Suono Sporco, un album necessario in relazione al periodo storico che stiamo attraversando oltre che una perla per i veri appassionati del genere: DJ Fede a gennaio ha aperto nel migliore dei modi il nuovo anno con un disco personale che ridà voce al rap nella sua sfaccettatura più classica e cruda.
Le numerose collaborazioni si sposano alla perfezione con il suono proposto dal dj torinese, il quale rimane profondamente legato alla sonorità che lo ha formato agli albori del suo percorso: grezza, diretta e innegabilmente fondata sui classici americani degli anni 90.
DJ Fede, Suono Sporco: un disco di spessore che ridà voce all’aspetto più classico dell’Hip Hop – Recensione
Dopo appena un anno dalla pubblicazione di Still From the 90s, DJ Fede riprende quello che potremmo definire un vero back in the days agli albori della sua carriera e della prima evoluzione del genere rap in Italia, caratterizzato da un suono totalmente diverso rispetto a quello che ha preso piede negli ultimi anni.
Analizzando Suono Sporco in termini puramente musicali legati all’ambito della produzione, ritorna prepotentemente il boom bap, mettendo il luce la chiara ispirazione di Fede a quello che era il suono sporco predominante a New York anni fa.
Una scelta definita che si somma all’accurata scelta dei sample. Le voci di Big L e Guru (solo per citarne due), campionate in alcuni pezzi del disco, immergono l’ascoltatore in un tripudio di suoni in cui prevale la black music tanto cara al produttore torinese: campioni soul, jazz e funk alternati in base alla scelta del rapper presente sulla traccia.
Un’altra caratteristica che definisce ancora più chiaramente la natura del progetto è l’utilizzo costante degli scratch. In questo senso, è doveroso sottolineare la presenza in quasi tutti i brani di DJ Tsura, sempre più parte integrante del processo creativo in studio. Oltre a Tsura, la tracklist evidenzia a questo proposito quanto Fede abbia voluto dare visibilità e importanza ai DJ: Pandaj, Lil Cut, Double S, Clas K e Bront, i cinque che hanno preso parte al progetto.
Per quanto riguarda la scelta dei rapper coinvolti nel disco, rimane evidente la scelta di dare più spazio possibile agli artisti della nuova scuola, scegliendo ovviamente quelli più affini e adatti alla sonorità classica proposta per tutto il disco. Non deludono le strofe dei due rappresentanti della Make Rap Great Again, Gionni Grano e soprattutto RollzRois, capaci di entrare in sinergia con le idee di Fede confermando la loro ispirazione ad un rap spesso autocelebrativo basato su rime incisive e punchline.
D’altra parte, non deludono le collaborazioni più blasonate: Il Turco, Nerone e Claver Gold si dimostrano come sempre all’altezza, tutti e tre con approcci stilistici differenti ma allo stesso tempo profondamente legati all’immaginario storico e musicale condiviso con Fede.
La vera chicca del disco arriva però da oltreoceano. Fede ci ha ormai abituati a coinvolgere all’interno dei propri progetti nuovi nomi provenienti dal circuito underground statunitense. Questa volta, il prescelto è stato The Musalini, presente in ben due tracce del disco: Street Poetry e World Is Yours, entrambe accompagnate dagli scratch di DJ Tsura. Il rapper, chiaramente ispirato ai classici del rap americano, propone un’attitudine decisamente hardcore, confermando ulteriormente quanto la nuova scena newyorkese si stia innegabilmente ritagliando il suo spazio, dalla dimostrazione più eclatante del fenomeno Griselda fino alla crescita sempre più massiccia di piccole realtà underground.
In un periodo storico non particolarmente roseo (per prolificità) per l’Hip Hop italiano, l’intenzione di DJ Fede è quella di riportare in auge una mentalità, oltre che un suono. Ci riferiamo in particolar modo all’amore per un cultura spesso sottovalutata, alimentata non solo dall’immaginario dei rapper ma anche e soprattutto dalla musica vera e propria: i sample, gli scratch, le citazioni, solo per citare tre degli elementi emersi in Suono Sporco.
Il disco può essere un’ottima opportunità per i neofiti che si vogliono avvicinare alla cultura Hip Hop in tutte le sue sfaccettature, oltre che ovviamente per gli appassionati i quali non riescono a rispecchiarsi nelle nuove sonorità contemporanee.