La verità sulla morte del rapper Canserbero

Canserbero

La morte di Tirone José González Orama – in arte Canserbero – considerato da molti il miglior rapper latinoamericano di sempre, ha lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di tutte quelle persone che si rispecchiavano dannatamente nelle sue opere.

Era il 20 gennaio 2015 quando accadde tutto ciò; ma allora nessuno sapeva che la verità riguardo il suo decesso era ben lontana dal venire a galla.

La morte del rapper Canserbero, tra verità e bugie

Nel novembre 2023 la polizia venezuelana decise di riaprire il Caso Canserbero, date le incongruenze che risaltavano dalle indagini svolte circa dieci anni prima e spinta dalla sete di verità che da tempo aleggiava intorno a questa storia drammatica.

Alla fine di dicembre è arrivata come un fulmine a ciel sereno la confessione della sua ex manager, tale Natalia Amestica, che ha spiazzato l’intero mondo del rap hispano e non solo.

In un video rilasciato dal governo venezuelano, si vedono due persone: sono Natalia Amestica e suo fratello Guillermo Amestica, intenti a confessare ciò che successe davvero quel maledetto 20 gennaio 2015.

Dunque, secondo il loro racconto, Canserbero, che si trovava a casa di Natalia e del marito Carlos Molnar – bassista e grande amico di Can – fu stordito con un potente sonnifero disciolto in una tazza di the che lui e Molnar stavano bevendo sul divano nel soggiorno dell’abitazione. Successivamente Natalia pugnalò a morte il rapper 26enne e anche suo marito Carlos, inscenando poi con l’aiuto del fratello Guillermo, l’omicidio-suicidio dell’artista.

Il suo cadavere venne brutalmente colpito con un oggetto contundente e poi gettato dalla finestra dell’appartamento nel cuore della città di Maracay.

Le indagini hanno constatato la complicità di tre agenti dei servizi segreti venezuelani, che hanno ricevuto ingenti somme di denaro con lo scopo di coprire i due assassini e archiviare di conseguenza il caso. In totale sei persone sono finite in manette: i fratelli Amestica, i tre agenti e un medico legale.

Finalmente si è fatta giustizia e l’anima poetica e libera dell’immenso Canserbero, smetterà di essere tormentata, ma non morirà mai, perchè come diceva lui:

No se muere quien se va, sólo se muere el que se olvida.

(Non muore chi se ne va, ma solo chi viene dimenticato).