«Spero che con questo disco le persone si sentano meno sole» – Intervista a Rose Villain

Rose Villain

Ogni tanto parlare con chi abbraccia anche altri generi musicali fa bene, soprattutto se è qualcuno che ha comunque un forte legame con quello di cui vi parliamo tutti i giorni, il rap. Ci permette di affrontare alcune argomentazioni che con i rapper solo in rari possiamo trattare e, in aggiunta, scoprire brani dalle sonorità e dalle tematiche differenti.

Questo è capitato in settimana con Rose Villain, dopo che abbiamo potuto ascoltare in anteprima il suo primo album ufficiale, Radio Gotham, e subito dopo fare due chiacchiere con lei negli uffici di Sony Music.

Ecco di seguito cosa ci siamo detti.

Radio Gotham è fuori: la nostra intervista a Rose Villain

Avendo seguito Rose Villain sin dagli albori, eravamo davvero impazienti di poterla intervistare e quale miglior occasione se non la release del suo primo album ufficiale:

Perché hai sentito che era proprio questo il momento giusto per rilasciare il tuo primo album?

«Adesso è un bel momento. Io ho sempre sperimentato molto ma poi la mia voce e il resto hanno iniziato a prendere forma e cominciavano a chiudersi un po’ sotto “un ombrello di inquietudine”. Sono stata paziente nel capire quale fosse il momento in cui avevo davvero credibilità dai miei colleghi e anche consensi da parte del pubblico. Adesso il mercato è saturo e il disco te lo devono proprio chiedere.».

Hai temuto l’uscita dell’album a una sola settimana di distanza dalla release di un colosso come Guè?

«In realtà no, chiaramente tutto l’anno escono dei disconi, io esco il giorno dei Maneskin, per esempio, ma sono molto sicura del mio prodotto e penso che se la musica piace, poi non ha tempo. Ho voglia che esca anche per portarlo live e speriamo di trovare le persone che lo apprezzino».

A proposito dei live, hai già delle idee ben precise?

«Ho tantissime idee, io sono super creativa e mi piacerebbe tanto portare in scena tutto il mio universo».

Parliamo dell’immaginario del disco: partendo dalla copertina fino al trailer per l’annuncio dei featuring, tutto rimanda ad un vero e proprio film: se dovessi descrivere Radio Gotham come un tuo film, con quali elementi del cinema lo faresti?

«Sicuramente con Gotham, anche se l’universo Batman rappresenta più New York, che è la città dove un po’ mi sono formata ma poi ho anche tanti altri richiami: forse, ti direi anche un po’ con Nolan e Dark Night».

C’è qualcosa che doveva esserci in questo progetto e che per varie ragioni non è stato incluso e una cosa che invece assolutamente non poteva mancare?

«Che non c’è stato, sicuramente le tracce che ho dovuto scartare dal disco ma che usciranno più avanti e che amo tantissimo. Non volevo fare un disco da 20 tracce per far apprezzare bene queste. Una cosa che non poteva mancare, invece… forse Guè. Ci tenevo che Guè facesse parte di questa cosa e, anche se Elvis è uscita tempo fa, lui doveva esserci per forza; mi ha anche coinvolto nel suo ultimo disco nella scrittura di Chiudi Gli Occhi».

Ne approfitto, dunque, per chiederti come mai non c’è il tuo feat. segnalato nella tracklist.

«Perché in realtà si sente la mia voce nei cori ma non è un mio ritornello, io ho partecipato alla scrittura, poi mi stava uscendo il disco, non so… Sicuramente poi faremo altre cose in futuro e adesso non voglio più essere “la ragazza dei ritornelli”».

Quando hai rilasciato Michelle Pfeiffer ed Elvis, sapevi già che le avresti incluse in Radio Gotham?

«No o meglio, Elvis ho pensato che ci sarebbe stata. Michelle invece è arrivata dopo ed è andata benissimo; sono molto contenta perché è un pezzo davvero particolare ed è diventata una mega hit, non me l’aspettavo. »

Con il rilascio di un album, soprattutto se si tratta del primo, si segna una sorta di inizio ma anche di fine: cosa lasci completamente nel passato a partire da questo momento e cosa, invece, speri di trovare nel futuro più prossimo?

«Spero di trovare un pubblico che capisca chi sono, in Radio Gotham mi sono davvero raccontata e aperta tanto. Io non me ne rendevo conto e mi sembrava sempre di scrivere canzoni tristi ma, in effetti, nei pezzi scritti in passato non si capiva questo mio lato sensibile e fragile che in Lamette, ad esempio, la gente ha iniziato a notare. Finisce quindi la mia maschera di lustrini e inizia per me un’era in cui mi mostro davvero».

Per che tipologia di pubblico è pensato questo disco?

«Secondo me è rivolto alle persone che soffrono, soprattutto giovanissime, ma poi in realtà a tutti quelli che soffrono sia di ansia che di tristezza, o che hanno perso qualcuno… spero tanto che si possano ritrovare, sentirsi meno sole e sentire i loro sentimenti validati. I giovani, in particolare, fanno molta fatica ad esprimere la sofferenza. Per me anche da bambina la musica è stata una cura e mi ci ritrovavo».

Un solo nome: Elisa. Dicci quello che vuoi su questa collaborazione.

«Non è nata come un feat. ma è venuta un po’ dal cielo. Andy le ha mandato delle canzoni e lei ha sentito come una forza che l’ha portata a scrivere la strofa. La canzone è sul lutto di mia mamma e lei era super fan di Elisa, quindi secondo me c’entra qualcosa, è stata una magia ed è venuta lei da me praticamente».

Domanda un po’ distante dal progetto: riprendendo quanto fatto durante gli anni da Billie Eilish, che ha adottato uno stile di abbigliamento totalmente “coprente” per far sì che la gente si concentrasse sulla sua musica e non sul suo corpo, siamo curiosi di sapere se anche per te vale questa “regola”. Abbiamo notato che, a differenza ad esempio da quanto posti su IG, durante i live adotti uno stile simile a quello di Billie. Senti l’esigenza di doverlo fare magari per il pubblico che pensi ti troverai davanti o è una libera scelta stilistica?

«In generale faccio sempre quello che mi sento. Sono più comoda a cantare così e preferisco comunque che ci si concentri su altro, anche se poi non c’è niente di male… Poi ci sono volte in cui, come nella copertina di Radio Gotham, mi mostro molto di più; se mi sento sexy non mi preoccupo dei giudizi. C’è gente che mi dice “eh, ti dici femminista e poi ti metti in mutande”, ma che cazzo me ne frega, se ho voglia di essere sexy lo faccio e tu sei un babbo. Tornando ai live, è più una questione di comodità, io poi salto come una trottola, mi sentirei costretta e dovrei stare continuamente attenta a come muovermi, invece coprendomi risolvo il problema. Poi chissà, magari un giorno farò un live in minigonna e in bikini».

Molte persone ammettono che non potrebbero mai lavorare con il proprio partner: vantaggi e svantaggi di lavorare con SIXPM?

«Vantaggi: è meraviglioso e condividi gioie e dolori. Noi, poi siamo molto legati e attaccati. Ci piace isolarci, stare in studio e passare molto tempo insieme. Svantaggi: lui pretende da me sempre le stelle e io da lui la luna, perché conosciamo bene il valore dell’altro e capita che, soprattutto lui, si incazzi. Io soffro e lui mi sprona».

Chiudo con una domanda a sé stante: com’è il tuo rapporto con Machete? Possiamo considerarti a tutti gli effetti una della crew?

«Certo che si, Machete gang! Poi, è vero che io sono stata tanto negli Stati Uniti, ma qui sono la mia famiglia e sono incredibili. Hanno tantissima voglia di fare musica e sono un collettivo stupendo. Sono un team affiatato di angeli che ti fanno sentire in famiglia».

Ringraziamo Rose per l’intervista e le auguriamo il meglio per Radio Gotham, il suo primo album ufficiale, finalmente fuori!