Lil Yachty ha svoltato con Let’s Start Here

Lil Yachty let's start here

Lil Yachty è tornato col suo nuovo disco Let’s Start Here, un album rock psichedelico con cui ha svoltato completamente la sua direzione artistica, e l’opinione pubblica riguardo la sua musica.

L’evoluzione di Lil Yachty

I dischi degli artisti trap internazionali negli ultimi anni hanno iniziato a sorprendere sempre meno, calcando una situazione stagnante dove si adagiano nella tendenza da loro portata senza cercare di sorprendere l’ascoltatore. Stupisce pensare che tra tutti gli artisti della leva trap d’oro che ha iniziato la rivoluzione musicale nel 2016-17, ad azzardare di più e con successo, oggi sarebbe stato Lil Yachty.

Quando uscì nel 2017 col suo primo disco ufficiale, Teenage Emotions, la risposta del pubblico e della critica al suo successo fu notevolmente ruvida. La star del mondo radiofonico hip hop americano Charlamagne disse a Yachty durante l’intervista con lui che quest’ultimo era “l’emblema dei rapper scarsi” ai tempi. Ancora più iconica fu l’incendiata intervista che il trapper ebbe con Joe Budden, ex-rapper e voce cardine dell’opinione pubblica del mondo urban, che si scagliò aggressivamente con Yachty davanti alle telecamere.

Lil Yachty di Teenage Emotions giocava su un’immagine positiva e colorata, in controtendenza alla street-trap di successo di contemporanei come Migos o 21 Savage.

Nonostante il sound giocoso e l’immaginario pastello, le liriche erano pressoché le stesse e, in certi casi, scadevano nell’epitome delle pecche della musica trap. Perfetto esempio fu la sua barra in Peek a Boo, “she blows my dick like a cello“, dove il trapper fece un mastodontico scivolone lirico confondendo un flauto per un violoncello.

Teenage Emotions dal punto di vista del suono offriva il sound più pop che la trap offrisse all’epoca, con una bizzarra musicalità che incuriosì alcuni e venne classificata come completa spazzatura da altri. Bring it Back quando uscì su YouTube aveva più dislike che like ma dietro al suo essere del bizzarro pop retrò proiettato nelle metodologie trap, c’era una direzione musicale che si allargava ad altri generi più di qualsiasi altro suo collega contemporaneo.

Questo è calcato nel suo primo disco da altri esempi come la reggaeggiante Better o la pseudo psichedelica Lady In Yellow.

La maggior parte del pubblico vedeva in lui un mumble rapper da SoundCloud che non sapeva rappare e giocava a fare il musicista con canzoni pop-rap tanto originali quanto mal riuscite.

Questo lo portò ad omogeneizzare la sua musica nella trap da standard, rendendo le sue uscite successive sempre più generiche e meno ascoltate.

Bullizzato dal pubblico hip hop più critico e sorvolato dai suoi sostenitori, la carriera di Lil Yachty sembrava al lastrico, finché nel 2022 non venne piratata e pubblicata online una traccia di un minuto e mezzo intitolata Poland. La traccia fu inviata dallo stesso rapper ad un hacker sotto richiesta di quest’ultimo. Si tratta di uno scarto composto dal rapper durante le sessioni per il disco che avrebbe poi pubblicato nel 2023.

Poland suscita attenzione da parte del pubblico come nessuno dei suoi ultimi singoli aveva fatto. Il seguito ha dell’assurdo: l’uscita di Let’s Start Here.

Let’s Start Here: la reazione all’album di Lil Yachty

Già dal titolo la voglia di voltare pagina per il trapper viene manifestata a volumi alti.

Let’s Start Here è un imprevedibile album di rock-funk psichedelico, con cui Lil Yachty è riuscito in modo assurdo a conquistarsi critica e pubblico per la prima volta, in modo completamente inaspettato e inedito nel mondo di chi, a suo modo, veniva dal rap.

Quando Kanye fece il suo switch con 808’s & Heartbreak, sebbene il disco fosse un capolavoro e col tempo risulto come uno dei dischi più influenti del nuovo millennio, ai tempi dell’uscita la risposta che ricevette fu estremamente bipolare. Quando Lil Wayne fece il suo switch al rock con Rebirth fu un disastro per molti. Lil Yachty con la sua svolta, invece, sembra aver conquistato tutti subito, per un disco che viene addirittura paragonato a lavori dei Pink Floyd, una cosa che prima della sua uscita sarebbe sembrata una completa barzelletta.

Let’s Start Here è stato ispirato, a detta dello stesso trapper, dal suo avvicinamento all’uso di sostanze psichedeliche come acidi e funghetti allucinogeni.

L’album prende la progressività di progetti come My Beautiful Dark Twisted Fantasy di Kanye West e la estremizza portandola completamente fuori dal mondo hip hop. Sebbene il lavoro sia traghettato alla sua gloriosa riuscita per di più dal lavoro strumentale, il tono “di gola” di Yachty annegato nell’autotune rende la musicalità del disco compatta e inedita, esemplificandosi come lo sviluppo artistico più sorprendente di un trapper.

Un progetto del genere non può che smuovere la monotonia della formula trap trita e ritrita proposta sulla riciclata batteria 808 di sempre. Quando anche un colosso dell’hip hop come Questlove arriva a dire che un disco del genere gli da fiducia nella musica futura, significa che molto probabilmente fornirà ambizioni – nell’ultimo periodo insistenti – di esplorazione verso suoni ed atmosfere uniche a discapito di un sound sempre più polveroso.

Assurdo pensare come uno dei trapper più criticati come Lil Yachty sia riuscito a rivoltare come un calzino l’opinione delle più ruvide voci di corridoio con un disco rock psichedelico.