Il Ragazzo D’Oro di Guè Pequeno e il suo valore immenso 10 anni dopo

Il ragazzo d'oro guè pequeno

Già celebrato in tantissimi modi, da un documentario dedicato, fino ad una nuova edizione con undici remix inediti, Il Ragazzo D’Oro di Guè Pequeno compie oggi 10 anni. Per omaggiarlo, proprio nel giorno della sua uscita, proviamo a raccontare perché si riconferma con uno dei migliori dischi dell’ultimo decennio e andiamo alla riscoperta del suo valore.

Oltre ad essere un disco dal valore inestimabile, continuava a suonare terribilmente attuale già prima della sua rivisitazione. Il Ragazzo D’Oro però, prima di tutto e soprattutto, ha il merito di essere uno dei dischi che meglio ha fotografato la scena nel 2011.

Questo, per molti, potrebbe sembrare banale, ma non dimentichiamo che l’anno di uscita del disco in questione è stato il primo di vera esplosione del genere in Italia: il rap non era più solo quello degli Articolo 31 o di Applausi Per Fibra e lasciava la nomina di genere per pochi, cominciando progressivamente a farsi largo anche in ambienti dapprima considerati inarrivabili come radio e classifiche; in più, l’Hip Hop Tv Birthday Party si svolgeva per l’ultimo anno all’Alcatraz prima di spostarsi l’anno dopo al Forum d’Assago, proprio a testimonianza di quanto le cose stavano per cambiare.

Il Ragazzo D’Oro di Guè Pequeno: una fotografia del rap nel 2011

Facciamo un salto temporale all’indietro: siamo nel 2011, Baby K è la donna che meglio raccoglie il testimone di La Pina e si cimenta nel rap, Entics e Zuli sono considerati “ritornellari” al pari di Coez oggi, troviamo Jake La Furia e Guè Pequeno in alcune tracce insieme e il linguaggio nei testi rap era ancora diretto ed esplicito, senza alcun freno.

Tutto questo lo ritroviamo ne Il Ragazzo D’oro, partendo proprio con Dichiarazione a riconferma di quest’ultimo punto e traccia di apertura del suo primo lavoro solista:

Odio te che nascondi che sei un ric*hione
Come tutti in Italia e in televisione
Amo solo mia mamma, quindi odio il dottore
Che per farmi nascere taglia il cordone
Odio queste put*ane, perché per scoparle ci vuole il goldone

Oggi, malgrado le frequenti lamentele e contestazioni da parte dei rapper stessi, si sta iniziando a comprendere l’importanza di un’evoluzione linguistica, grazie anche alla presenza sempre più numerosa di donne nel rap game e di un’inclusività sempre più forte.

Tornando al primo punto, abbiamo in questi tempi gli esempi di Beba, Leslie, Big Mama… ma solo dieci anni fa, come detto poco prima, Baby K era la testimonianza più forte che anche una donna poteva fare rap in Italia. Virata poi verso il genere pop e pioniera di numerosissime hit estive, è protagonista anche lei in Il Ragazzo d’Oro, nella traccia XXX Pt.1 (Softcore).

Andiamo nel privè di Guè io e te
Poi su da me con la scusa del caffè
E dopo i drink ho trick su trick
Tipo Copperfield sono l’America, baby, scoprimi

Passiamo ora alla questione ritornelli con i già citati Zuli ed Entics e ci concentriamo in particolare su quest’ultimo: se oggi siamo ben abituati alle contaminazioni nel rap e sentire un rapper su basi anche reggaeton e pop rock non ci stranisce più, Entics è stato vittima di un hateraggio assoluto, ben prima del suo diss con Fibra, proprio per la sua virata pop e l’abbandono dell’attitudine hip hop e dancehall. Oggi, ci scommettiamo, sarebbe in qualche classifica Spotify con una delle sue hit più iconiche, ma allora, quando i puristi del rap erano più conservatori che mai, una svolta del genere non era perdonabile.

Prima di abbandonare le scene anni dopo, Entics ne Il Ragazzo d’Oro ci ha regalato una fortissima Non Lo Spegnere, sia in versione originale in Fast Life Vol. 2 che nel disco in questione, e un esplosivo ritornello in Big! che testimoniava la forza degli amici sulla traccia:

Big! Dacci tutto ciò che è nostro
O non ci vedono o i miei qui non ci vengono
Big, voi non siete come noi e non lo sarete mai

Big! vedeva la partecipazione, oltre di Guè, ovviamente, anche di Ensi, Marracash, Ntò, Nex Cassel e Jake La Furia. Da qui, si evince che il nostalgico rapporto con Jake non si era ancora interrotto e questo, per i fan di Dogo, è sicuramente uno degli aspetti più compianti di quei tempi. Al tempo stesso, il sodalizio con Marra continuava, e la sua presenza nella traccia appena nominata metteva già in luce quanto i due rapper potessero essere una coppia artistica più che affiatata.

Prodotto nel 2011, suona come del 2021

Passiamo ora alle sonorità del disco, ovvero quel tratto che rende, come dicevamo all’inizio, Il Ragazzo D’Oro di Guè Pequeno ancora più che attuale; la title-track è ad esempio uno dei primissimi esempi di suono e stile vicinissimo alla musica trap di oggi.

A casa piscio in un cesso bianco
Nel club rimorchio un cesso bianco
Il baffo della mia Nike è sempre bianco
L’occhiale di Gucci che rubo è bianco

Passando poi per Giù Il Soffitto, un banger in tutto e per tutto, fino alla freschissima La G La U La E, si capisce perché questo sia un disco avanti anni luce, il cui recente remix è sicuramente apprezzabile ma affatto necessario ad un’innovazione, per quanto ben fatto e riuscito.

Rimanendo sempre sui suoni, non mancano dei bellissimi brani riflessivi come Diventare Grande e Non Mi Crederai e più dolci, come Conta Su Di Me con Caprice, meno di impatto rispetto ai primi citati ma con una certa ricercatezza rispetto a molti brani d’amore nel rap di oggi, spesso banali e intrisi di cliché.

A 10 anni da un capolavoro come Il Ragazzo D’oro, possiamo affermare dunque che sia una delle più vivide testimonianze di com’era il rap italiano un decennio fa e di come la scena era composta. Oltre a questo, dagli ultimi esempi appare evidente come questo progetto fosse proiettato nel futuro, con un’attitudine che gli permette tranquillamente di poter essere idealmente collocato come una delle uscite del 2021.

C’è da dire che Il Ragazzo D’oro non è l’unico progetto del Guercio ad avere una visione proiettata nel futuro, ma è proprio una delle sue caratteristiche tipiche, per questo e per mille altri motivi, Guè Pequeno è, e rimarrà sempre, uno dei più grandi testimoni e innovatori del rap italiano.