Depressione che diviene d’espressione con il disco di Terra Yen

Terra Yen

Giorgio Terranova, in arte Terra Yen, ha 28 anni e viene da Modica, in provincia di Ragusa, ed è uno di quei rapper che ha seriamente qualcosa da dire, non è uno di quelli che apre la bocca davanti al microfono tanto per. Ascoltate il suo album Siamo Quasi A Casa e leggete quanto ci ha detto, capirete facilmente il perché di quanto appena affermato. 

Terra Yen ci porta (quasi) a casa sua

Dai dati delle sorveglianze Passi e Passi d’Argento (PdA) coordinate dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) raccolti nel biennio 2021-2022, è emerso che circa il 6% della popolazione italiana adulta riferisce sintomi depressivi. Da un altro recente studio, effettuato dalla Unicef Italia insieme alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs su 1.571  adolescenti e pre-adolescenti, si è evidenziato invece come il 30% sia affetto da Ansia/Depressione, il 23% da Alienazione/Depressione e il 21% da sintomi psicosomatici che non hanno una base medica accertata.

Insomma, in Italia i problemi legati alla salute mentale colpiscono tutti, giovani e meno giovani, solo che per un motivo o per l’altro risulta essere ancora un tabù sia nella sfera sociale che, soprattutto, in quella privata. Non tutti riescono a parlarne quando ne sono veramente colpiti. Non tutti sono in grado di ascoltare quando si trovano di fronte a questi argomenti.

Terra Yen però ce l’ha fatta, così bene da scriverci perfino un disco, Siamo Quasi A Casa, un progetto che per essere capito a pieno viene utile conoscere meglio la sua storia:

Sono nato con una rara malattia al fegato, genetica, degenerativa. Il che mi ha portato sin dall’età di 4 anni a viaggiare per visitare e farmi curare in vari ospedali d’Italia, in Sicilia e soprattutto a Genova, dove sono stato per molto tempo. Una vita del genere, ovviamente, lascia alcuni segni. Non credo siano tutti necessariamente negativi i tratti che può portare in una persona il condurre una vita di questo tipo ed ho cercato infatti di parlare di questo nel mio primo lavoro pubblicato su Spotify nel 2020: Percorsi EP, una breve raccolta di pezzi inediti e non, in cui mi sono soffermato più sull’aspetto “fisico” della vicenda, ovvero quello proprio della malattia. Inoltre, avendo dovuto affrontare un trapianto di fegato a 23 anni, ho avuto modo di poter scrivere anche di questo, per fare di Percorsi una sorta di album di ricordi che andasse dalla scoperta della malattia fino alla “cura”, ovvero il trapianto.

Quella fisica, però, è stata solo una faccia della medaglia. La malattia in questo giovane ragazzo ha portato con sé qualcosa di nascosto agli occhi degli altri, quella depressione che ti annulla totalmente e costantemente, rendendoti incapace di provare del tutto qualsiasi tipo di sentimento, buono o cattivo che sia.

Lasciatemi morire, voglio solo andare via da qui

Giorgio è arrivato a fare questi pensieri, che spesso risentiamo nelle frasi dei giovani d’oggi e che dovrebbero sicuramente accendere più di un campanello d’allarme, veritiere o meno che siano queste affermazioni.

Avere tra le mani un disco come Siamo Quasi A Casa può essere quindi un prezioso aiutante nel labirinto infinito in cui ti accompagna questa malattia:

Si chiama Siamo Quasi A Casa perché, oltre ad essere un riferimento alla frase che mi ripeteva mia madre quando da bambino ero costretto a stare lontano da casa per andare in ospedale, fa riferimento anche al senso di smarrimento costante che può provare chiunque sia soggetto a stati depressivi ripetuti nel tempo

Siamo Quasi A Casa di Terra Yen è un disco profondo ma non pesante, che si fa ascoltare con piacere e che offre una diapositiva su una condizione che ha segnato per sempre la vita di un ragazzo e in cui, magari, ci si possono immedesimare altre persone, di qualsiasi età.

Sto Male è forse la traccia più rappresentativa del progetto, sia per liriche che per sound, con quel cambio di beat finale da applausi che ci immerge ancora di più nell’atmosfera del progetto. Spiccano al suo interno queste due barre, che possono riassumente quanto detto fino ad ora:

e non mi importa se mi vedono forte perché la forza non è uno stato mentale
se questa società non mi vuole vedere piangere, se devo essere un uomo dovendomi trascurare

Ancora più emblematica, però, è la title track del progetto, in cui Giorgio ci porta direttamente in uno di quei tanti discorsi tenuti con sua madre, figura cardine della famiglia, altro bersaglio indiretto di questa maledetta malattia.

Terra Yen
Artwork di Mr. Peppe Occhipinti – Foto di Lorenzo Fustaino – Il minutaggio indicato è il viaggio del disco, ossia la sua durata. Ester egg dell’immagine: le “vene” sono la mappa di Modica.

Consigliamo quindi a tutti l’ascolto di questo disco, realizzato grazie al supporto prezioso di Samuele Nigro (Scisma) e Vincenzo Toro (Delta7) che si sono occupati di registrare, mixare e masterizzare il disco, oltre che della parte di sound design e della produzione di due strumentali. Così come, per quanto possano valere le nostre parole, consigliamo a tutti di non tergiversare su queste tematiche. Una maniera per affrontarle la si può sempre trovare: Terra Yen, per farlo, ha scelto di farlo sopra un beat.

Una depressione che diviene d’espressione, grazie alla musica.

L’unico modo di conoscere una storia è ascoltarla. È questo che vorrei fosse il mio disco.

In bocca al lupo, Terra Yen.