Devil’s Work 2 di Joyner Lucas: la sua nuova lettera a Dio

Joyner Lucas

Ci stiamo avvicinando al nuovo album di Joyner Lucas e il singolo Devil’s Work 2 ci mostra ancora una volta il suo talento lirico.

Devil’s Work 2: Joyner Lucas torna a fare domande a Dio

Joyner è uno dei tanti talenti della scena rap statunitense che, per un motivo o per l’altro, non è ancora riuscito a fare quello step necessario per arrivare tra i più grandi, seppur abbia alle spalle ottimi brani e featuring importanti.

Noi di Rapologia ci avviciniamo ad ogni sua release con un bagaglio di buone speranze e aspettative alte, consapevoli di quanto ci possa sorprendere la penna di questo classe ’88.

A distanza di tre anni dalla doppietta di dischi – l’album ADHD e l’EP Evolution – pare proprio che Joyner Lucas sia pronto a lanciare il suo nuovo disco ufficiale, Not Now, I’m Busy, e che effettivamente lo sia lo capiamo dalla caratura del singolo rilasciato oggi, Devil’s Work 2.

Con una struttura simile al capitolo precedente e incluso nell’album del 2020, anche qui Joyner si rivolge direttamente a Dio, sperando che voglia ancora parlare con lui dopo tutto ciò che gli aveva detto la scorsa volta.

L’emblema di questa tipologia di brani è riassumibile da queste tre barre:

I still don’t understand why n*ggas who deserve to die is livin’
But the ones who ain’t deserve it isn’t here no more
And maybe fix all the mistakes for those who still alive and give them all a second try

Joyner non si dà pace perché molti colleghi o personaggi che stimava non ci sono più, mentre persone discutibilissime come 6ix9ine siano tranquille a piede libero.  Il rapper del Massachusetts prega per far sì che ciò che li ha portati a morire, possa essere modificato affinché non accada, e lo stesso lo fa anche per altri avvenimenti che hanno colpito in maniera differente altre persone a noi note.

Così in cinque minuti di brano, Joyner chiede di far ritirare lo schiaffo a Will Smith e a Chris Rock di cambiare argomento per la sua battuta, di far sì che Pop Smoke non condivida inconsciamente l’indirizzo dove è stato freddato, di far prendere a Kobe Bryant un altro mezzo invece quel maledetto elicottero, di far passare senza problemi il volo dalla Russia alla cestista Brittney Griner, di prendere un’altra auto a Tory Lanez la notte in cui ha sparato a Megan e molto altro ancora.

C’è tempo anche per parlare di PnB Rock, Takeoff (il suo preferito dei Migos),  Tommy Lister del film Friday, George Floyd, Young Dolph, King Von, Drakeo, Virgil Abloh, Juice WRLD e via dicendo.

Toccanti le barre dedicate a DMX:

Broke my heart when DMX died, that hit the core
Feel like that nigga was an angel in a different form
Might’ve had a drug problem like he did before
But he was fightin’ demons and I know that that’s a different war

così come fanno effetto quelle in cui chiede di riavere indietro Donda, la mamma di Kanye West, esordendo, però, con la confessione di non sentirsi pronto a chiedere quello che sta per dire:

Probably not prepared for what I’m askin’ next, God
Bring Ye momma back ‘cause he a mess, God
And he ain’t been the same ever since Donda West died
Yeah, that’s the day Kanye West died
First his heart, then his mind, then the rest died
And if your bank account is overkill, your soul could be broken still
Even a rich spirit money can’t buy

Joyner conclude il tutto esattamente come la scorsa volta, ossia con la consapevolezza di sapere che l’interlocutore a cui si rivolge non può far nulla, perché dopotutto it’s the devil’s work.

Un brano toccante, esaltato dalle bella strumentale realizzata dalla sua ADHD Production e che aumenta ancora di più la nostra voglia di mettere in play Not Now, I’m Busy, il nuovo album di Joyner Lucas.