Tra passato e futuro con il rap sempre in testa – Intervista a Bassi Maestro

bassi maestro

In occasione del mega concerto per i 10 anni della crew bolognese Arena 051 abbiamo avuto il piacere di scambiare due chiacchiere con Bassi Maestro

Quando Bassi Maestro è salito sul palco il 30 settembre al Sottotetto di Bologna, erano le 3 di notte inoltrate. Prima di lui c’erano stati artisti non proprio scarsi, come i Colle Der Fomento, Claver Gold, Mistaman, Dsa Commando e tanti altri.

C’era bisogno di fotta allo stato puro per rianimare un pubblico che era lì dalle cinque di pomeriggio e l’artista milanese non si è fatto di certo trovare impreparato. Insieme al suo socio Dj Zeta ha messo su uno show che abbracciava il sound e i brani più freschi a quelli più old school, che hanno reso celebre il rapper quasi 20 anni fa.

Prima del concerto abbiamo avuto l’onore di intervistare Bassi Maestro nel backstage. Questo è quello che ci ha detto:

Un progetto come “Thanks Bax It’s Friday” – almeno in Italia – è abbastanza nuovo: come è nata l’idea?

«Avevo bisogno di una cosa del genere: tante uscite fanno perdere il fuoco su quello che è il lavoro completo di un artista. Esce un disco e tu lo dimentichi perché ne esce un altro poco dopo, succede persino a noi. La mia idea era quindi dare agli ascoltatori dei lavori di qualità con una certa regolarità per mettere una sorta di paletto. È uscito un mio disco quest’anno, dopo tanto che non facevo musica, questi brani sono un modo per far capire comunque alle persone che non mi fermo qui, ma faccio altro, anche in previsione del tour che riparte a dicembre.Poi c’è da dire che l’ho fatto anche per rinnovare un po’ il mio storico, per mettere dei pezzi forti fuori adesso, rinnovare il mio repertorio, per fare sì che parecchi dei ragazzi molto giovani che mi seguono ora abbiano del materiale nuovo e non i miei “classici” di venti anni fa, del buon materiale, da portare in giro e far diventare “classico”».

All’interno del progetto hai coinvolto altri artisti, soprattutto milanesi, il pezzo “WLKM2MI” ad esempio è una bomba. Cerchi sempre di spingere la tua città?

«In realtà è stato tutto molto casuale, ci sono tante energie e realtà a Milano ora – come Ernia e Rkomi che a me piacciono molto – ma anche fuori la città, quindi credo fosse importante in un momento in cui c’è tanta roba in giro, e non si capisce da dove arriva, mettere nuovamente sulla mappa Milano; ho fatto questa roba sia per la musica in sé che per senso di appartenenza. In ogni caso è una città che per il mio lavoro dà un sacco di stimoli».

Vincenzo Da Via Anfossi all’inizio del video, poi, è davvero una chicca…

«Sì! Ma ti dico la verità: mi aspettavo più gente la cogliesse, molte nuove generazioni invece non sanno tanti personaggi storici chi sono, se non se li ritrovano sui dischi non ne vengono a conoscenza».

È apprezzabile che nonostante la tua età ti piaccia collaborare con persone anche di 20 anni più giovani di te, non è per nulla scontato; avresti potuto “campare” semplicemente sul tuo nome e la tua storia ma non lo hai mai fatto…

«Mi piace il confronto, anche perché altrimenti mi ritrovo a collaborare sempre con le solite persone. Cerco di fare la roba che mi viene spontanea e che non sembri forzata. Ci ho messo un po’ a trovare la formula, se tu ascolti il mio disco è un mix tra la scrittura vecchia e quella nuova, ci sono pezzi che ho scritto con l’attitudine di prima e altri verso i quali mi ci sono approcciato in un modo più fresco. Però alla fine cerco sempre di fare tutto spontaneamente, non cerco mai di cavalcare le onde del momento forzatamente, non avrebbe senso».

Tra dischi e live come è andato “Mia Maestà”?

«Il disco è andato bene, abbiamo esaurito la prima stampa, abbiamo fatto il vinile, e abbiamo fatto 25 date. Sono subito entrato in classifica e non è mai scontato per dischi di questo tipo, ne son contento davvero».

Può sembrare una domanda retorica ma, a 44 anni, ti gasi ancora a salire sul palco?

«Sì assolutamente, mi diverto ancora tantissimo. Ci piace poi portare in giro un live classico come stampo dove riesca a starci anche la roba nuova. Sto cercando di fare una transizione tra vecchio e nuovo considerato che molti ragazzi non conoscono il live più “classico”. Potrei fare anche un live tutto di quel tipo, ma farlo mi metterebbe in difficoltà per il tipo di artista che sono adesso, cerco quindi di tenere sempre il piede in entrambe le situazioni, mi piacciono entrambe».

E, infine, la classica domanda di chiusura: ci sono nuovi progetti in arrivo? Non odiarci se ti chiediamo anche ciò: tornerà “Down with Bassi”?

«Per “Down with Bassi” prima o poi proveremo a fare qualcosa di nuovo. Per il resto ho nuove idee ma devo ancora capire come realizzarle. Non replicherò certamente ciò che ho già fatto, credo di aver dato già molto. Materiale ne ho fuori, ora vorrei lavorare su progetti paralleli mantenendo sempre il fuoco sulla mia musica».

Down With Bassi

Una domanda a Bassi Maestro e a Bosca su “Down with Bassi” proviamo sempre a fargliela, per il semplice fatto che riteniamo alquanto utile un format che permette a tutti voi (e noi) di conoscere più a fondo gli artisti della scena nostrana. Ma non ci siamo fermati solo a queste domande: Bassi Maestro, insieme ad altri colleghi, ci ha detto la sua sul rapporto tra rap, cantautorato e poesia e, se lo volete sapere, vi basta cliccare qui.

Concludiamo ringraziando ancora Busdeez per la disponibilità e l’Arena 051 per l’incredibile serata!