«Stallone è un personaggio che si adatta al mio lifestyle» – Intervista a Gionni Grano

Gionni Grano

In occasione della pubblicazione del nuovo album per MRGA, abbiamo realizzato un’intervista a Gionni Grano per parlare di Stallone.

Grano con molta sincerità e cortesia ci ha parlato del suo rap, delle sue ispirazioni, delle collaborazioni, del suo futuro e tanto altro.

Di seguito trovate la nostra chiacchierata.

Intervista a Gionni Grano per l’uscita di Stallone

Il tuo nuovo disco ruota intorno a Sylvester Stallone e ai personaggi da lui interpretati nei film culto degli anni 80-90. Per certi versi Sylvester Stallone è un personaggio con una attitudine hip-hop, come self-made man. Per questo che per te è stato una così forte ispirazione?

«È quello che dico sempre: Stallone è totalmente hip hop come personaggio. È proprio partito dalla strada, da zero, ed è arrivato in cima all’Olimpo. Aggiungo un suo dettaglio che mi affascina tanto: ha rinunciato a tutti i soldi che gli avevano offerto per la sceneggiatura del primo “Rocky” stando proprio sul pezzo, dicendogli che il film o lo interpretava lui o niente, ed era totalmente squattrinato in quel periodo. Pensa se a qualcuno con le pezze al culo offrissero 200 o 300mila euro per una sceneggiatura: quanti coglioni ci vogliono per rifiutare l’offerta? Per quanto riguarda l’ispirazione, comunque, è anche un po’ un gioco: non ho i poster di Stallone appesi in camera, non sono quel tipo di fan, però, ripeto, è un personaggio che si adatta molto al mio stile, al mio lifestyle, insomma»

Stallone è realizzato insieme a Gionni Gioielli, alle produzioni. Quanto peso hanno avuto Gioielli e i soci di MRGA nelle scelte tecniche e stilistiche di questo album? Dobbiamo considerarlo come un album di coppia?

«Il peso che ha avuto Gioielli nella realizzazione di questo disco è totale, nel senso che se non ci fosse stato lui, non avrei proprio fatto questo album. Il concept è stato un suo assist. Io avevo in testa di fare un altro progetto (che adesso non sto qui a spiegare perché probabilmente lo farò in futuro) poi una notte mi arriva un messaggio su WhatsApp, guardo ed era Gioielli che mi aveva mandato una foto di Stallone scrivendo: “Pare, questo è il concept per il tuo prossimo disco”. E così è stato»

Sylvester Stallone è sicuramente un’icona, però a volte ha voluto esagerare nel prolungare eccessivamente certe serie di film finendo per essere criticato per i ruoli ricoperti con l’età avanzata. Penso che nel rap spesso sia accaduto qualcosa di simile, con artisti che si ostinano a fare dischi per giovani quando invece giovani non sono più. Al contrario, ci sono artisti che sono stati in grado di essere credibili anche con l’età più matura. Quale pensi sia il segreto per durare nel tempo?

«Il segreto per durare nel tempo penso che, innanzitutto, sia la coerenza, nel senso di stare al passo con i tempi ma anche con i propri tempi, perché non puoi fare per sempre la musica che facevi da ragazzino… Mi spiego meglio: sono stato fermo qualche anno perché, come sapete, ho un locale, un’attività che mi porta via molto tempo, ma con il primo lockdown mi sono ritrovato a casa, così ho scritto Cipriani e mi sono reso conto che nei tre o quattro anni che ero stato fermo, o comunque senza scrivere tanto, il mio rap aveva preso una direzione diversa, ho capito quando si stesse mescolando sempre di più con il lavoro che faccio. Mi sono reso conto, insomma, che si sono unite sempre di più le mie due identità, quella da rapper, che mi accompagna da quando sono ragazzino, e quella da lavoratore, quindi da oste e proprietario di un locale»

Una cosa che mi ha colpito di questo disco è la presenza di tracce anche molto personali, come Talia Shire affianco alle tracce piene di punchline, rendendo il disco variegato e completo. È stato un processo premeditato?

«In quello che faccio di premeditato c’è veramente poco. Scrivo molto di getto e tutti i pezzi che faccio sono frutto proprio dell’estro del momento, tant’è che ritorno proprio poco sulle cose che scrivo. Quando ascolti un mio pezzo, il 90% delle volte una strofa finita è come l’avevo scritta al momento, perché quasi sempre scrivo e registro subito. Anche in questo caso i pezzi mi sono venuti così, per esempio era da tempo che volevo dedicare un pezzo alla mia donna e stavolta è venuto di getto e mi sembra che spacchi!»

Questo disco è un’altra perla all’interno della ricchissima discografia di MRGA. Dopo Cipriani ed Economia & Commercio 2, questo è per te già il terzo disco. MRGA ha segnato per te una svolta nella carriera, con una rinnovata produttività. Quanto ti ha dato MRGA in termini di stimoli e carica, e quanto pensi di aver dato all’etichetta?

«È un po’ il discorso che facevo prima: negli ultimi anni, prima di Cipriani, ho avuto due lutti importanti, sono morti nel giro di poco tempo sia mio padre che mio zio e quindi mi sono ritrovato a dover portare avanti il lavoro di famiglia, ossia il locale (ristorante ed enoteca) di cui parlavo prima. Per questo motivo avevo accantonato un po’ il rap, nel senso che avevo fatto qualche featuring qua e là ma non mi ci stavo dedicando assiduamente perché il mio è un tipo di lavoro che porta via tanto tempo, ti prende la vita. In questo caso MRGA mi ha aiutato tanto, Gioielli, ovviamente, ma anche Nex, perché con Cipriani entrambi mi hanno stimolato, mi dicevano “dai, sei a casa, scrivi qualcosa”, e fortunatamente è andata così e non mi sono più fermato, mi è tornata la voglia, mi sono tornati gli stimoli, quindi adesso sto riuscendo a gestire entrambe le cose, il rap e il ristorante»

Ormai sei un veterano della scena italiana e i featuring di spicco presenti in Stallone ne sono la prova. Ti senti appagato dallo status che hai raggiunto o avresti meritato di più?

«Diciamo che mi sento appagato in generale da tutto quello che ho. L’attività funziona benissimo, ovviamente mi fa vivere bene ma mi dà anche grandissime soddisfazioni. Poi mi inorgoglisce molto fare musica con i miei soci da più di 20 anni: con Nex e Gioielli rappiamo insieme più o meno dal 1999 e penso che siamo tra i pochi casi di gente che continua a fare musica insieme con una determinata qualità e credibilità, senza andare a fare le canzoni che facevamo 20 anni fa ma con una produzione nuova e costante. Sotto tutti i punti di vista, insomma, sono soddisfatto»

A proposito di featuring, in Stallone abbiamo alcuni “Greaters” come Gioielli, Cassel, Montenero, Armani DOC e RollzRois. Ma abbiamo anche 3 leggende viventi: Il Turco, Vacca e Inoki. I primi due avevano già fatto due comparsate in bonus track di MRGA, mentre per Inoki è la prima volta in assoluto. Com’è ricaduta la scelta proprio su questi artisti?

«I featuring, come ho detto molte volte in passato, li faccio solo con gente che conosco di persona, con cui c’è stima reciproca. In questo caso ci sono i ragazzi di MRGA, che sono compagni di crew e mi sembrava doveroso coinvolgerli. Su Nex e Gioielli ho già detto molto, sono i miei fratelli di sempre… Nex è la persona con cui mi trovo meglio in assoluto in studio, a scrivere i pezzi, anche tutta la roba che abbiamo fatto insieme in passato, da Fratelli Freschi ai vari featuring, l’abbiamo fatta lavorando sempre simultaneamente, nel senso che nessuno dei due si scrive a casa le proprie strofe per poi ricomporle insieme. Più in generale mi piaceva l’idea di avere dei featuring di spicco di personaggi dell’old school che non fossero presenti negli ultimi dischi dei miei soci. Per esempio con Inoki avevo già collaborato tanti anni fa e avevo voglia di rifare qualcosa con lui, in più non aveva mai fatto niente con MRGA. Invece con Vacca non avevo mai collaborato e ci tenevo in particolar modo perché fa proprio parte della nostra generazione e lo rispetto molto perché, secondo me, negli anni si è evoluto sempre, ha spaccato sempre di più»

Il progetto MRGA si sta allargando sempre di più, coinvolgendo sempre più artisti: secondo te ci saranno mai le condizioni per avere un ospite internazionale in uno dei dischi?

«Questa domanda non devi farla a me ma devi farla al nostro Gioiellone nazionale, pare (ride

Hai mai pensato di realizzare un disco con qualche artista al di fuori dal collettivo Adriacosta/MRGA? Oppure c’è qualche artista che stimi che ti piacerebbe realizzasse un progetto per MRGA?

«No, guarda, sinceramente non ho mai pensato di realizzare dei progetti con qualche artista al di fuori del collettivo. A me piace rappare ma mi piace farlo con i miei, mi sento parte di una squadra e in più, come dicevo prima, la mia attività mi porta via troppo tempo quindi lavorare con Gioielli è perfetto, con lui mi trovo troppo bene perché si occupa un po’ di tutta la faccenda e io ci devo solamente sputare sopra il mio rap. Per quanto riguarda chi vedrei bene in MRGA, passo di nuovo la parola a Gioielli che si occupa di queste cose. Io faccio il rap… io rappo»

Una cosa che mi ha sempre colpito delle tue rime sono i paragoni e le citazioni al mondo del calcio, che è una cosa un po’ anomala e assolutamente originale. Quali sono stati i tuoi input e perché non troviamo mai questi riferimenti delle barre dei tuoi compagni di etichetta e crew? Non condividete questa passione per il calcio?

«In realtà non sono questo grande appassionato di calcio, o meglio, lo sono stato tanto da ragazzino, ho giocato (giocavo in porta e spaccavo pure), però se ci fai caso l’80% delle mie rime sul calcio sono riferite a quello degli anni 90, con cui sono cresciuto, appunto. Adesso, sì, lo seguo però non ho la passione che avevo da ragazzino. E comunque nel mio rap i riferimenti più o meno sono sempre quelli, intendo dire che magari cito due calciatori degli anni 90, un film, una bottiglia di vino, una puttanata di attualità, magari qualcosa di politica… il mio rap è qualcosa del genere, citazionista e autoreferenziale. Anche altri compagni di scuderia, in ogni caso, fanno barre sul calcio, come Armani, anche se è interista quindi non lo prenderei troppo in considerazione… io sono un gobbo bianconero, quindi cazzo vuoi che ti dica?»

Con l’avvicinarsi della nuova stagione, dobbiamo aspettarci un nuovo disco dei Fratelli Freschi come la scorsa estate oppure hai altri progetti per il futuro?

«Fratelli Freschi è uno dei progetti che mi ha divertito di più in assoluto in tutta la mia vita. Infatti ne abbiamo realizzati tre capitoli, la trilogia che fa da colonna sonora alle vacanze in Adriaside. Ma questa estate, mi spiace deludervi, non credo che ascolterete qualcosa di nuovo dei Fratelli Freschi. In futuro chissà…»

Riuscirai nei prossimi mesi a portare live Stallone oppure il lavoro nel ristorante te lo impedisce?

«I live sono un grosso problema, nel senso che le proposte arrivano ma il mio lavoro, soprattutto nel weekend, è troppo complesso da gestire e non riesco ad assentarmi per andare a suonare in giro per l’Italia. In ogni caso sto valutando qualche proposta e se riuscirò a incastrare tutto in certe date che non mi complicano il lavoro, mi vedrete dal vivo. Però fare un tour, mi spiace deludervi, ma la vedo molto dura»

«Vi ringrazio per l’intervista. Un abbraccione!»

Ringraziando ancora Gionni Grano per l’intervista, vi invitiamo ancora ad ascoltare Stallone, il suo nuovo album fuori su tutte le piattaforme!