Addentriamoci nella dimensione sociale e psicologica dei testi di 23 6451, l’ultimo album di tha Supreme.
Dal coloratissimo immaginario di tha Supreme è altamente probabile uscirne straniti se fortemente ancorati al rap vecchia scuola, o ancora in alternativa, emergere dal viaggio pienamente soddisfatti; è difficile insomma che la musica di tha Supreme lasci indifferenti. Con altrettanta probabilità, nel mare di vocalizzazioni e basi particolarmente all’avanguardia, si rischia di perdere la dimensione più profonda dei testi del rapper di blun7 a swishland. Le sfaccettature su cui vogliamo concentrarci oggi sono quelle che riguardano la sfera psicologica e sociale: ad un orecchio attento o a persone particolarmente sensibili ai temi in questione infatti, non saranno sfuggiti i continui riferimenti a stati d’ansia o ancora alla fobia sociale.
Come sempre in Rapologia, pur provando a svolgere un’analisi del testo dettagliata, non intendiamo sostituirci a studiosi dei comportamenti sociali e specialisti che meglio possono raccontare di queste problematiche. Quello che vogliamo fare oggi è semplicemente provare a dare una lettura più particolareggiata dei testi dell’ultimo disco di tha Supreme, estrapolandone i concetti più profondi e meno papabili ad un primo ascolto.
Prima di procedere è doverosa un’altra premessa: la società in cui viviamo oggi, ancora prima della condizione di emergenza attuale che aleggia nel mondo e nel nostro paese, è più che mai fonte di grande ansia. Un mondo in cui l’apparire e il successo sembrano essere aspetti fondamentali e in cui quotidianamente si è spinti al confronto e al paragone con gli altri, c’è chi per diversi fattori non riesce a stare al passo. In una realtà dunque fortemente competitiva e che richiede una certa sicurezza e presenza, non è difficile immaginare la facilità con cui diversi disturbi psichici si possono insinuare anche tra i giovanissimi.
Fatte le dovute premesse prendiamo in analisi subito la traccia in apertura di 23 6451: come fa1.
“Ehi, bro, sto preso male, a quanto pare non importa a te
Stavo sempre in camera a aspettare che mi vada bene
Ho lasciato stare per non fare il finto preso a bene
E uscivo solo a bere, ma fuck, b*tch
L’ansia è una b*tch”
Tralasciando i vari inglesismi e il linguaggio che tha Supreme è solito utilizzare, sin dalle prime barre emerge la tendenza ad isolarsi e ad arginare questa condizione solo per abbandonarsi a comportamenti distruttivi, nonché il primo riferimento al disturbo d’ansia. Nello specifico, pur non conoscendo la storia personale di tha Supreme, sembra che questa tendenza sia frutto di un’ attesa di qualcosa di meglio e della percezione di incomprensione da parte dell’ambiente circostante.
“Non stare qui con me, sennò Finisce male,
Ma male, tipo che non sto più tra le persone
Posso urlare, ma tanto nessuno mi sente”
Pur ricordando che tha Supreme è in ancora in fase adolescenziale, periodo in cui è più facile soffrire la condizione di solitudine, che talvolta può essere anche volontaria e prolungata, questi non sono comunque segnali da sottovalutare, soprattutto laddove siano prolungati nel tempo o associati ad altri campanelli d’allarme.
Nell’addentrarci in questa analisi, scopriamo però anche esortazioni positive ed incoraggianti, soprattutto per i più giovani che costituiscono la grande maggioranza del pubblico del rapper romano. In sw1ngo ad esempio, traccia con Salmo ed una delle più apprezzate del disco, il rapper elargisce quello che sembra essere un vero e proprio consiglio, così come una grande verità:
“Non avere paura
di stare con persone
Tutti sono come te.”
tha Supreme sembra far cenno a quello che è un problema molto serio e che prende il nome di ansia sociale, o più semplicemente ad un’incertezza che impedisce ad alcune persone di relazionarsi in maniera serena con gli altri. Che si tratti di fobia sociale vera e propria o di qualche paura recondita, per l’uomo, animale sociale per eccellenza, l’ansia di intrattenersi in rapporti sociali può essere davvero destabilizzante. tha Supreme, pur essendo i primi a dire che in caso di un disturbo psichico non sarà una canzone a risolvere il problema, vuole rassicurare chi lo ascolta e teme di incappare in relazioni sociali, ricordando qualcosa di cui siamo ben consapevoli ma che troppo spesso tendiamo a dimenticare: alla fine siamo tutti uguali.
Prima di proseguire nella parte più delicata del nostro approfondimento, è strettamente necessario fare una panoramica generale. Come riportato ad esempio QUI e ben testimoniato anche in questo articolo, non solo l’ansia, ma purtroppo anche mode attuali, portano sempre più spesso giovanissimi a far ricorso all’uso di ansiolitici. Non siamo qui per dire quando o da chi questi farmaci dovrebbero essere assunti o meno, non è certo questo il luogo e non siamo nella posizione di poterlo e volerlo fare, quel che è certo però, è che dovrebbe far riflettere, prima ancora di condannare, se ragazzi nemmeno ancora maggiorenni hanno già un trascorso importante con farmaci contro l’ansia.
Indipendentemente dalla causa comunque, l’uso delle benzodiazepine è una realtà che esiste e su cui, per via dei numerosi riferimenti nei testi di tha Supreme, è impossibile sorvolare. Sappiamo infatti come di rimando in tanti pezzi del disco, che il rapper ha avuto un trascorso con un farmaco ansiolitico nello specifico.
“La testa gira, ancora la testa tipo Xan’ Xan’ boy”
Lo Xanax in particolare infatti sembra essere stato a lungo la soluzione ai suoi problemi legati a stati ansiosi. Come dicevamo poco fa, la società di oggi con la sua precarietà, l’incertezza del futuro e la pressione costante, è spesso causa primaria di disturbi psichici. Per quanto riguarda tha Supreme, quello che leggiamo nei suoi testi è che nonostante l’ansia torni a farsi sentire alle volte, quella con lo Xanax sembra essere una parentesi definitivamente chiusa, come ben dimostrano i versi di ch1 5ei te:
“No Xan, anche se l’ansia a volte mi dice “ma vuoi xan’”?
No, no, ho imparato a non fidarmi di quella troia”
Concetto nuovamente ribadito in 8rosk1 feat. Mahmood:
“Non più xanax”
Chiaramente parlando di tha Supreme viene naturale prendere in considerazione la popolazione in fase adolescenziale, sappiamo bene però che innumerevoli rapper e trapper indipendentemente dall’età, hanno trattato lo stesso argomento nei loro pezzi, chi mettendo in luce gli effetti collaterali di una dipendenza, chi esaltandolo e non dando esattamente un buon esempio. Proprio a testimonianza di ciò, in occhi1 purpl3, traccia con Marracash, quest’ultimo accenna alla benzodiazepina, così come ad un altro ansiolitico, a riprova di quanto questo possa riguardare tutti indistintamente.
“Benzo benzodiazepina, verso, verso ancora Minias”
In gua10 poi, traccia con Lazza, sentiamo tutta la pressione dell’ambiente circostante sul singolo individuo:
“Quello si butta dalla finestra perchè vive come volete voi”
tha Supreme lo sappiamo bene, controcorrente sin dall’inizio, non ha mai accettato di omologarsi e quindi chi meglio di lui può dare una chiara immagine della sofferenza che porta vivere secondo le aspettative altrui.
E’ sempre in gua10 che troviamo l’aspetto più importante su cui vogliamo soffermarci in chiusura e a cui abbiamo già fatto cenno: la società attuale. Un quadro semplicistico ma ben chiaro è quello che emerge da ciò che tha Supreme racconta: in poche barre infatti si delinea perfettamente lo scenario che caratterizza non solo le piccole città e i paesini, ma anche una grande realtà come Roma, dalla quale proviene lui stesso. Mente chiusa, pregiudizi e ancora stereotipi difficili da scardinare, così come convenzioni sociali troppo limitanti, rendono una società apparentemente all’avanguardia, ancora troppo retrograda.
“Op-ops, che guaio,
occhio al dettaglio sono il solo,
il solo a notarlo,
amerei la città se solo fosse che qualcuno aprisse la mente”
Al di là dell’immaginario che Davide Mattei, in arte tha Supreme, ha creato intorno al suo personaggio, al di là delle vocalizzazioni tipiche del suo stile e dello scenario colorato e sopra le righe, sembra celarsi dunque un universo più sensibile e complesso che con quest’analisi abbiamo cercato di mettere in luce.
tha Supreme ha sicuramente trovato il modo più vicino a chi lo ascolta per parlare di certe sensazioni e problematiche, senza però risultare mai pesante o eccessivo. Quello che ci auguriamo con quest’analisi è che siano emerse le componenti più significative e meno superficiali di un disco che ha del potenziale anche per quanto riguarda i temi trattati e non solo per l’innovazione che tha Supreme ha dato e continua ad apportare al genere con la ricerca sempre nuova di suoni e stile.
Grafica di Mr. Peppe Occhipinti.