Sick Luke, forse uno dei produttori più conosciuti e amati della scena italiana, è finalmente tornato dopo tre anni con un nuovissimo progetto, Dopamina: tredici tracce per diciotto artisti che, su vari piani e con diverse modalità, aiutano Luke ad esprimersi attraverso la musica. Avrà raggiunto le altissime aspettative? Capiamolo insieme.
Sick Luke va incontro a una nuova maturità artistica con Dopamina
Partendo dal presupposto che Dopamina è un producer-album, è fondamentale (ma non banale) riscontrare che il vero protagonista lungo l’ascolto è sempre e comunque Sick Luke.
Sentire il produttore presente in ogni pezzo e percepirlo come padre del tutto non è più così scontato: negli album dei producers spesso e volentieri gli ospiti del disco eclissano il nome principale, rendendo il tutto poco omogeneo e sconnesso.
In Dopamina questo non accade, e a brillare più di tutti gli altri artisti è sempre Luca (il suo vero nome): in ogni traccia ci regala beat di alto livello, mai ridondanti e ai quali tutti adeguano flow e metrica. A sancire il suo ruolo fondante è l’ultima traccia, Father’s Day (feat. Duke Montana), che, oltre che essere uno dei momenti più sentiti e forti della sua carriera, lo vede rappare insieme al padre (come già accaduto in LIBERTÀ, nell’album X2).
Altre produzioni da pelle d’oca – per il sottoscritto -sono sicuramente Ogni sbaglio (feat. Blanco e Simba), Testa o Croce (feat. Sayf), Air (feat. Venerus e Ele A) e Mayday (feat. Capo Plaza): in generale, però, ogni traccia ha un suo perché a livello di beat e merita l’ascolto, a priori di chi ci rappa su.
A questo proposito, come si è mosso sul piano della scelta degli ospiti?
Quasi nessun passo falso nella scaletta
Sick Luke è uno di quei nomi che, citato o meno, ha dato vita ad alcuni pilastri del rap italiano dal 2010 ad oggi: nel suo disco non potevano che esserci dunque nomi di livello.
A portare le barre migliori sono stati senza dubbio Tedua nel pezzo Keanu Reeves e Sayf in Testa o Croce: performace veramente degne di nota di due artisti che, in modi diversi, ci hanno regalato un flow incalzante e degno del beat (i pezzi forse migliori della tracklist).
Nel resto dell’album si respira a pieni polmoni aria contaminata di rapper ma con pochi veri stand-outs da parte degli ospiti. Lazza e Tony Effe fanno il loro solito, che piace ed è orecchiabile ma che non stupisce, il che è un peccato viste le opportunità che regalava la produzione.
Nota di enorme merito alla splendida penna di Ele A, di cui vi riportiamo la strofa in Air assolutamente degna di nota:
Ma è tutto passato, corro, ho le Nike slacciate
Mi piacerebbe inciampare, ricominciare a sbagliare
Inventare le storie, ma non più per giustificarmi,
Fili si intrecciano come mani, guardo un airone che se ne va
Lì avevo scritto la tua iniziale, ora è coperta dall’edera
Io non voglio pensare ai problemi
A sei anni mi bastava un Playmobil
Ma poi tutto si sistema come le carte del memory, ah
Sali in cima a un ramo, siediti
Guarda le cose più semplici
Fai un respiro e conta fino a dieci
Side Baby e Nayt (rispettivamente nei pezzi con Glocky e Rose Villain) si fanno prendere dalla linea melodica dei propri featuring, portando delle barre di qualità senza però mai sbilanciarsi nella loro parte rap più nota e amata.
Si contano pochissimi passi falsi, tra cui però va segnalata la prima traccia, in cui Blanco fa un ottimo lavoro mentre Simba suona decisamente come un pesce fuor d’acqua, vista un’incompatibilità percepita del featuring e della base: una scelta rischiosa, che secondo chi scrive non ha funzionato appieno.
Dopamina ha tutt’altro sapore rispetto ad X2
Da una parte l’esperienza dell’album precedente (X2) aveva delle caratteristiche migliori rispetto a questo nuovo lavoro: c’era molto più rap, meno artisti che si erano limitati a fare il “compitino”, lasciava più contenti gli affezionati alla scena 2016.
Qui però non percepiamo un abbassamento di livello o un impoverimento musicale, ma esattamente il contrario. Sick Luke ci racconta attraverso Dopamina un mondo straordinariamente e mille volte più complesso di quello del 2022, e lo fa magistralmente.
Con queste 13 tracce Luca ci racconta della sua vita da padre, del suo amore smisurato per il figlio, tanto che nella outro dice:
La mia famiglia vale più di ogni disco di platino
Più che un cambio dei toni e di atteggiamento, Luke stravolge tutto e volta pagina della sua vita, personale e artistica: il Sick Luke del 2025 è molto più completo e maturo, ha più responsabilità e prova a comunicarlo senza abbandonare la fede e la passione per la buona musica. Raccontarsi quando si attraversa una fase complessa e confusa della propria vita è molto difficile, ma il giovane producer riesce a farlo facendoci sia commuovere che gasare nel giro di 36 minuti.
Dopamina ha dei difetti, è chiaro, ma che vengono colmati da una padronanza brillante del sound in tutte le sue forme. Un paio di ospiti avrebbero potuto dare di più, e avremmo voluto qualche traccia rap aggiuntiva, ma il lavoro che ha fatto resta assolutamente di livello e di considerevole profondità, confermando il talento e la serietà di questo artista.
Dopamina di Sick Luke è disponibile ovunque:


