Kendrick Lamar EP, la genesi del mito di Compton

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Kendrick Lamar EP è l’inizio del viaggio di uno degli artisti migliori dei nostri tempi. Un progetto che già nel 2009 aveva le carte giuste.

Riscopriamolo qui.

Kendrick Lamar EP: K-DOT on the beat

Prima di ogni cosa c’era K-Dot, un ragazzino sedicenne di Compton con la fissa per il rap. Non è la più originale delle storie, molte leggende sono nate in quel della Hub City ma quella di Dot brillava inizialmente nella sua stessa ombra in attesa della rivelazione che gli cambierà la vita.

Dal primo tape Y.H.N.I.C. Hub City Threat alle prime volte sui palchi d’America grazie al compagno di label Jay Rock, K-Dot sapeva di star facendo una parte più grande di quello che gli si presentava davanti agli occhi.

Cresciuto insieme alla Top Dawg Entertainment, i tape firmati dal suo “alter ego” mostravano un MC capace di grandi giri lirici e un fortissimo senso della melodia ma le influenze che lo plasmavano erano troppo evidenti. C’era fame, rabbia e energia nelle sue strofe ma anche un forzato senso di sicurezza. K-Dot era da anni nei circuiti dei mixtape crescendo insieme ad un web anch’esso all’insegna della scoperta. I primi ad accorgersi di qualcosa di speciale furono The Game che lo inserì in una delle sue storiche serie di mixtape e Lil Wayne, grandissima influenza di K-Dot in termini di flow e approccio al beat. Il forzato senso di sicurezza nascondeva una grande storia, un uomo prima che un rapper, Kendrick Lamar non era ancora pronto a raccontarsi e così usava il suo talento come scudo per adempire secondo le sue regole ai cliché della scena.

Nel 2009 quello stesso scudo iniziava a trasformarsi nella più affilate delle spade. K-Dot salutava il rap game con un tributo al fenomeno Carter III dell’anno precedente. C4 era una raccolta di brani e freestyle costruiti esclusivamente sui beat del capolavoro di Lil Wayne.

Uscito il 30 gennaio di quell’anno, il mixtape era l’inizio dell’incendio da cui sarebbe rinato uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, Kendrick Lamar. Mentre la Top Dawg Entertainment usava il suo primissimo artista Jay Rock come campo di sperimentazione con le major label, Kendrick Lamar venne colto da un’epifania.

La vigilia di Kendrick Lamar.

Erano diversi i segni che facevano presagire l’esigenza di trasformazione ed evoluzione tra le strofe di Training Day o dello stesso C4. Una volontà pura di voler esprimere e coniugare la persona e l’artista, creando un parallelismo perfetto tra arte e vita.

È stata una grande epifania. Mi sono svegliato e ho chiamato Top Dawg e gli ho detto che era il momento che le persone sapessero chi fossi. Ho rilasciato un sacco di canzoni e mixtape e la gente sa che so rappare ma hanno bisogno di sentire la mia storia. Cos’è un uomo senza una storia? Proprio come faceva Pac e tutti gli altri grandi – erano leggende. Loro avevano le loro storie e la gente credeva in esse. Mi sono svegliato una mattina e tutto questo mi ha colpito come una tonnellata di mattoni e da lì sono andato avanti. Erano 6 mesi che cercavo questa risposta.” – Kendrick Lamar, 2009.

Quando K-Dot è diventato Kendrick Lamar ha riscritto le regole dell’arte che-imita-la-vita, regalando all’Hip-Hop ciò di cui aveva bisogno in quel momento: una pausa dal personaggio per iniziare a presentare la persona. In quegli stessi mesi venivano fuori J. Cole dalla East Coast e Big K.R.I.T. dal South, stava nascendo qualcosa di nuovo, una corrente promotrice di artisti indipendenti puntati a stravolgere il mainstream.

Kendrick Lamar EP arrivò alla vigilia di capodanno del 2009 sconvolgendo tutti quelli che seguivano da tempo la label californiana e ampliando una fanbase sorpresa dal veder uscire dal bozzolo di K-Dot un artista con certe capacità. Nel corso del 2009 alcune tracce finirono sul web in maniera involontaria e altre in veste di promotrici del cambiamento che stava avvenendo all’artista della TDE.

La principale era Today, un brano che anticipava quanto messo in moto successivamente dal celebre EP.

Today venne riproposta due volte dalla TDE, una prima versione presentava un flow aggressivo proveniente dall’energia di K-Dot mentre la seconda un mixing più acuto e la classica voce riflessiva di Kendrick Lamar.

A soli quattro giorni dopo l’uscita di Kendrick Lamar EP, la TDE caricò un Vlog che catturava momenti intimi in studio. Un vero e proprio sguardo diretto alle persone dietro l’EP come Sounwave e il talentuoso ingegnere del suono Ali, il filmato era il predecessore della trasparenza con cui TDE avrebbe operato sul web. Ascoltando il recente progetto, un giovanissimo Kendrick Lamar legge i commenti, positivi a tal punto da ripagarli ad un anno di distanza con il mixtape Overly Dedicated.

Quello che inizialmente era pensato come un EP da sei brani esplose in ben quattordici tracce più bonus track, una decisione che mostrava la fiducia dell’intera label sul cambiamento di rotta di K-Dot.

Human Music.

Nonostante il feedback fu tremendamente positivo c’era ancora molto lavoro da fare, il co-sign di Dr. Dre sarebbe avvenuto circa un anno dopo ma ogni elemento del successo odierno di Kendrick era già lì, distribuito nelle 15 nuove tracce.

Parlerò della vita. La vita in generale, tutto ciò che la riguarda. Sarà musica per festeggiare, musica da strada o musica politica. Toccherò qualunque cosa. Sono un umano e ciò che creiamo qui alla Top Dawg Entertainment, la definiamo “Human Music”. Se non ti ci puoi relazionare allora non sei un umano.”

L’ingresso nella vita di Kendrick Lamar avviene in una notte di riflessione addolcita dalla voce campionata di Angela McCluskey. Is It Love presenta un artista non più con l’obiettivo di aggredire il beat ma di possederlo e renderlo un palco su cui esprimere, questa volta, unicamente sé stesso. Il flow placato e le parole ben espresse sono il frutto di uno studente del Hip-Hop vigile tanto quanto nell’esprimere contenuti e temi quanto nella qualità di quest’ultimi.

At 3:14, It’s time to give me a slice, my ni***, the soundtrack to life, Kendrick Lamar, his momma called him that (Kendrick Lamar – Is It Love (feat. Angela McCluskey)

Sin dalla prima traccia Kendrick Lamar EP distrugge qualsiasi dubbio si possa avere sulla mente dietro a progetti come To Pimp A Butterfly o DAMN. In un’era in cui regnano i “fake woke” e la finta introspezione, quella di Kendrick Lamar è una vita alla ricerca del proprio senso da prima della fama e delle attenzioni. Il seme del progetto che come una meteora è entrata nell’atmosfera del Hip-Hop nel 2012 è raccolto già qui, nella prima strofa.

Il sample di Roy Ayers che anima la festa a cui ci invita Lamar in Celebration è il Testamento che questo EP è un territorio su qui anche Sounwave avrebbe mostrato le sue carte al pubblico. Un duo quello di Kendrick e wave destinato a conquistare incessantemente critica e pubblico negli anni successivi. I banger di Kendrick Lamar hanno sempre rappresentato un campo di sfida anche per il più affermato dei produttori, come Mike Will Made It in DNA o Hit-Boy in Backseat Freestyle, Lamar non ha mai mollato la presa neanche se il brano in questione avesse avuto uno scopo più umile.

Così in Kendrick Lamar EP abbiamo i segni di un artista che non vuole creare solo banger ma anthem, P&P e I Do This hanno fatto muovere il pubblico ai primi concerti di Kendrick, quando non era più “l’artista che apriva a Jay Rock” ma molto di più.

Gli alti e bassi della vita vengono affrontati in tutto il corso della tracklist con alla base il tema fondo del progetto, essere sé stessi. Non è un caso che tracce come I Am (Interlude) e Wanna Be Heard rimangono tra le più profetiche e care ai fan di Kendrick. Riuscendo a mettere in rima i sentimenti che hanno portato al cambiamento di nome e alla voglia di farsi ascoltare, il rapper di Compton sapeva di non poter ispirare la fiducia degli altri se prima non ne avesse avuta per lui.

See y’all don’t understand me, my plan B is to win ya hearts before I win a Grammy. Kendrick Lamar, words like a sword in the hands of a Spartan (Kendrick Lamar –  I Am (Interlude)

È un ironico scherzo del destino quello che è successo nel 2013 dove il classico GKMC non portò a casa nessun Grammy ma conquistò il consenso popolare più grande di quell’anno: Kendrick aveva davvero conquistato i cuori delle persone che lo ascoltavano prima di qualunque Grammy.

Storie di Fede.

Uno degli elementi che ha conservato l’autenticità di Kendrick più di ogni altra cosa è la sua fede in Dio. Che sia stato l’incontro con Lucy avvenuto in seguito al successo mainstream o alla rivelazione esplicata in DAMN, Dio ha sempre giocato un ruolo fondamentale e protettivo nella persona e artista Kendrick Lamar. In Kendrick Lamar EP, l’allora giovanissimo artista iniziava a fare a pugni con la sua fede mettendola alla prova tanto quanto quest’ultima metteva alla prova lui.

Faith è forse la canzone più importante di tutto l’EP, l’essenza di un artista che sa che non esistono neri e bianchi in un mondo che non ha più fede in nulla. La strofa di Punch è un valore aggiuntivo che confermava la qualità di casa TDE ma le strofe di Kendrick erano la promessa per qualcosa di grande.

So, the next time you feel like your world’s about to end, I hope you studied because He’s testing your faith again (Kendrick Lamar – Faith (feat. BJ The Chicago Kid & Punch)

Riflettere sulla propria fede e posto nel mondo non fermava Kendrick dal cadere “schiavo della vanità”, e con uno dei brani più caratteristici, ampliava la propria visione su questa eventualità con una giustificazione ancora oggi d’impatto.

I said the 400 years we never had nothing, barely had clothes on our back is the reason why when we get a little bit of change, we over exaggerate on our living expenses (Kendrick Lamar – Vanity Slaves)

Vanity Slaves è fondamentale per comprendere Kendrick Lamar in quanto mostra che nonostante la profonda coscienza che lo arricchiva era anch’esso prima di tutto un uomo, attirato dal lusso e dai vizzi più comuni. Un brano remixato due anni dopo con una seconda versione in compagnia di Gucci Mane dando ancora più potenza all’argomento affrontato.

Uncle Bobby & Jason Keaton con il suo metodico storytelling evidenziava una delle abilità più caratteristiche del rapper di Compton. Partendo da una storia personale che ispirerà diversi progetti nei seguenti anni, Kendrick raccontava la sua America e il corrotto sistema carcerario. Un tema grande e complesso osservato unicamente dagli occhi di chi ne è stato colpito personalmente.

Il destino dei suoi familiari e l’impatto che hanno avuto sulla sua penna esploderà in brani come Poe Mans Dream (in Section.80) e nell’intero GKMC. È proprio questa capacità di raccontare il mondo attraverso i suoi occhi a dare un inedito senso di connessione tra ascoltatore e musica. Un talento che si manifesterà ancora di più nei progetti sotto major dove la fanbase crescerà a dismisura.

Brani come Uncle Bobby & Jason Keaton sono il cuore del motore che mette in moto Kendrick Lamar come artista e presenta la sua più grande ispirazione: le persone.

Dare valore al mainstream.

Creare schemi lirici complessi o paroloni con cui impressionare non è l’obiettivo di Kendrick, il segreto del suo successo risiede anche nella capacità di saper comporre canzoni oltre che rime.

Brani come Trip sorprendono ancora oggi per la loro capacità di catturare un momentum lirico senza sacrificarne l’energia. Kendrick prende coscienza prima ancora dell’ascoltatore di queste conquiste e l’ultima Let Me Be Me è il grido finale, il momento “ce l’ho fatta” personale dell’artista. Un mastodontico brano di sette minuti di un progetto che ride in faccia al concetto di “EP”. Lamar sapeva a cosa puntava ma la sua chiara visione l’avrebbe protetto dai cliché del mainstream.

These labels heads ain’t nothing but bullshit. Have you with professional killas, chasing hits, lying to yourself all over an imagine making records they want, that was wrecking my brilliance. (Kendrick Lamar – Let Me Be Me)

Si perché prima ancora della stellare collaborazione TDE-Aftermath-Interscope fu la Def Jam ad approcciare Kendrick nel 2007. Un contratto che portò un giovanissimo K-Dot a conoscere Jay-Z in un tempo in cui non era pronto ancora. Un’esperienza da cui Kendrick ne è uscito ottimista, un momento che solo apparentemente non portò a nulla ma che oggi ha significato tutto per il giovane Dot.

Kendrick Lamar EP non è solo il primo progetto di un artista che ha cambiato la direzione della sua carriera, è molto di più. È una persona che usa la propria arte per una profonda ricerca interiore mettendosi alla prova in numerosi temi ed emozioni per poi riuscire ad accettarsi anche alla fine del viaggio.

Kendrick era pronto a conquistare il mondo perché aveva finalmente conquistato sé stesso.

I think that I finally reached the pinnacle of finding myself as an individual. (Kendrick Lamar – Let Me Be Me)

Kendrick Lamar EP è scaricabile legalmente e gratuitamente qui.