A quasi vent’anni di distanza Cristi e Diavoli è un nuovo In The Panchine

lovegang 126 in the panchine
Artwork a cura di Mr. Peppe Occhipinti

Cristi e Diavoli, il primo album ufficiale della Lovegang al completo è fuori da qualche giorno e l’impressione è che si stia velocemente insediando nel cuore degli appassionati. Un album come questo può diventare una pietra miliare nella storia del rap capitolino proprio come a suo tempo, benché in modo diverso, lo fu In The Panchine?

Le premesse necessarie

Innanzitutto un po’ di storia, sia per il più giovani sia per coloro che non conoscono a fondo In The Panchine (si rischia di far confusione perché si chiamano In The Panchine sia il gruppo che l’album). 

Partiamo da quell’inizio degli anni zero del Duemila. Lo sappiamo tutti, in quel periodo il rap in Italia commercialmente parlando era al piano zero, e per chi non sapeva riconoscere i segnali sembrava morto anche a livello di movimento. E invece… e invece sotto la calma superficiale si iniziavano a muovere forze inarrestabili, piccoli movimenti sismici che in pochi anni sarebbero andati a ribaltare il mercato discografico italiano prendendosi il giusto spazio e rispetto.

Sappiamo tutti che da Nord a Sud sia nelle grandi città che nei centri più piccoli si stavano sviluppando dal basso realtà che, pur senza album ufficiali, magari giusto con qualche mixtape o bootleg marcio riuscivano a tirare in mezzo sempre più appassionati (un pubblico che era evidentemente stufo di doversi dividere tra  commercialate insipide e rap militante che sapeva di vecchio). C’era voglia di nuovo hip hop con nuovi immaginari e riferimenti, con una nuova freschezza.

I Truceboys a Roma (Gel, Metal Carter, Cole, con le iniziali sporadiche e poi le sempre più decise incursioni di Noyz Narcos) si distinsero in questa nuova ventata di suono, introducendo elementi metal, hardcore, con riferimenti al cinema horror,  gore e poliziottesco italiano degli anni Settanta, unito ad un attitudine unica sul palco che in breve (a ripensarci davvero in breve) li portarono all’attenzione degli appassionati e a riempire i locali di Roma.

All’indomani di Truceboys Ep e di Sangue i TruceBoys erano nei fatti i rappresentanti più forti del rap romano e, quindi, per molti anche di quello nazionale del periodo. 

Arriviamo a In The Panchine

Il legame tra i TruceBoys e In The Panchine è Cole, membro fondatore dei primi e anche dei secondi, è infatti lui insieme agli amici Gemello, Benassa e ovviamente Chicoria a far nascere questo progetto. Un disco nato leggero, come divertimento e anche per distaccarsi dalla grandezza che stava raggiungendo il progetto Truce Boys (almeno per Cole).

“Io già sentivo il peso dei TruceBoys, se TruceBoys diventa un nome che si deve confrontare col panorama italiano… Torniamo a Roma, non c’è un universo più grande, In The Panchine racconta sta storia, quello che c’è fuori non è importante nel mondo di In The Panchine” – Cole in Dope Boys Alphabet

Un disco figlio di giornate passate tra amici tra una canna e una partita alla PlayStation, un salto al bar e le chiacchiere infinite sulle panchine, in quei microcosmi in cui si creano modi di dire, riferimenti, battute.

 “Gemello e Benassa erano degli amici conosciuti più di recente con cui condividevo momenti di relax”- Cole

Un mondo immerso nella vastità di una città come Roma che aggiunge più di tutte le altre in Italia un immaginario speciale. In fondo è lo stesso della Dolce Vita felliniana. Ci può essere il disagio, le droghe i riferimenti pesanti, ma si sente una leggerezza di fondo figlia di un momento in cui era più facile godersi quelle giornate estive lunghe e bellissime.

“Di sera si andava al Teddy, venivano a casa mia a giocare alla Playstation o a cazzeggiare”  – Gemello

Non pensiate però di ridurre ITP solo a pezzi divertenti o banger. Nello svolgersi dell’album si alternano anche brani più intensi e personali velati da una dolce malinconia che diventerà negli anni anche uno dei tratti caratteristici della produzione di Gemello in particolare. Canzoni come Never do the spia o Loosing pazienza rimangono emozionanti nonostante il passare degli anni. Leggerezza e intensità si bilanciano benissimo nella durata dell’album.

Roma poi è una delle protagoniste del disco. Non c’è canzone in cui non si senta la presenza della città, che sia il riferimento a un quartiere o ad un locale. Tanto del disco ruota attorno alla capitale.

In The Panchine uscì nel 2005 a metà tra il mixtape e l’EP su basi edite, con featuring di tutti i truceboys ed Evelina e soprattutto con la peculiarità del testo rappato mezzo in italiano (o romano ancora meglio) e mezzo inglese (o francese…). Una miscela che subito attirava l’attenzione, anche se i detrattori all’inizio non erano pochi. Le basi note aiutavano molto a entrare nel mood del disco e due hit incredibili come Deadly Combination e Verano Zombie diedero subito la spinta.

Ma dunque: cosa c’entra un disco di ormai vent’anni fa, prodotto quasi per divertimento da un gruppo sconosciuto ai più, con il primo album ufficiale al completo di un gruppo di artisti con dischi alle spalle (qualcuno pure d’oro), notorietà, uno status altissimo sia in Italia ma soprattutto a Roma?

È davvero possibile che questi due album abbiano qualcosa in comune?

Lovegang126 la gestazione di Cristi e Diavoli

Franco, Drone, Pretty Solero, Ketama, Asp, Ugo Borghetti e Nino Brown li conoscete tutti. Se foste giunti fin qui digiuni di questa informazione questi sono i nomi dei membri della LoveGang126. La crew romana di Trastevere che nel nome rende omaggio ai 126 gradini che dividono viale Dandolo da viale Glorioso. 

Il nome della LG gira sin dall’esplosione della trap in Italia, alla quale all’inizio erano stati accostati. Fin da subito, però, il suono e anche il racconto sono stati differenti. Almeno per alcuni dei membri le sonorità trap stavano decisamente strette e in ogni caso sembrava evidente che i ragazzi non fossero li solo per cavalcare l’onda lunga del 2016.

Negli anni le carriere dei singoli artisti sono cresciute parallelamente le une alle altre con produzioni di buona qualità (alcune anche con ottimi riscontri) che ha dato sempre più spessore al gruppo allargando anche una fan base legatissima a loro.

L’album con le produzioni di  Drone126 del 2019 Cuore Sangue Sentimento è stato il primo in cui i membri della Gang si alternavano ai microfoni ma non era ancora un vero prodotto corale. Col passare del tempo la voglia della LG (e anche la richiesta del pubblico) è stata così forte da portare al concepimento di Cristi e Diavoli. 

Tutte le produzioni sono state curate da Drone e da Nino Brown che si sono davvero superati dando all’interezza dell’album un suono che ha il diritto di dirsi unico e riconoscibile in Italia. I ragazzi al microfono hanno dato davvero il meglio di loro, alternandosi e cambiando spesso registro.

Cristi e Diavoli è un album che passa da momenti molto hardcore a pezzi più scanzonati in modo fluido ed è molto piacevole da ascoltare. É un disco che come ITP parla di divertimento e cazzeggio, di serate infuocate e di risvegli difficili. Ma non solo, racconta gli stati d’animo di chi la vita l’ha sempre presa di petto, con tutti i suoi alti e i suoi  bruttissimi bassi. Parla di Roma delle sue vie e delle sue vite. Parla con “le voci” di Roma, anche tutti gli ospiti infatti sono capitolini: in ordine sparso Danno, Mystic One, Gel, Gianni Bismark, Tiromancino, Sosa, Security, Branca, Gemello, Side e Gemitaiz. 

Possiamo quindi rapportare In The Panchine e Cristi e Diavoli della Lovegang?

Dobbiamo dire che esiste una differenza sostanziale esistente tra i due: mentre per ammissione degli interessati, In The Panchine era un disco fatto per divertirsi senza logiche di mercato, per i ragazzi della Lovegang Cristi e Diavoli è una prova molto importante, che loro volevano vincere.

La decisione di uscire da indipendenti, auto producendosi dall’inizio alla fine, potendo decidere in autonomamente su tutto ha sicuramente giovato. Si respira tantissima libertà in questo album come in In The Panchine si sentiva voglia di sperimentare musicalmente libertà di linguaggio.

Spiluccando si possono trovare anche parallelismi tra i brani dei due dischi, sia negli storytelling personali sia nel cazzeggio più libero. Sono ad ogni modo due dischi completamente figli di Roma, che solo lì possono essere concepiti, che toccano il cuore dei romani ma che affascinano tutti, anche lontani dall’urbe.

In ogni caso, grazie alla Lovegang e pure a In The Panchine

Sappiamo che i paragoni non si possono fare, le epoche, il pubblico e gli artisti sono differenti. Pensiamo però che Cristi e Diavoli possa entrare nei cuori dei fan e rimanerci a lunghissimo. 

E ci aspettiamo proprio che succeda, perché questo è un album importante e fatto col cuore e quando le cose sono fatte col cuore è più facile che resistano per sempre.

lovegang126 signor perfetto video

Tagline per veri fan

“A Courtney, a single joint with sex is possible?”

Nota di fondo

Sappiamo di non aver nominato il secondo In The Panchine uscito nel 2010 sotto la forte spinta dei fan. Un disco non del tutto riuscito che risentiva della mancanza forzata del Chicoria e che non arrivava nel momento migliore per il TruceKlan in generale. Al suo interno c’erano buoni episodi come Gatto delle nevi o Non siamo niente, ma che non ha mai raggiunto lo status di culto e che rimane più un disco hiphop che un manifesto di Roma.

Artwork a cura di Mr. Peppe Occhipinti