperto a dare ascolto alle ragioni del (ex) partner:
Honestly, it’s all about the timing
I ain’t mean to lead you on, because
Him and I got some things that we’re trying
But my energy belongs to you
Se si ripensa alle fantasie truculente di VCR si fatica a pensare che si tratti della stessa persona. Ma un Artista, se è tale, cambia e si mette in discussione, si contraddice se necessario, e ogni nuovo equilibrio raggiunto sarà ancora una volta soltanto una tappa intermedia.
Il viaggio musicale di Tyler, The Creator è ancora lungo e imprevedibile.