Ancora lui, Toni Zeno mette in fila il quinto singolo consecutivo e insieme con Aleaka manifesta chiaramente l’intenzione di prendersi pure il 2023: dopo Camurrie, Renato Zeno, Lancia Delta e Derrick Rose arriva Lo Specchietto.
Toni Zeno gira senza specchietto
Nuovo singolo e altra botta, di poco successiva al guest verse in Blazer di Anagogia, Zeno e Aleaka insistono sulle tracce banger contornate da barre street e innovative, che il rapper ha dimostrato ampiamente di saper gestire in Solve et Coagula, così come in Luchino Visconti.
Come condiviso in una storia da Zeno, il brano inizia con un antico canto cristiano contro il mal di stomaco recitato da un caro amico dell’artista, il quale rappresenta la sua idea di famiglia, di comunità ristretta che spesso ritorna nelle tracce, proprio accanto alla fede subito citata con:
Sopra la lapide
scrivi che ho avuto
la fede più cieca
e la forza più labile
Ennesima dimostrazione della mano fatata del rapper siciliano intorno alle parole. La prima strofa in particolare trova la sua forza nella serie infinita di riferimenti e punchline relative alla religione e ai traffici di quartiere, le quali meriterebbero in buona parte di essere citate esplicitamente ma preferiamo che vi colpiscano in musica.
La seconda strofa invece è quasi più un esercizio di stile, con un flow serrato che rimane costante nelle rime fino quasi al termine della canzone e che ricorda la recente No Problema di Jack The Smoker. Proprio Jack ha contribuito inoltre al brano in fase di mix e master, calibrando il consueto beat micidiale di Aleaka.
Toni Zeno deve diventare un nome grosso.