Gucci Mane torna nel 2006

Gucci Mane

Gucci Mane è tornato col singolo 06 Gucci, in collaborazione con DaBaby e 21 Savage, e nel brano c’è un’autocelebrazione di uno dei momenti più iconici della carriera del rapper, che nel 2006, tra il disco Hard to Kill, e la storica faida con Jeezy, ha creato una delle fotografie più interessanti del rap anni 2000.

Andiamo a ripercorrere ciò che ha reso quel Gucci Mane così iconico, e il suo cambiamento durante gli anni.

Dal 2006 ad oggi: il miracoloso cambiamento di Gucci Mane

14 album e 74 mixtape, sono l’assurdo ammontare di progetti ufficiali contenuti nella discografia di Gucci Mane, che dal 2005 ad oggi ha mantenuto una carriera iper prolifica, tra una vita criminale che lo ha reso uno dei più credibili della scena gangsta rap mondiale, e una redenzione allo stile di vita sano e legale, da business man, degli ultimi anni.

Nei primi anni 2010 Guwop era in una delle situazioni più hardcore della sua vita, immerso nel crimine, problemi legali a profusione, in totale dipendenza di droghe, in sovrappeso, con frequenti uscite minacciose e sintomatiche di una persona fuori controllo (dissare pesantemente mezza scena su Twitter, tatuarsi un cono gelato in faccia ecc.): la resa dei conti arrivò a Gucci con un arresto che lo rese detenuto fino al 2016.

Inevitabilmente, la reclusione che dura più anni, nella carriera degli artisti hip hop (e non solo), segna un momento di svolta in qualche modo, a volte incredibilmente negativo, e a volte assurdamente positivo. Gucci Mane è uscito nel 2016 palestrato, con uno stile di vita sano, una mente sobria, e la fame di prendersi tutto ciò che poteva. Da allora è tornato subito con progetti su progetti, tra cui spiccano il ri-debutto Everybody Looking del 2016, ma soprattutto Mr. Davis del 2017, dove gli obbiettivi e il nuovo stile di vita di Guwop vengono sanciti nella migliore delle maniere, cavalcando l’arrivo dell’ondata d’oro della trap, di cui Gucci Mane è stato senza alcun dubbio uno dei maggiori pionieri (come suggerisce il titolo del suo primo disco nel 2005: Trap House). Il cambiamento di Gucci è stato talmente tanto drastico, che tutt’ora larghe branchie dei fan più complottisti sono convinti che il rapper sia stato…….. clonato.

L’insoddisfazione di una certa fetta di pubblico che non si riconosce più nel “nuovo Gucci” non impatta il successo creato dal suo nuovo impero, però ha creato un movimento di nostalgici che nonostante siano contenti per il nuovo stile di vita del rapper, “vorrebbero indietro il Gucci Mane del 2006“.

Ma com’era Gucci Mane nel 2006?

Gucci Mane nel 2006: Hard to Kill e la guerra con Jeezy

Nel 2006 Gucci Mane pubblicò quello che potrebbe essere definibile come il migliore disco del “vecchio Gucci”: Hard to Kill. Con un titolo basato da eventi reali, così come il contenuto delle liriche, il disco inizia con una delle intro più assurde della storia del rap.

L’intro consiste nelle parti vocali di diversi servizi di telegiornali statunitensi, realmente andati in onda, che narrano la vicenda di come un gruppo di killer, presumibilmente inviati da un altro celebre rapper del sud degli U.S.A, Jeezy (allora Young Jeezy), siano entrati nella casa di una donna, di cui Gucci era in dolce compagnia, per ucciderlo, ma il rapper ha reagito di contraccolpo facendoli fuggire tutti, uccidendone uno. Il corpo della vittima fu ritrovato sepolto nei dintorni di una scuola pubblica, e i suoi avvocati stavano combattendo il caso in tribunale per difesa personale (causa in seguito vinta).

Ecco spiegato il titolo Hard to Kill (difficile da uccidere).

Un inizio così reale, schietto, tosto e gangster, fa capire la veridicità dei contenuti delle tracce che poi seguiranno, e per ogni fan del gangsta rap, l’essere veri nelle liriche fino a questo livello è un apice d’intrattenimento.

La traccia seguente Street N*gga ribadisce lo stile di vita di Guwop allo stesso modo duro e senza filtri, per uno dei singoli meglio riusciti della sua carriera:

I’m a street nigga, dog, I don’t love no bitch / I ain’t talkin’ to your baby unless she buyin’ ten bricks

I videoclip di reale vita di strada, i testi tanto semplici quanto diretti a ciò che passava nelle sue giornate Gucci Mane, da reale boss che traffica pacchi di droghe e armi, fino a potersi finanziare una carriera da rapper indipendentemente: ebbene sì, perché questi dischi di Gucci, come la stragrande maggior parte delle uscite della sua carriera, non hanno niente a che fare con major discografiche, ma sono uscite autonome che sono state distribuite per anni in modo massiccio grazie a finanziamenti possibili dal successo che Guwop aveva come criminale.

Ma Guwop, oltre all’essere dritto al punto nella sua musica, è diventato celebre anche per la sua personalità bislacca che è massificata e resa statuaria in quel disco, tra tracce come My Chain, Pillz ed il singolo Freaky Gurl, che inizia con una lunghissima sequenza di uno dei suoi bizzarri ad-lib più noti: yeaahhhh, un ad-lib addirittura tributato da altri rapper col tempo (Bow Wow – Yeaahhhh).

L’interminabile diss con Jeezy: storyline

È comprensibile come Gucci Mane dopo tutti questi anni e queste vicende non intenda scordarsi di ciò che Jeezy ha cercato di fare. Insomma, quell’uomo lo voleva morto e ha cercato di rendere i suoi desideri realtà. Gucci non può scordarselo, e continua a ricordarcelo anche nel nuovo singolo 06 Gucci, esordendo nel suo verso:

I feel like it’s me in ’06 and ’07, ’08, and even ’09 (’09) / Still hard to kill, the last nigga tried, go ask him, he didn’t survive (What happened?)

Ma perché Jeezy voleva Gucci Mane morto? La storia della faida vede i suoi inizi proprio agli albori della carriera di Guwop, al suo primo singolo ufficiale: Icy, in collaborazione proprio con Jeezy. Il singolo, prodotto da Zaytoven, divenne una notevole hit da strada, e Jeezy aveva intenzione di inserirla nel suo disco di esordio, Let’s Get It: Thug Motivation 101.

Gucci aveva piani diversi, inserì il singolo nel suo album di debutto Trap House, e addirittura non pagò neanche un centesimo a Jeezy. La guerra tra i due arrivò ad escalare fino all’avvenimento che, invece che portare alla morte di Gucci Mane, divenne leva della sua credibilità e del suo successo.

La guerra dopo il tentato omicidio con contraccolpo, da questione di strada divenne dominio pubblico, con Gucci e Jeezy che per anni continuano ad esprimere pubblicamente, tra interviste e musica, il profondo odio reciproco. L’apice del dissing arriva nel 2012, poco prima dell’arresto di Gucci, nel suo periodo più pazzo. Decide di rispondere all’ennesima provocazione di Jeezy, fatta in un’intervista, con la diss track Truth: uno dei dissing più storici del rap.

Questa traccia è stampata nei momenti classici del rap, non grazie a particolari motivi tecnici, liricismi, o produzioni, ma proprio perché, come suggerisce il titolo, ciò che il rapper dice nella canzone è la verità:

Go dig your partner up nigga, bet he can’t say shit / And if you lookin’ for the kid I’ll be in Zone 6

Nella traccia Gucci parla della taglia sulla sua testa lanciata da Jeezy per 10.000 dollari, e di come si augura che non avesse pagato in anticipo i killer, dato com’è andata a finire. Continua affermando di essere andato a letto con l’ex di Jeezy, invitandolo addirittura ad andare a raccogliere il cadavere del suo partner, scommettendo che “non riesca a dire un c*zzo”.

Il brano è talmente tanto hardcore e crudo nella sua verità che ha scosso l’intero panorama, e ha dimostrato per l’ennesima volta che con Gucci ci fosse poco da scherzare.

Gli anni passano ma la questione tra i due è indelebile, e anche quando le acque si calmano il più possibile, e nel 2020 i due artisti si siedono uno accanto all’altro per la serie Verzuz organizzata da Timbaland e Swizz Beatz, Gucci non esita ad eseguire il brano davanti alla faccia di un Jeezy, che ormai sembra provare più amarezza e imbarazzo per la situazione, che altro.

Dal 2006 al 2023 sono passati 17 anni, e Gucci Mane è ancora al top del gioco, e con 06 Gucci fa un salto nel passato, omaggiandosi. In fin dei conti, la sua storia è una delle più assurde e real-cinematografiche che il rap abbia mai avuto l’occasione di vedere.