Abbiamo analizzato La promessa Non Mantenuta di Brenno Itani, il suo nuovo disco disponibile su tutte le piattaforme da una settimana, edito per Thaurus.
Bologna è una regola, cantava Luca Carboni un po’ di anni fa. Per la storia del rap italiano la provincia emiliana è stata, di fatto, più di una regola. Si può dire che il genere sia sbocciato nella nostra nazione proprio a Bologna, ormai quasi trent’anni fa.
La musica di Brenno Itani scorre proprio tra le strade di Bologna, in cui da anni cerca di restituire in rima l’amore che la città di Lucio Dalla gli dà. Nel suo primo disco ufficiale, difatti, ciò era palpabile persino nella copertina e nel titolo: Perle ai portici (un gioco di parole in omaggio a una delle caratteristiche architettoniche della città di Bologna, il Comune con più chilometri di portici in tutto il mondo).
Ne La promessa non mantenuta, il suo nuovo disco fuori per Thaurus, Brenno appare più maturo e la città – nominata in praticamente tutti i brani – diventa una tela sulla quale urlare le proprie emozioni, ma in una veste a tratti nuova.
“Io me ne andrei, sai quante robe cambiate da Prova a prendermi?
L’unica che ho imparato è che coi demoni tocca arrendersi
Se c’è un tema centrale nel disco, questo è sicuramente la fine di una relazione importante (come l’artista ha anche avuto modo di dirci) palpabile nella title track, oltre che in Niente da dirci, Postepay (in cui c’è un originale campionamento di un brano di Calcutta) e Qui vicino a me, brani sicuramente difficili da scrivere ma forse anche da ascoltare.
“La tele resta spenta non mi guardo più film
Ho scordato un po’ di bianca in quei tuoi blue jeans
Un castello di bugie che ora crolla
Le scelte di una vita che ti fanno capire che Dio è donna”
Il resto del disco scorre su binari più rap in senso stretto, tra un omaggio dolceamaro alla sua città – e all’iconico quartiere di Brenno, Mascarella – e qualche esercizio di stile, come in White Socks con Roy Persico.
“Bolo è una mamma che ubriaca sversa il vino e piange
Dice “fai il bravo, vai da solo che oramai sei grande”
E ci perdiamo tutto in strada, dai denti ai sentimenti
Ormai queste storiacce c’hanno i sedimenti”
Un altro punto di livello de La promessa non mantenuta è sicuramente la traccia Proiettile di zucchero realizzata in collaborazione con Frank Siciliano, un nome abbastanza importante per il rap italiano.
“Storie incrociate come dita con o senza fede
La città è tua mamma può far finta easy ma ti vede
Visi persi negli occhi le vele, nelle vele il veleno
Sguardo al tramonto forse farà sereno”
La promessa non mantenuta è un disco breve (dieci tracce per una durata complessiva di trenta minuti) ma sicuramente al cento per cento rap. Il lavoro dietro le quinte dell’etichetta di Shablo è abbastanza evidente nel sound del disco e nell’omogeneità dello stesso, lontano da alcuni momenti più amatoriali, propri, purtroppo, di una parte del mondo underground.
L’amore per Bologna, come detto, spesso emerge ma non siamo tuttavia di fronte ad un lavoro eccessivamente circoscritto in quella zona di comfort lirica che accomuna tanti rapper, i quali non perdono occasione per omaggiare il proprio quartiere in maniera talvolta esasperata.
Quello che ho dato a ‘sta città non so proprio se l’ho avuto indietro
In altre parole, La promessa non mantenuta non sarà il disco dell’estate e nemmeno quello dell’anno, ma dopo tanti anni nel sottobosco del rap italiano Brenno ha messo un primo tassello in un percorso che potrebbe portarlo ad un pubblico più ampio. D’altronde, se ci ha scommesso Thaurus, potremo vederne delle belle.